tag:blogger.com,1999:blog-50655326834393442652024-03-17T21:55:41.934+01:00Il volo degli uccelliOgni uccello ha il suo modo di volare.
<br>
Ogni persona ha il suo modo di incarnare il Cristo.julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.comBlogger555125tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-37884446643910143872024-03-14T05:41:00.001+01:002024-03-15T17:11:31.798+01:00Diventare specchio che rifletta l'amore di Dio - 17/3/2024 - V Domenica di Quaresima<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1apJNdY-m8kSQpD9D6OX-QrfxDBzHJjcRvkPTrZWv-bbKyGJbE-5IBDg7DC81ZQGF1qFrjxbzr1FmeGg4RgEHpNJItsVsEjU2Ia4PE5f5G7S_ehsNNgbn59RCgBFAWFpKhNPNgQweIZsviZQyOIqVGJhlh7yAR5NkQjfgCRJbslgwM9fPA1xhku0HZtO3/s1920/adrian-infernus-BN6iQEVN0ZQ-unsplash.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1280" data-original-width="1920" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1apJNdY-m8kSQpD9D6OX-QrfxDBzHJjcRvkPTrZWv-bbKyGJbE-5IBDg7DC81ZQGF1qFrjxbzr1FmeGg4RgEHpNJItsVsEjU2Ia4PE5f5G7S_ehsNNgbn59RCgBFAWFpKhNPNgQweIZsviZQyOIqVGJhlh7yAR5NkQjfgCRJbslgwM9fPA1xhku0HZtO3/w400-h266/adrian-infernus-BN6iQEVN0ZQ-unsplash.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">semi germogliati (*)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Nei Vangeli ci sono due domande che ogni volta che le leggo, le sento come fossero rivolte a me personalmente. Una la pone Gesù: "<i><span style="color: #ff2020;">e tu, Julo, chi dici che io sia?</span></i>" (cfr. <i>Mc 8, 29</i>; <i>Mt 16, 15</i> e <i>Lc 9, 20</i>). La seconda, nel Vangelo di oggi, la pongono dei Greci: «<i><span style="color: #ff2020;">vogliamo vedere Gesù</span></i>»
</div>
<div><br /></div>
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Penso che il '<i>mondo</i>', le persone siano stufe di discorsi dotti, stanchi di prediche auliche, di norme e regole fumose. Non c'è bisogno di dimostrazioni di Dio. <span style="color: #04ff00;">C'è bisogno di fedeli che '<i>mostrino</i>' Dio</span>; che lo rendano presente con la loro vita, con i loro gesti.
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<div>
In una società delle immagini, dell'apparire, c'è bisogno di '<i>influencer</i>' che ci facciano venire voglia di Dio.
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<div>
Quando morì in un incidente d'auto, l'abbé Amédée Ayfre, il creatore della teologia dell'immagine, aveva 42 anni. La sua epigrafe più bella è stata detta, sia pure involontariamente, da un'attrice che confessò ad un giornalista che la intervistava: "<span style="color: #00f5ff;">Che cosa volete che vi dica, quello era un uomo che quando lo incontravi, ti faceva venire voglia di Dio</span>".
</div>
<div>
Penso a fr. Roger, che ogni volta che lo vedevi, che parlavi con lui, con il suo sguardo, con la dolcezza del suo sorriso ti faceva venire nostalgia di Dio.
</div>
<div>
Mosè quando discese dal monte Sinai dopo aver incontrato Dio, aveva '<i><span style="color: #fcff01;">il volto incendiato</span></i>', il viso splendente (<i>Es 34, 29</i>).
</div>
<div>
È la nostra vita che deve mostrare Gesù, che deve diventare uno specchio che rifletta l'amore di Dio per tutti gli uomini, che sia segno della misericordia divina per tutti noi, pecorelle smarrite del suo gregge.
