17 novembre 2009

Il ritorno

Leggendo un libro ho trovato citati questi versi di T. S. Eliot:

"Non dobbiamo arrestarci nella nostra esplorazione
E il terminare del nostro esplorare
Sarà arrivare là donde siamo partiti
E conoscere il luogo per la prima volta"
(Quattro quartetti, V)

Ho sempre sostenuto che nella vita non si deve mai smettere di 'esplorare'. A volte può essere anche un'esplorazione fatta fisicamente, ma il più delle volte è un'esplorazione interiore. Ed è proprio quest'ultima che è basilare. Non ce niente di peggio di quelli che hanno girato tutto il mondo ma con la mente sono sempre rimasti a casa.

Però mi sto rendendo anche conto che in fondo tutto l'esplorare che uno fa se non ti porta a tornare dove sei partito è un girare a vuoto. E quando poi finalmente sei tornato vedi tutto nuovo. Vedi cose che non si è mai mosso non vede. E questo perché sei tornato arricchito da tutte le esperienze che hai fatto, dalle persone che hai incontrato, dai fallimenti che hai vissuto, dalle gioie che hai provato.

Alla fine tutto su unifica, tutto acquista un senso, tutto ti fa crescere.

2 commenti:

  1. condivido questa percezione "circolare" del nostro percorso, anzi credo che un cammino abbia un senso se ti porta da dove sei partito, perchè un vero percorso cambia il viaggiatore, più che il viaggio;

    caro julo, a proposito di quel libro sulla Vergine, purtroppo è esaurito alla casa editrice, la morcelliana di brescia

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  2. Grazie Diego, però più che circolare lo vedo come 'a spirale'. Si torna da dove siamo partiti, ma ad un altro livello, con maggior esperienza.

    Mi spiace per il libro, speriamo lo ristampino. Forse potresti provare con la 'caccia al libro' della trasmissione di radio3 Fahreneit.

    Pace e benedizione.

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