12 gennaio 2008

La Madonna del Latte - Gionzana (NO)


Abito a Ts "solo"dal 1973. Prima abitavo a Novara, dove ho trascorso l'infanzia e la giovinezza.
Terra di risaie, piatta, e in cui, in tempi in cui non c'erano gli scooter e le macchine erano rare (si giocava a pallone in strada), tutti i giovani andavano in bicicletta. Con gli amici la domenica, e d'estate anche gli altri giorni, si organizzavano sempre grandi giri.
Una delle mete delle giornate o primaverili o autunnali, era il paesino di Gionzana, non molto distante.
La meta della nostra gita era una piccola "isola" in mezzo alle risaie: la chiesetta della Madonna del latte.
Già allora era un luogo 'magico', e mi affascinava in particolar modo l'affresco che dava il nome alla chiesa.
L'altra sera, vagando senza una meta precisa per il web, ho trovato quell'affreso.
Mi ha commosso come allora. Forse, dato il passare del tempo, ancor di più.
Volevo condividerlo. Questo è il sito da cui ho 'prelevato' la foto.

Pace e benedizione

6 commenti:

  1. Sto leggendo un libro di Yukio Mishima, intitolato "Confessioni di una maschera". Qui l'autore riporta immagini, suoni e odori dell'infanzia, tracciando il filo rosso con l'età più matura, facendone risaltare l'influenza che hanno avuto sul temperamento, sulle idee e sul modo di percepire le cose.
    Una cosa letterariamente più articolata, ma vicina al tuo post.

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  2. Ehi, non sapevo di essere così .... profondo? letterario? poetico?

    Né il nome dell'autore, né il titolo del libro mi giungono nuovi. Cerco di ricordare dove li abbia sentiti e soprattutto cosa abbia sentito, ma non ricordo proprio niente. Sarà l'età?
    :-)
    Pace e benedizione

    PS: sono andato a vedere su Wikipedia, Mishima era, proprio come ricordavo, lo scrittore giapponese che si suicidò. Figura un po' complessa, di cui ricordo di aver visto un film giapponese sulla sua vita.

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  3. Non vorrei fare sentimentalismo da mulino bianco, pero' credo che un'infanzia e una gioventu' come quella che ci descrivi sia molto piu' sana e naturale di quella che vivono oggi i ragazzi nelle periferie delle citta'. Forse sara' che io invece ho vissuto in un appartamento al settimo piano di un palazzo avendo come unico momento di socialita' qualche ora al giardinetto rigorosamente accompagnata dalla mamma.

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  4. Cara Artemisia, mi sembra la discussione che tante volte abbiamo avuto io e mia moglie. Io cresciuto in una città e lei in un paesino di campagna.
    Però erano altri tempi, con altri problemi. C'erano alcune cose che adesso non sarebbero neanche pensabili (come ad esempio il poter giocare a pallone in mezzo alla strada) e questo generava tutto un modo di vivere che era completamente diverso da quello di adesso. Fatti i compiti tutti noi ci si trovava in piazza, estate o inverno che fosse. Adesso questo non sarebbe più fattibile a causa di tante cose, traffico e inquinamento in primis.
    Ma c'è anche un'altra cosa. Noi a scuola andavamo a piedi e da soli (o in bus, ma sempre da soli). Era un modo di crescere e di stare anche tra noi senza i grandi, e così di scoprire tante cose. Adesso invece i figli vengono portati in macchina fin sotto al portone, per poi andare a riprenderli per portarli ad una delle varie attività a cui li abbiamo iscritti. E così i figli non stanno mai soli tra di loro, non hanno modo di abituarsi a socializzare e comunicare esclusivamente tra di loro. Di fare anche delle cazzate, ma di essere responsabili delle conseguenze. Adesso c'è sempre un adulto o un responsabile di loro.
    Abbiamo talmente paura che gli succeda qualcosa che finiamo per negargli ciò che a noi era naturale.

    Ma tornando a noi. Erano tempi diversi. Sinceramente non so cosa sia meglio. Quella era la mia giovinezza, questa è la loro. Come io sono contento della mia, così spero che loro siano contenti della loro.

    È tutto quello che gli auguro.

    Pace e benedizione

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  5. io vivo ad Omegna e ai miei tempi anche noi andavamo a scuola a piedi e giocavamo in strada, senza problemi, con poche macchine che passavno di qui
    bei ricordi e bei tempi !!!
    erica

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  6. Il lago d'Orta. Mi ricordo le volte che d'estate si andava nella parte meridionale del lago e si faceva a gara a chi arrivava per primo dall'altra parte del lago (naturalmente a nuoto). Adesso dopo 20 metri sono già senza fiato e senza forze.
    Decisamente altri tempi. Però a volte mi viene il dubbio che siano così belli solo perché eravamo molto più giovani.
    Pace e benedizione

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