</div>
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza..."</span></i>» (Gen 1, 26) In ogni essere umano c'è questa impronta, questo '<i>marchio di fabbrica</i>', magari nascosto sotto mucchi di polvere, seppellito sotto valanghe di varia paccottiglia. <b><span style="color: whitesmoke;">La nostra vita dovrebbe diventare quello specchio che permetta agli altri di riscoprire quel pezzo di DNA divino che hanno nella loro persona</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
È questo il senso dell'immagine del chicco di grano usata da Gesù. Noi ci lasciamo colpire da quel "<i>se muore..., se non muore...</i>" e trascuriamo tutto il resto. <b><span style="color: whitesmoke;">Quella parola, '<i>morire</i>', è solo il dito che ci indica il vero nocciolo del discorso: "<u>produrre vita</u>"</span></b>. <b><span style="color: gold;">La gloria di Dio non sta nel morire, ma nel dare molto frutto</span></b>. <span style="color: #04ff00;">Perché il chicco di grano, come qualsiasi seme, anche se sembra qualcosa di secco e arido, in realtà è una bomba di vita</span>. Perché il seme, una volta posto nel terreno, in realtà non muore, ma si trasforma. Il seme offre al germe (<i>ma seme e germe non sono due cose diverse, sono la stessa cosa</i>) il suo nutrimento, come una madre offre al bimbo il suo seno. E quando il seme ha dato tutto, il germe si lancia verso il basso con le radici e poi verso l'alto con la punta fragile e potentissima delle sue foglioline. Allora sì che il chicco muore, ma nel senso che <b><span style="color: gold;">la vita non gli è tolta ma trasformata in una forma di vita più evoluta e potente</span></b>, gli viene donata più vita.
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
Dio ama racchiudere<br />
il grande nel piccolo:<br />
l'universo nell'atomo<br />
l'albero nel seme<br />
l'uomo nell'embrione<br />
la farfalla nel bruco<br />
l'eternità nell'attimo<br />
l'amore in un cuore<br />
se stesso in noi.<br />
<br /></span></div>
<div style="color: whitesmoke; margin-right: 3em; text-align: right;">versi tratti da '<i>Ho buttato tutto ciò che potevo per fare più spazio al cuore</i>' di <i>Ferruccio Parrinello</i>
</div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;"><font face="verdana" size="4">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Geremia 31,31-34</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 50</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Ebrei 5,7-9</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Giovanni 12,20-33</span></i></div>
</font></div>
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<div><hr style="text-align: center; width: 25%;" /></div>
<div><br /></div>
<div><font size="2">* (Foto di <a href="https://unsplash.com/it/@adrian_infernus?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Adrian Infernus</a> su <a href="https://unsplash.com/it/foto/pianta-verde-su-terreno-marrone-durante-il-giorno-BN6iQEVN0ZQ?utm_content=creditCopyText&utm_medium=referral&utm_source=unsplash">Unsplash</a>)</font>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-5877550203090047642024-03-07T05:40:00.000+01:002024-03-07T05:40:38.916+01:00L'unico modo giusto di amare è esagerare - 10/3/2024 - IV Domenica di Quaresima<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPRX7i6IPf61TdsCv_29YLQ5eEDm0eYpKDWw_iQtVluHs_p4qHcsmCYN8oLsY5IDY6IhjZiBmmlh8g4b_xoL6V4z08UFvO5yh4QlnMP2nA9Xx3toPwlCxOkDsooEsiSl3t0J_VFaVMVt8kCqZJLRM1g4jN9q7VkfvTnuutPwrvcrL4p7BFUd5lxFXJ6A0t/s1453/patty-brito-eHOZjZEx7u8-unsplash.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1453" data-original-width="969" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPRX7i6IPf61TdsCv_29YLQ5eEDm0eYpKDWw_iQtVluHs_p4qHcsmCYN8oLsY5IDY6IhjZiBmmlh8g4b_xoL6V4z08UFvO5yh4QlnMP2nA9Xx3toPwlCxOkDsooEsiSl3t0J_VFaVMVt8kCqZJLRM1g4jN9q7VkfvTnuutPwrvcrL4p7BFUd5lxFXJ6A0t/w266-h400/patty-brito-eHOZjZEx7u8-unsplash.jpg" width="266" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Foto di Patty Brito su Unsplash</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Dio infatti ha tanto amato il mondo</span></i>».
</div>
<div>
È immenso quell'avverbio di quantità. "<i><span style="color: #04ff00;">Tanto</span></i>", senza misura, in maniera esagerata.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">La misura esagerata è la misura dell'amore</span></b>. Perché <b>di amore non ne riceviamo mai abbastanza</b>. Perché <b>di amore non ne doniamo mai a sufficienza</b>.
</div>
<div>
Gesù è venuto non per dare una nuova legge, ma per mostrarci l'amore di Dio e spronarci ad imitarlo.
</div>
<div>
Perché con la legge, una volta che la segui, sei a posto.
