13 maggio 2008

Alla fermata del bus

Una bella giornata di sole, 26-27 gradi. Nonostante la stanchezza non ho voglia, una volta finito l'orario di lavoro, di tornare a casa. Un colpo di telefono a casa e l'appuntamento è fissato alla fermata in comune del mio bus col suo. Meta successiva un caffè in quel baretto in città vecchia con i tavolini sulla piazzetta a zona pedonale.
Io arrivo prima. E come faccio quando sono allegro, invece di pensare ai fatti miei, guardo le persone che passano (ed essendo in centro alle 16 passate passano molte persone) e dalle facce, dai vestiti, dagli atteggiamenti (modo di camminare, espressione, ecc.) mi immagino delle storie.

Quella coppia anziana che cammina mano nella mano, naso all'aria sono sicuramente dei turisti. Ammirano quei palazzi che noi 'indigeni' a furia di averli sotto gli occhi neanche vediamo più. Poi lui si rivolge a lei in inglese. Staranno senz'altro festeggiando il loro anniversario di matrimonio con una crociera sulla Queen Elizabeth II che è arrivata oggi.

Invece quei due giovani, anche loro parlanti l'idioma di Albione, saranno appena arrivati con un volo Rayanair.

Quel giovane abbronzato, elegante, occhiali scuri, che parla al cellulare è senz'altro un qualche bancario che sta dando ulteriori istruzioni per qualche investimento da centinaia di migliaia di euro.

Ma ecco, quella ragazza che si avvicina a capo chino, lo sguardo basso. Sicuramente il suo ragazzo la sta facendo soffrire.

E quelle due dodicenni, una con microgonna (più una cintura alta che una gonna) e l'altra col velo islamico, che camminano ridendo di cose conosciute solo a loro, sono due compagne di scuola che si godono un pomeriggio senza compiti.

E poi c'è la vecchietta col bastone che torna a casa dopo un paio d'ore in città con le amiche, magari al caffè, o a vedere delle vetrine e commentare i prezzi sempre più alti e la moda sempre più assurda.

E il nonno col nipotino. E facce allegre. E facce tristi. E camminari spediti. E passi stanchi.

E poi arriva il suo bus. E tutto passa in secondo piano. Una dissolvenza incrociata dalle persone a una persona.

E nonostante siano 31 anni di matrimonio mi sembra di vederla per la prima volta. È sempre quella magnifica ragazza.


6 commenti:

  1. Eh, tu sì che ci sai fare con le donne... Ti dispiace se prendo spunto? ;)
    Anche a me piace guardare le persone che passano, ma di solito la cosa mi manda in una irrisolvibile desolazione.
    Bel post.

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  2. "Tutto passa in secondo piano..." Bello!
    Grazie per questa meravigliosa freschezza!
    Gigi

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  3. Caro Paolo, guarda che io non ho fatto proprio niente, mi sono limitato a guardare e a far andare a briglia sciolta la fantasia. Tutto qui.

    Comunque prendi tutti gli spunti che vuoi, penso che una volta che metti in rete qualcosa, questa non sia più tua.

    Pace e benedizione

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  4. Dai, non fare il modesto: e' proprio un bel post. Anche a me piace osservare la gente e immaginare la loro storia.
    E poi grande l'idea di prendersi un caffe' insieme in tutta tranquillita'!

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  5. Wow, che marito romantico!Complimenti!

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  6. concordo con tutti i precedenti:
    un racconto piacevole che hai chiuso in modo stupendo e delicato

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