03 maggio 2008

I diaconi

Innanzi tutto una premessa: queste proposte sono solo miei idee e miei riflessioni personali.

Ma veniamo all'argomento del post.

L'istituzione dei diaconi viene da questo passo del libro degli Atti degli Apostoli (6, 1-6):

"In quei giorni, mentre aumentava il numero dei discepoli, sorse un malcontento fra gli ellenisti verso gli Ebrei, perché venivano trascurate le loro vedove nella distribuzione quotidiana. Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi trascuriamo la parola di Dio per il servizio delle mense. Cercate dunque, fratelli, tra di voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza, ai quali affideremo quest'incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della parola». Piacque questa proposta a tutto il gruppo ed elessero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timòne, Parmenàs e Nicola, un proselito di Antiochia. Li presentarono quindi agli apostoli i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani."

Ad una prima lettura ai diaconi è riservato "il servizio delle mense", che normalmente si intende come il servizio della carità attiva verso i più bisognosi e i meno abbienti.
Io penso che questo della carità debba essere il cuore dell'essere 'diacono' (anche se in realtà è il cuore dell'essere cristiano tout-court), ma che il compito del diacono non deve e non può essere limitato a questo.
L'istituzione dei diaconi nasce da una situazione di disagio che ha portato ad una divisione. Come detto chiaramente i diaconi vengono istituiti per riportare l'unità in una comunità divisa. E d'altra parte nei versetti subito seguenti a questi proposti si narra proprio di Stefano che dibatte questioni teologiche e dottrinali, e nel cap. 8 c'è la storia di Filippo che va a predicare in Samaria.
Quindi fin da subito dopo la loro istituzione, i diaconi non si sono limitati a fare opere di carità nel senso comunemente inteso, ma hanno anche predicato e testimoniato con la vita (che in fondo sono pure esse stesse opere di carità).
Per concludere questa prima riflessione quindi direi che il servizio dei diaconi dev'essere un servizio di unità svolto nella carità.

Alle prossime puntate.
Pace e benedizione.

8 commenti:

  1. Verrebbe da dire tante cose su questo passo degli Atti...
    Mi soffermo però su due tue frasi: "...istituiti per riportare l'unità in una comunità divisa" e "il servizio dei diaconi dev'essere un servizio di unità svolto nella carità".
    Penso che sia proprio così: il nostro "fare carità", deve portare all'unità, diversamente la carità potrebbe essere "cembalo risonante". Il nostro essere per gli altri deve costruire la comunità: così io penso che sia quell'essere "animatore della diaconia nella comunità cristiana" di cui parlava Paolo VI.
    In comunione sempre...
    Luigi

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  2. Bravo, lo hai detto e lo hai fatto! Spero che tu continui a spiegarci, credenti e non, il senso della vostra esistenza in quanto diaconi.
    marina, l'ignorante

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  3. voli imprevedibili ed ascese velocissime
    traiettorie impercettibili
    codici di geometria esistenziale.


    ilgibbone

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  4. @Gigi
    so che il tema dell'unità ti tocca in modo particolare (Chiara docet), ebbene anche a me.

    @Marina
    in effetti penso che il nostro essere vada sempre sottoposto a periodica 'verifica'. E proprio in questo periodo sto proprio facendo una rilettura del mio essere diacono. E così approfitto del blog per chiarirmi le idee e anche per spiegare. Chiaramente non si esaurirà in un solo post, ne seguiranno altri (almeno questa è l'intenzione)

    @ilgibbone
    innanzi tutto ben venuto. Mi incuriosisce la citazione di Battiato, me la puoi spiegare?

    Pace e benedizione

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  5. ritengo sacrosanta la tua affermazione.. cioè in pratica il fatto che sia impossibile dividere il servizio della carità, dall'apostolato..
    Io penso che la Chiesa abbia aperto al diacono più per bisogno (in quanto sono diminuite le ordinazioni) che altro.. ma che poi (come succede spesso in quste cose) lo Spirito ci ha messo del suo.. ed ora sia parte integrante (anzi sempre più importante) della vita parrocchiale e sociale..
    Una cosa che lamento da sempre è il fatto che non venga sufficientemente spiegata e sponsorizzata questa via... cosicchè la gente (specialmente quella non propriamente avezza nel praticare) li guardi (beninteso a torto) come antagonisti dei sacerdoti e con un tipo di dubbio.. che a ben guardare è del ttutto fuori di ogni ragionevole pensiero...

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  6. Portare l'unità è una gran bella missione. "Essere ponte" si diceva e si dice ancora. Le immagini (vedi le parabole di Gesù) sono molto importanti e in questo contesto quell'"essere ponte" che "unisce" a me piace molto.
    vincenzo

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  7. Julio buon pomeriggio: leggevo il blog di Marina quando ho incontrato il tuo commento...e la parola "cristiano". Pare incredibile nell'Italia del 2008 fermarsi davanti a un termine che dovrebbe essere comune ma tu stavi conficcato in un discorso che apparentemente tendeva all'assoluto ma era intriso di relativismo. Ti ho visto come un colore, un'interpretazione del discorso totalmente nuova e diversa. E son venuto qui, e sto leggendo, con un'attenzione forte e libera. Devo riflettere su quello che c'è scritto in questa casa, sei disponibile ad un confronto nel tempo? Sei disponibile per un uomo discutibile? Spero di sì. A rileggerti.

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  8. Caro Enzo, se non fossi disponibile non avrei messo su un blog e soprattutto non avrei aperto la possibilità a tutti di rispondere.
    Pace e benedizione

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