</div>
<div>
Ma con l'amore non sei mai a posto. Non puoi mai dire "<i><span style="color: #fcff01;">ho amato abbastanza</span></i>". Hai sempre la possibilità <u>e la capacità</u> di amare ancora un po' di più, ancora un po' meglio. Perché <b><span style="color: whitesmoke;">l'amore più lo doni, più cresce in te e attorno a te</span></b>.
</div>
<div><span style="color: #04ff00;">
L'unico modo giusto di amare è esagerare</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
L'amore scalda il cuore, illumina la vita dell'amato e dell'amante. Illumina le nostre notti come ha illuminato la notte di Nicodemo (<i>lui era andato da Gesù di notte</i>). L'amore è una forza immensa, che "<span style="color: #00f5ff;">move il sole e l'altre stelle</span>" (<i>Paradiso, XXXIII, v. 145</i>) ci ricorda Dante. È una forza che mi fa rinascere alla fiducia, alla speranza, alla serena pace, alla voglia di amare, di custodire e coltivare persone, talenti, creature, tutto intero il piccolo giardino che Dio mi ha affidato.
</div>
<div>
<b><span style="color: whitesmoke;">Non solo l'uomo, ma anche il mondo è amato</span></b>, la terra è amata, e gli animali e le piante e la creazione intera.
</div>
<div>
E se Dio ama la terra, anch'io posso e devo amarla, con i suoi spazi, i suoi figli, il suo verde, i suoi fiori.
</div>
<div>
E se Egli ha amato il mondo e la sua bellezza fragile, allora anche tu amerai il creato come te stesso, lo amerai come il prossimo tuo: "<span style="color: #00f5ff;">mio prossimo è tutto ciò che vive</span>" (<i>Gandhi</i>).
</div>
<div><br /></div>
<div>
Gesù è venuto per amore, per portare tutti a Dio. Perché <b><span style="color: gold;">a Dio non interessano i tribunali</span></b>. A Dio non interessa fare processi contro di noi, né per condannare né per pareggiare i conti. Ma neppure per assolverci. <b>La vita degli amati da Dio non è a misura di tribunale, ma a misura di abbracci, di carezze, di sorrisi, di pane condiviso</b>. Di amore sparso senza misura, seminato su tutti i terreni (<i>Mt 13,1-23</i>, <i>Mc 4,1-20</i> e <i>Lc 8,4-15</i>).
</div>
<div><br /></div>
<div>
Gesù è venuto perché il mondo sia salvato. Salvare vuol dire curare, vuol dire conservare. <b><span style="color: gold;">Nulla andrà perduto</span></b>, non un sospiro, non una lacrima, non un filo d'erba. Non andrà perduta nessuna generosa fatica, nessuna dolorosa pazienza, nessun gesto di cura per quanto minuscolo e nascosto.
</div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;"><i>
If I can stop one heart from breaking<br />Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi</i><br />
<br />
If I can stop one Heart from breaking<br />
I shall not live in vain<br />
If I can ease one Life the Aching<br />
Or cool one Pain<br />
Or help one fainting Robin<br />
Unto his Nest again<br />
I shall not live in Vain<br />
<br /></span></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; text-align: right; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi<br />
non avrò vissuto invano<br />
Se allevierò il dolore di una vita<br />
o guarirò una pena<br />
o aiuterò un pettirosso caduto<br />
a rientrare nel nido<br />
non avrò vissuto invano<br />
<br /></span></div>
<div style="color: whitesmoke; margin-right: 3em; text-align: right;"><i>Emily Dickinson</i>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;"><font face="verdana" size="4">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">2 Cronache 36,14-16.19-23</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 136</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Efesini 2,4-10</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Giovanni 3,14-21</span></i></div>
</font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-44472947117494300712024-02-29T05:40:00.000+01:002024-02-29T05:40:56.204+01:00Purificare il tempio che sono io - 3/3/2024 - III Domenica di Quaresima<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKqXKtLASInYdj9-hbqWxeRIl47QXp2lk7pse7wiES8r8D8cezRg3EHueshxbRmojSJthbaFRCRBJDa4ACFzWX89QQPoR_Wd8VUGLcedh646ei43MamWSddFmKgdGodn6KALZJMjKfDAuEXxQ8-eK8p3N4fCwb_RoiJjSGdR7WQsz0FgAIxBX_RicW_GaU/s972/Cacciata_dei_mercanti_dal_tempio.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="931" data-original-width="972" height="384" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKqXKtLASInYdj9-hbqWxeRIl47QXp2lk7pse7wiES8r8D8cezRg3EHueshxbRmojSJthbaFRCRBJDa4ACFzWX89QQPoR_Wd8VUGLcedh646ei43MamWSddFmKgdGodn6KALZJMjKfDAuEXxQ8-eK8p3N4fCwb_RoiJjSGdR7WQsz0FgAIxBX_RicW_GaU/w400-h384/Cacciata_dei_mercanti_dal_tempio.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cacciata dei mercanti dal tempio (bronzo)<br />Lorenzo Ghiberti<br />Porta nord del battistero di San Giovanni (Firenze)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio</span></i>»</div>
<div>
Questo brano viene in mente spesso a chi non crede, magari quando visita Lourdes o qualche altro centro religioso molto frequentato. E non hanno del tutto torto.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ma a me ultimamente fa venire in mente san Paolo quando dice che <span style="color: #ff2020;">noi siamo tempio di Dio</span> (<i>1Cor 3, 16</i>).
