28 febbraio 2010

Maria (seconda dom. di Quaresima)

Il vangelo di Marco (3, 31-35) ci narra un incontro mancato tra Gesù e sua madre: quello del “chi sono mia madre e chi sono i miei fratelli?
Ma adesso, sulla via dolorosa, sul cammino verso il Calvario, in mezzo ad una folla non più osannante ma ostile e assetata di sangue, l’incontro avviene.
Il “si” di Maria all’Annunciazione era stata una firma su un assegno in bianco. Ed ora scopre la cifra su quell’assegno. Adesso scopre fino in fondo cosa significa “lasciar fare a Dio”. Ma come c’è coluto il suo “si” per la nascita del Figlio. Ora ci vuole il suo “si” per la sua morte.
E in questo incontro sulla via per la Croce sembra quasi che Maria  abbia voluto rassicurare il figlio che poteva sempre contare su quel “si” iniziale. In mezzo agli innumerevoli “no” del rifiuto, Lui poteva contare su quel “si” per la salvezza del mondo.
Gesù affronta la morte nella spogliazione più totale. Tutto ciò che di concreto riceve (sputi, insulti e aiuto nel portare la croce, percosse e spugna imbevuta di aceto) lo riceve dagli altri. Anche l’ultimo bacio non è quello di sua madre, ma quello di un amico che lo tradiva.
Questo incontro sulla strada che porta al Golgota significa proprio questa comune consapevolezza di un sacrificio illimitato, questo reciproco assenso al distacco più lacerante. Perché non c’è dolore più grande di quello di una madre che vede morire il proprio figlio.
È l’ultimo “si”, l’ultimo “fiat”. Ma questa volta è un “fiat” capovolto. Da “sia fatto secondo la tua parola” adesso diventa “sia fatto secondo la volontà della malvagità umana”. E adesso il Cristo può riprendere la sua strada.

21 febbraio 2010

La Croce (prima dom. di Quaresima)

Alcuni secoli prima di Cristo, un uomo giusto e molto pio, Giobbe, così lanciava il suo grido a Dio: “Ma io all'Onnipotente voglio parlare, con Dio desidero contendere.” (Gb 13,3) Aveva un po’ di rimostranze da rivolgere a Dio.
Anch’io, seppur non sia né giusto né molto pio, ho delle domande da porre a Dio: perché i terremoti dell'Aquila e di Haiti; perché i bambini sfruttati, violentati, uccisi; perché la solitudine dei vecchi; perché la disperazione dei disoccupati; perché gli affamati, gli emarginati, i derelitti?
E Dio deve rispondermi, deve darmi delle spiegazioni. Deve giustificarsi.
E la risposta arriva per bocca di Pilato: “Ecco l’uomo” (Gv. 19,5). Ecco il tuo fratello di sventura, il tuo compagno di dolore. 
Dio non è venuto per eliminare il dolore umano, non è venuto a presentarci un trattato sulla sofferenza molto erudito. Non ci ha fornito delle spiegazioni, Invece ha fatto qualcosa di più: è venuto a condividere, a partecipare, a prendere su di sé il dolore degli uomini, di tutti gli uomini che soffrono.
Ecco cos'è la croce. È il sacramento della sofferenza degli uomini che Dio riceve, che Dio mette sulle proprie spalle. È l’urto tremendo del dolore umano che va a schiantare il cuore di Dio.
Sulla Croce niente viene dimenticato, niente viene lasciato fuori: ci sono le vittime dei terremoti; i bambini derubati dell’innocenza, della speranza e della vita; la solitudine della vecchiaia; la disperazione dei disoccupati; ci sono gli affamati, gli emarginati, i derelitti di ogni tipo. C’è l’urlo strozzato di chi non ce la fa più, ci sono tutte le angosce morali, psicologiche e fisiche.
Adesso niente va perduto. È venuto a cercare il tuo dolore ‘inutile’. L’ha scoperto e se ne è impossessato. E adesso avanza barcollante sotto il peso della croce.
Ecco l’uomo!
Ecco Colui che “porta, sopporta, porta via la nostra angoscia” (K. Barth)

18 febbraio 2010

La via della salvia

Vista verso Grado

Sono stufo di freddo, cielo grigio, umidità o bora. E non sono il solo. In autobus, sul lavoro, al supermercato, tutti si lamentano di questo inverno che non vuole andarsene via.

