01 dicembre 2013

Prima dom. Avvento 2013

In una recente e famosa intervista, papa Francesco dice di sé: “Sono un peccatore al quale il Signore ha guardato... Io sono uno che è guardato dal Signore”.
Lo sguardo di un altro su di sé è il primo segno che io per l’altro esisto, ci sono e sono degno di attenzione. Però c’è sguardo e sguardo. Si può guardare un’altra persona con freddezza, con rimprovero, con astio quando non con odio. Ma si può guardare con misericordia, con amore.
Ed è proprio questo sguardo, misericordioso e amorevole, che il Papa ha sentito su di sé. Ed è proprio con questo sguardo che Dio guarda ogni essere umano.
Essere guardati con amore! Cogliere negli occhi che ti guardano amore,  solo amore, nient’altro che amore!
Sapersi guardati così, sentirsi guardati così, ti fa sentire capace di qualsiasi cosa, ti fa sentire la persona più importante del mondo, ti fa sentire così bene come non ti sei mai sentito in vita tua. I tuoi errori, i tuoi limiti, le tue mancanze non esistono più: esiste solo l’amore con cui sei amato. Perché la realtà è questa: sei amato e sei degno d’amore.
La coscienza di questo però non si deve esaurire in un sentirsi bene, ma deve essere pungolo a porci una domanda: “e io come guardo il mondo?” 
Il mio sguardo sul mondo, sugli uomini, sulle persone che incontro ogni giorno, è uno sguardo di giudizio e di condanna? oppure è uno sguardo misericordioso, pieno d’amore e di accoglienza?
È qui che si misura la mia adesione a Cristo, il mio cercare di seguire Colui che non è “venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo” (Gv 12, 47)

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