</div>
<div>
Io sono tempio di Dio, e io ho lasciato entrare i mercanti, ho lasciato che questo tempio di Dio che sono io sia diventato '<i>una spelonca di briganti</i>'.
</div>
<div>
Ogni volta che sono andato in chiesa per mercanteggiare col Signore per <i>comprare</i> un pezzetto di Paradiso sono stato un mercante.
</div>
<div>
Ogni volta che ho pregato e implorato solo quando mi trovavo con l'acqua alla gola sono stato un mercante.
</div>
<div>
Ogni volta che ho preteso che Dio mi esaudisse quando e come volevo io, che Lui fosse a mia disposizione, sono stato un mercante.
</div>
<div>
Questo tempio di Dio che sono io sarà veramente purificato quando le sue frustate avranno cacciato fuori questa mia mentalità mercantile, questo mio cercare di acquistare il Paradiso, questa mia concezione utilitaristica della religione.
</div>
<div>
Questo tempio di Dio che sono io sarà veramente purificato quando il Signore da persona religiosa mi avrà trasformato in persona di fede. <span style="text-indent: 1em;">Quando da uno che ha una religione mi avrà fatto uno che vive una fede.</span></div>
<div><br /></div>
<div>
Ma c'è un particolare, presente solo in Giovanni, che mi colpisce: Gesù fustiga tutti, sparge a terra banchetti, merci e soldi, ma <span style="color: #04ff00;">ai venditori di colombe rivolge la parola</span>!
</div>
<div>
La colomba era l'offerta dei poveri, era l'offerta fatta da sua mamma Maria e suo papà Giuseppe. In questo '<i>non infierire</i>' mi pare ci sia come <span style="color: #04ff00;">un riguardo verso i poveri, verso gli umiliati dalla vita e dall'egoismo dei potenti</span>.
</div>
<div>
Mi sembra che Gesù ci voglia dire che l'alternativa al tempio '<i>covo dei briganti</i>', non è il '<i>tempio dei perfetti</i>', ma <span style="color: #04ff00;">il tempio aperto alle persone che sanno di essere imperfette</span>, ma che si sforzano di vivere meglio che possono. Delle persone che cercano in Dio il compagno di strada che ci guida verso la rettitudine, spronandoci, confortandoci e <b><span style="color: gold;">aiutandoci ad rialzarci quando inciampiamo e ruzzoliamo a terra</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Esodo 20,1-17</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 18</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 1,22-25</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Giovanni 2,13-25</span></i></div>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-80897942111212824562024-02-22T05:33:00.000+01:002024-02-22T05:33:08.395+01:00Luce che mette ali alla nostra speranza - 25/2/2024 - II Domenica di Quaresima<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU3-CefEkRgydLrKzF5NMPsg1E1TEKinkUpN6QgFB5typZuXASuMmpEIWegpt78xyDTOrX03IBTMW0rr56YeIK9QONJ5vH5YR5aGW7KeiRLc7bT1sW04rxvlQYyhX-315BLDmPr7m6YhpQWS2QkcNQEqdgqtrEiJpJk9oUrPy2Qh1S7QjjwrO7kD_xrXgG/s1008/Trasfigurazione%20Varallo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="756" data-original-width="1008" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU3-CefEkRgydLrKzF5NMPsg1E1TEKinkUpN6QgFB5typZuXASuMmpEIWegpt78xyDTOrX03IBTMW0rr56YeIK9QONJ5vH5YR5aGW7KeiRLc7bT1sW04rxvlQYyhX-315BLDmPr7m6YhpQWS2QkcNQEqdgqtrEiJpJk9oUrPy2Qh1S7QjjwrO7kD_xrXgG/w400-h300/Trasfigurazione%20Varallo.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Trasfigurazione <br />Sacro Monte di Varallo (VC)<br />Cappella XVII (seconda metà 17° secolo)<br /><br /></td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Domenica scorsa avevamo la luce colorata dell'arcobaleno. Oggi nel Vangelo abbiamo <span style="color: #01ffff;">la luce bianca della Trasfigurazione</span>. Questa luce accende la nostra vita, <b>questo Vangelo mette le ali alla nostra speranza</b>.
