06 aprile 2011

The Way

Antefatto
45 anni fa. Classe seconda media. Ora di storia. Argomento: il valore dei pellegrinaggi nel medioevo. La testa (mia) parte in un 'sogno': perché non rifare anche oggi quei cammini e in particolare quello cha va a Santiago?
Nel corso degli anni questa idea va e viene, ma sempre tutto rimane a livello di fantasticheria, di sogno ad occhi aperti.

Rapido zoom ad un mesetto fa
In autobus incontro una signora che conosco e che era non vedevo da un po' di tempo. Mi racconta che il marito, per festeggiare la collocazione in pensione, si era fatto il Cammino di Santiago, da Saint-Jean-Pied-de-Port a Santiago. È lanciare un sassolino che scatena una valanga.

Da allora sto leggendo tutto quello che trovo a questo proposito.

Ieri sera ho avuto occasione di guardare (in inglese e senza sottotitoli) il film "The Way" di Emilio Estevez con Martin Sheen.
Racconta il dramma incentrato sulla storia di Tom Avery, oftalmologo californiano che - alla notizia della morte del figlio durante una tempesta sui Pirenei - si reca in Francia per farlo cremare, poi ripone l’urna con le ceneri nello zaino del ragazzo e si mette in viaggio lungo il Cammino di Santiago, portando a termine il pellegrinaggio intrapreso dal figlio. E il Cammino è anche una riscoperta del figlio.

Piccola (per modo di dire) difficoltà è stata la lingua. Lui parla con un forte accento americano, per cui non è sempre comprensibile. Ma quello che è veramente incomprensibile è lo scrittore irlandese. Parla con accento irlandese spiccato, cioè velocissimo e in modo 'martellante'. Sono riuscito a capire si e no il 10% di quello che diceva  . Un po' di problemi all'inizio con la canadese, ma poi tutto liscio. L'olandese invece in alcuni momenti parlava con forte accento 'fiammingo', ma era sempre intellegibile.
Questi sono i 4 protagonisti principali.

Penso che abbia ben descritto lo spirito del Cammino, anche se mi domando come delle persone che dormono all'aperto alla mattina possano essere linde e pulite come se fossero appena uscite da una doccia e da un trattamento di visagista.

Non vengono celati alcuni aspetti 'negativi' del cammino, come ad esempio il non riuscire a dormire per causa dei russatori, o il fatto che non tutti gli hospital sono accoglienti allo stesso modo.
Però nessuno ha mai né una vescica né un mal di schiena o una tendinite.

Un'altra cosa che mi ha un po' meravigliato è il fatto che una persona che fino al giorno prima se solo doveva fare più di 10 metri prendeva un mezzo di trasporto (Martin Sheen), riesca poi a farsi tutto il Cammino senza sforzi eccessivi.

Questi aspetti però non impattano sul giudizio complessivo. Descritto molto bene (a mio avviso) il clima che si crea tra i pellegrini, la complicità e la fratellanza. E anche i momenti di tensione e le litigate alla fine vengono superati e sono occasione di un approfondimento del rapporto.

La scena finale mi pare che sia uno strizzare l'occhio al gusto americano che vuole sempre un lieto fine che sia conclusivo. Per i miei gusti il film era finito a Finisterre. Ma questa è solo una considerazione personale.

Mi è piaciuto molto il contrasto tra le scene iniziali in cui si vedono solo macchine e in cui nessuno cammina, poi c'è lo stacco con i titoli, e infine tutto il film in cui le macchine sono praticamente assenti.

Nel complesso un film molto bello. Fa venire voglia di preparare lo zaino e mettersi in cammino.

4 commenti:

  1. Nel mio piccolo riporto la grande soddisfazione di aver fatto il Cammino di Francesco. Prima o poi farò anche quello di Santiago (magari fuori stagione perchè credo che nei mesi di punta ci sia troppo casino).

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  2. In effetti ho letto le tue cronache della Francigena, che mi sono piaciute e hanno generato un po' di invidia.
    Per quanto riguarda il Camino di Santiago, se ti riferisci al Camino Francese (Roncisvalle-Santiago) in effetti in luglio-agosto (soprattutto in agosto) è molto 'trafficato'. Però non è l'unico (anche se è quello consigliato). Ci sarebbe anche la Via del Nord, che corre lungo tutta la costa. Sono molti i Cammini!

    Per maggiori informazioni puoi andare a questo sito:

    http://compostela.pellegrinando.it/

    oppure, per ulteriori informazioni anche qui:

    http://www.pellegrinipersempre.it/

    In entrambi i siti trovi un mucchio di info e di 'consigli'

    Pace e benedizione

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  3. mi ha sempre colpito, caro julo, come l’ascesi, la purezza dello spirito, il bere alla fonte cristallina della luce celeste, passi comunque «attraverso» la prova anche dura, quasi crudele, del corpo; secondo me è un ripetersi, nell'elemento iniziatico del viaggio, della prova, del travaglio potentemente fisico, con cui veniamo alla luce

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  4. Caro Diego, siamo fatti corpo, anima e spirito. E tutto passa attraverso queste tre realtà. Un vecchio detto dei padri diceva che un uomo che volesse diventare angelo (cioè solo spirito), finisce per diventare un asino.
    Uno dei significati dell'Incarnazione è proprio la riabilitazione del corpo. Chi pensa di salvare l'anima senza il corpo finisce per perdere l'uno e l'altra.

    Permettimi un complimento: magnifica la tua immagine finale, molto patristica.

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