Mi piace cucinare. Ma non sono come quei mariti che una volta ogni tanto si chiudono in cucina e dopo averla trasformata in un caos, si sentono grandi chef. Io cucino ogni volta che ho tempo, cioè tutte le sere e il sabato e la domenica anche il pranzo (e prima di servire in tavola pulisco tutto).


L'altro giorno stavo preparando una cosa di carne. Cercando tra gli odori ho preso un paio di foglie di salvia. E così, complice il loro profumo e quello che dicevo prima sul tempo, mi è tornata alla mente una passeggiata che è tanto tempo che non faccio, ma che vorrei fare appena la primavera farà il suo ingresso (spero trionfale). È la "via della salvia".

La via della salvia è un tratto di sentiero di quella che nel progetto doveva essere la 'traversata carsica triestina', cioè un sentiero che partendo da Muggia, lungo tutto il ciglione carsico doveva arrivare fino a Duino, approfittando di alcuni sentieri già tracciati. Uno di questi è proprio quello di cui parlo. 
Inizia da Santa Croce (per la precisione poco sotto il paese, appena sopra la ferrovia) e arriva a Sistiana. Percorre il ciglione e se la giornata è limpida si può ammirare tutto il golfo di Trieste e anche oltre. La vista va dal promontorio di Salvore (la punta più orientale dell'Istria) fino a Grado, Lignano (a volte si riesce a vedere anche il campanile di Caorle). 
Vista verso il castello di Miramare e la città
Deve il suo nome al fatto che a un dato momento si passa in mezzo ad una enorme macchia di salvia selvatica. Il suo profumo si sente già da prima. E poi ci si trova immersi. L'ultima volta che ci sono stato ne ho raccolto un mazzetto, e poi alla sera, ci ho fatto una frittata fenomenale. Ha un odore e un sapore che la salvia che si compra in negozio al confronto sembra erba comune. 

Decisamente al primo giorno di bel tempo e con un po' di tepore ci vado a fare una camminata.

14 febbraio 2010

Disservizi RAI

Sono un po' di anni che ho abbandonato Windows per passare a Linux (anche se sarebbe più corretto dire GNU/Linux).
Fino a pochi giorni fa anche per chi usa questo sistema operativo era possibile accedere alle dirette RAI e vederle. Ma ora non più. È iniziato con un avviso che il servizio è fruibile solo dall'Italia, come se fossi chissà dove. Adesso invece compare un avviso che si possono vedere le dirette solo dal sito dell'azienda. Ma per vedere le dirette dal sito dell'azienda bisogna avere un'applicazione che gira solo sotto Windows.
Non vedo perché un servizio pubblico debba essere riservato solo ad alcuni cittadini, quando poi tutti i cittadini che hanno un apparecchio atto a ricevere segnali televisivi (e tali sono non solo le televisioni, ma anche i computer) debba pagare la tassa di possesso, tassa che poi viene 'girata' alla RAI. Sono tenuto a pagare per un servizio di cui poi, per scelte aziendali, mi viene negata la fruizione. 
Lo ritengo estremamente scorretto. 
Per questo invito a firmare il seguente appello.

07 febbraio 2010

Welcome

Ieri sera ho visto un bel film: il francese "Welcome".

La storia è relativamente semplice, ma attuale.
Simon è istruttore di nuoto in una piscina comunale a Calais, sulla costa nord della Francia. È in crisi con la moglie e svolge il suo lavoro come una banale routine, fino a quando incontra Bilal, un giovane curdo che ha attraversato l’Europa da clandestino per raggiungere la ragazza in Inghilterra. Dopo un tentativo fallito di varcare la frontiera, l’unica possibilità per Bilal di realizzare il suo sogno è attraversare la Manica a nuoto e Simon è il solo che può allenarlo: il coraggio del ragazzo, deciso a tutto pur di salvare il suo amore, convincerà Simon a mettersi in gioco in prima persona, sfidando la legge per aiutarlo in un’impresa all'apparenza impossibile.

È un film che fa riflettere sul problema degli immigrati clandestini. Qui vengono presentati innanzi tutto come persone: ci sono i buoni e i cattivi, i generosi e gli egoisti. Si tratta insomma di persone come noi, con i loro pregi e i loro difetti. Non vengono idealizzati, ma neanche demonizzati.

Un film non leggero, anzi alla fine ti sembra di aver ricevuto un pugno allo stomaco, ma un film da vedere.