</div>
<div>
La luce che viene dal Tabor proclama che il buio, il male, la violenza non vinceranno. Sembrano dilagare, soverchiare tutto ciò che incontrano, ma non è questo il destino dell'uomo. Il buio non avrà l'ultima parola.
</div>
<div>
Perché nell'uomo c'è luce! E <span style="color: #04ff00;">se i tuoi occhi sono luminosi, scoprono la luce degli altri</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Gesù porta i suoi amici su un alto monte. La cima di una montagna è il primo luogo illuminato dal sole nascente e l'ultimo su cui giunge la luce al tramonto. <span style="color: #04ff00;">La montagna è la terra che si innalza verso il cielo, verso la luce</span>. È il punto d'incontro tra Dio e l'uomo, il luogo che Dio ha scelto, nella Bibbia, per rivelarsi. E difatti accanto a Gesù compaiono Mosè ed Elia, gli unici che hanno veduto Dio.
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<div><br /></div>
<div>
Nessuno dei Vangeli che raccontano la Trasfigurazione (<i>Mt 17,1-9</i>, <i>Mc 9,2-10</i> e <i>Lc 9,28-36</i>) racconta i particolari di quello che è successo, tranne quello delle vesti che diventano splendenti. Talmente bianche che «<i><span style="color: #ff2020;">nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche</span></i>» specifica Marco.
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<div>
Ma se le vesti sono così splendenti, come risplenderà il corpo? e il cuore?
</div>
<div><span style="color: #04ff00;">
Quando il cuore gioisce e risplende, lo splendore si comunica anche agli occhi</span>, il volto si illumina, e anche il corpo e le vesti si '<i>colorano</i>' di festa.
</div>
<div>
Nel passo parallelo, Matteo dice che il volto di Gesù «<i><span style="color: #ff2020;">brillò come il sole</span></i>» (<i>Mt 17, 2</i>). <b><span style="color: whitesmoke;">Chiunque riempie la propria vita di amore, fa dell'amore la bussola che lo dirige, ha già dentro di sé la vita eterna, è già resuscitato</span></b>.
</div>
<div>
Ho avuto la fortuna di conoscere delle persone che vivevano di Dio e per Dio. Nonostante l'età avanzata avevano degli occhi da fanciullo, uno sguardo luminoso che ti illuminava e ti scaldava il cuore.
</div>
<div>
Come ha detto don Pino Puglisi, "<i><span style="color: #00f5ff;">l'amore di Dio purifica</span></i>". Non veniamo spersonalizzati dall'amore di Dio, anzi. La nostra personalità, la nostra unicità viene esaltata e potenziata. Viene donata una luce nuova alle nostre capacità, alla nostra volontà, a tutta la nostra persona. E allora <span style="color: #04ff00;">possiamo essere candela nella notte per gli altri</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Il racconto termina con la voce che esce dalla nube e che dice «<i><span style="color: #ff2020;">ascoltatelo!</span></i>» Ecco cosa dobbiamo fare perché la luce lavori in noi, dobbiamo ascoltarlo. E ascoltarlo significa fare le scelte che ha fatto Lui, preferire le cose che Lui preferiva, lavorare per le cose per cui lavorava Lui.
</div>
<div>
Dobbiamo ascoltare la luce. Il mondo è intriso di luce, lo sanno tutte le religioni, ma lo sanno anche gli innamorati, i puri di cuore, i giusti. Lo spiega molto bene Olivier Clément: "<i><span style="color: #00f5ff;">ora io so che alle sorgenti della bellezza, della pace e dell'energia, all'origine di quelle falde di fuoco presenti nel cosmo e nell'uomo è posto Gesù di Nazareth</span></i>".
</div>
<div>
Ascoltiamolo, e <b><span style="color: gold;">potremo vedere il divino affacciarsi dal fondo di ogni creatura</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,<br />
non dimenticare il cibo delle colombe.<br /><br />
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,<br />
non dimenticare coloro che chiedono la pace.<br /><br />
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,<br />
coloro che mungono le nuvole.<br /><br />
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,<br />
non dimenticare i popoli delle tende.<br /><br />
Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri,<br />
coloro che non trovano un posto dove dormire.<br /><br />
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,<br />
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.<br /><br />
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,<br />
e dì: <b>magari fossi una candela in mezzo al buio</b>.<br />
<br /></span></div>
<div style="color: whitesmoke; margin-right: 3em; text-align: right;"><i>Mahmoud Darwish</i> (1941-2008)
</div>
</font></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Genesi 22,1-2.9.10-13.15-18</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 115</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Romani 8,31-34</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Marco 9,2-10</span></i></div>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-32652396572506224932024-02-15T05:26:00.003+01:002024-02-15T05:34:10.546+01:00L'arcobaleno, un abbraccio colorato tra il cielo e la terra - 18/2/2024 - I Domenica di Quaresima<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRu0c8vHFkxrcBp5pZ0TmGDrBDyE5EjmcjkeTAaiTlCeImGzmGrnnJXu5GEkWMBfWWGmHfHprdtj1VaezZTqMQESMopM3JsJLSjjSoCP4oxKikkbXe8Zlv2E8CjgMk2_po1sMYWR0hraYH4OmYvR9Gaubnm0d_vCokBM-c6JnOGErX1VqhnoosTWQvsSQy/s1208/Arcobaleno%20nel%20deserto.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="680" data-original-width="1208" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRu0c8vHFkxrcBp5pZ0TmGDrBDyE5EjmcjkeTAaiTlCeImGzmGrnnJXu5GEkWMBfWWGmHfHprdtj1VaezZTqMQESMopM3JsJLSjjSoCP4oxKikkbXe8Zlv2E8CjgMk2_po1sMYWR0hraYH4OmYvR9Gaubnm0d_vCokBM-c6JnOGErX1VqhnoosTWQvsSQy/w400-h225/Arcobaleno%20nel%20deserto.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Arcobaleno nel deserto<br />(Foto di Dan Meyers su Unsplash)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Marco in tutto il suo Vangelo è sempre molto laconico, di poche parole, ma qui raggiunge una sobrietà imbattibile, da vero record: in due frasi stringatissime ci sono le <u>Tentazioni</u> e l'<u>inizio della predicazione</u>!
</div>
<div>
Sono questi i due temi di questa domenica.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Nella prima frase siamo subito dopo il battesimo nel Giordano, e abbiamo la prima sorpresa. Lo stesso Spirito che si era posato su di Lui come colomba, adesso, invece di proteggerlo, lo butta nel deserto.
</div>
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Sospinse Gesù nel deserto</span></i>» letteralmente sarebbe "<span style="color: #ff2020;">lo spinse fuori</span>". Marco usa un verbo che indica non una dolce pressione, ma una spinta decisa, quasi violenta. È un verbo molto simile a quello usato per indicare la <span style="color: #04ff00;">cacciata di Adamo ed Eva dall'Eden</span> (<i>Gen 3,24</i>). Gesù, nuovo Adamo, affronta il mondo percorso dalle potenze del male («<i><span style="color: #ff2020;">stava con le bestie selvatiche</span></i>»), per iniziare il ritorno dell'umanità verso il Giardino perduto («<i><span style="color: #ff2020;">gli angeli lo servivano</span></i>»).
</div>
<div>
Lo Spirito non tiene al sicuro, al calduccio, il credente, ma è "<span style="color: #01ffff;"><i>soffio</i></span>" che sospinge verso il mondo. '<i><span style="color: #01ffff;">Caccia fuori</span></i>' dal tepore del pietismo, dagli schemi collaudati, dalle strutture che invece di favorire la vita favoriscono solo la loro esistenza. Lo Spirito fa uscire allo scoperto, ci butta proprio dentro alle difficoltà. Dopo averci immerso nelle acque del battesimo, <span style="color: #04ff00;">ci immerge nelle acque dell'esistenza quotidiana</span>.
</div>
<div>
È il '<i><span style="color: #04ff00;">battesimo nell'umanità</span></i>'.
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<div>
<b><span style="color: gold;">Lo stesso Spirito che ci fa diventare figli di Dio, ci fa diventare '<i>fratelli di tutti gli uomini</i>'</span></b>. Ci unisce verso l'alto e verso il basso
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<div><br /></div>
<div>
L'atteggiamento con cui dovremmo affrontare la Quaresima ci viene indicato dalla seconda parte del brano di oggi. <b><span style="color: whitesmoke;">Non dobbiamo cominciare la Quaresima con il volto accigliato, ma con un sorriso</span></b>. Gesù inizia con un annuncio gioioso, che dalla Galilea raggiunge tutte le strade del mondo. Apre la sua missione con una buona notizia: «<i><span style="color: #ff2020;">Il regno di Dio è vicino</span></i>».
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Gesù è venuto ad annunciare, non a denunciare</span></b>. Non viene come un riformatore religioso o come un rigido moralista, ma come il messaggero di una bella notizia straordinariamente gioiosa: <b>puoi vincere il male, dentro e fuori di te</b>!
</div>
<div>
Il male è ciò che fa male all'uomo, ed è evocato oggi dal racconto dei quaranta giorni passati da Gesù nel deserto, tentato da Satana. <b>Per fare questo non basta il tuo sforzo, devi prima conoscere la bellezza del dono di Dio</b> che sta accadendo: il regno di Dio è qui.
</div>
<div>
Dio viene e guarisce la vita, ti dà il suo respiro, il suo sorriso, la sua vita. A tutti e senza misura. E non ti lascia più, se tu non lo lasci. <span style="color: #04ff00;">Dio viene perché il mondo sia totalmente diverso</span>, un mondo dove sia possibile vivere bene, trovare la pienezza della vita, della felicità.
</div>
<div>
Con il suo annuncio Gesù ci fa il primo regalo, ci dice "<span style="color: #ff2020;">voi siete immersi in un mare d'amore ma non ve ne rendete conto</span>". E aggiunge: "<span style="color: #ff2020;">convertitevi!</span>", cioè '<i><span style="color: #01ffff;">cambiate sguardo, guardate questo mare d'amore, guardate verso questa luce che è il volto di Dio e scoprite che ogni uomo può essere un amico</span></i>'.
</div>
<div><br /></div>
<div>
La prima lettura ci svela un Dio che inventa l'arcobaleno, questo ponte colorato tra cielo e terra. Ci racconta di un <span style="color: #04ff00;">Dio inventore di comunione con tutto ciò che vive</span>. Ci dice che tu puoi lasciare Dio, ma Lui non ti lascerà mai.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ma allora come si può vincere il male che è dentro di noi e fuori di noi? La strada ce la indica Gesù: non contare sul tuo sforzo, sulla tua volontà, ma sulla forza del Regno che è già dentro di te, una forza che è potente ma mite, pacifica.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Si può vincere il male solo contando sul bene</span></b>, seguendo l'esempio di Gesù scegliere sempre l'amore. Padre David Maria Turoldo ha scritto: "<i><span style="color: whitesmoke;">Noi moriamo perché adoriamo cose da nulla, perché scegliamo amori da nulla</span></i>". La tentazione è sempre tra due amori. Io <b>vinco se scelgo l'amore più grande</b>. L'amore che è già qui.
</div>
<div>
Si tratta di credere alla '<b><i>Buona Notizia</i></b>' che è l'amore, a questa realtà che è dentro e fuori di noi e che ha la bellezza di un arcobaleno.
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
Nomade d'amore,<br />
ho lasciato la ricchezza del palazzo<br />
per un arcobaleno.<br />
Tu hai spalancato la mia vita<br />
sei vento che soffia e gonfia le vele<br />
seguirti è cosa da gente coraggiosa.<br />
lo mi sono lasciata afferrare da te<br />
e catturandomi mi hai liberata:<br />
ora cammino a un passo da regina.<br />
<br />
Come in un tuffo in acque profonde<br />
dapprima ho avuto paura<br />
ma ora ho in dono da te<br />
un nuovo respiro.<br />
<br />
Scintilla d'eterno mi sento<br />
vicino a te<br />
eretta, regale.<br />
<br />
Con gli occhi nel sole<br />
a ogni alba io so<br />
che rinunciare per te<br />
è uguale a fiorire.<br /></span></div>
<div style="color: whitesmoke; margin-right: 3em; text-align: right;"><i>Marina Marcolini</i>
</div>
</div>
</font></div><font face="verdana" size="4">
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Genesi 9,8-15</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 24</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Prima Pietro 3,18-22</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,12-15</span></i></div>
</div> </font>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-84256810618745626192024-02-08T05:38:00.000+01:002024-02-08T05:38:51.312+01:00Non c'è legge che Dio non sia disposto ad infrangere per salvarti - 11/2/2024 - VI Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYh1IowoDvVXKELP8lhFzS4tG7Tv5nWpW9ONOXJhwagabTxopQs4YDJYNd1EYWL8FqQYNpUQ-fwEhmIxgEJLOgaz3l4gFhmh0F_cQ_ftGDEwQkvQwdzXDJFJ5sKs0DXX_eHHua6wPxwYRtTIsCdByvo_qfWBO1Ctkwx7Jurq4br3nf7bgIDq8WlrVwtCP/s905/Gesu-e-il-lebbroso.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="552" data-original-width="905" height="244" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGYh1IowoDvVXKELP8lhFzS4tG7Tv5nWpW9ONOXJhwagabTxopQs4YDJYNd1EYWL8FqQYNpUQ-fwEhmIxgEJLOgaz3l4gFhmh0F_cQ_ftGDEwQkvQwdzXDJFJ5sKs0DXX_eHHua6wPxwYRtTIsCdByvo_qfWBO1Ctkwx7Jurq4br3nf7bgIDq8WlrVwtCP/w400-h244/Gesu-e-il-lebbroso.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gesù e il lebbroso<br />(Duomo di Monreale - mosaico)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Andiamocene altrove</span></i>» aveva detto Gesù nel Vangelo di domenica scorsa. E sono andati altrove.
</div>
<div>
Solo che l'altrove di Gesù non è lo stesso che pensavano i discepoli. Loro pensavano di andare di successo in successo («<i><span style="color: #ff2020;">Tutti ti cercano!</span></i>» gli avevano detto), vedevano già tappeti rossi stesi per accoglierli in un tripudio di folla.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">L'altrove di Gesù lo incontrano oggi: è un lebbroso</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Abbiamo sentito dalla prima lettura quale siano le regole per i lebbrosi: esclusione totale da ogni contatto. Vengono trattati e considerati peggio della spazzatura. E alla gogna sanitaria si aggiunge il fatto che per la mentalità del tempo la lebbra era una punizione di Dio per una qualche colpa gravissima.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">L'altrove di Gesù è la persona rifiutata e scartata dagli uomini e, secondo le persone '<i>pie</i>', anche da Dio</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Se vuoi, puoi purificarmi!</span></i>» gli ha urlato il lebbroso. Un grido che risuonerà spesso nella vita di Gesù. Da questo lebbroso, passando dal cieco di Gerico «<i><span style="color: #ff2020;">Gesù, abbi pietà di me!</span></i>» (Mc 10, 47b) per arrivare fino al ladrone crocifisso accanto a lui «<i><span style="color: #ff2020;">Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno</span></i>» (Lc 23, 42).
</div>
<div>
Non c'è nulla di ciò che affligge l'uomo che non affligga anche Dio. <b><span style="color: gold;">Non c'è nessuna legge che Dio non sia disposto ad infrangere per salvare l'uomo</span></b>.
</div>
<div>
Perché Lui ha una sola legge: l'<b>amore per ogni essere umano, nessuno escluso!
</b></div>
<div><br /></div>
<div>
E la risposta di Gesù è da far tremare i polsi: «<i><span style="color: #ff2020;">Lo voglio</span></i>». Dico che fa tremare i polsi perché in tutto l'Antico Testamento il rapporto tra Dio e il popolo d'Israele viene presentato come un matrimonio, e quindi mi fa venire in mente il matrimonio, quando il coniuge, risponde così alla domanda "<i><span style="color: #00f5ff;">vuoi tu prendere ... nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita?</span></i>".
</div>
<div>
Non importa quanto la vita ti abbia sfigurato o quanti errori tu abbia fatto. Se quando Gesù ti passa accanto hai l'istinto ti rivolgergli un tuo sospiro, Lui lo accoglie e ti accoglie. Ti dice che starà con te qualunque cosa accada, "<i><span style="color: #04ff00;">nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore</span></i>", che ti sarà sempre fedele e che <span style="color: yellow;">ti amerà per l'eternità</span>.
</div>
<div>
Ti dice che <b><span style="color: whitesmoke;">la sua fame e la sua sete di te sono senza fine</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; margin-right: 2em; right: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
Un ricordo di padre Ernes Ronchi:<br />
Tempo fa ho visitato un lebbrosario in Amazzonia e un lebbroso alla messa pregò così: «<i>Chiediamo al Signore che aiuti padre Ermes, perché in Europa è tanto difficile mantenere la fede</i>». Invece di pregare per sé, pregava per me. Alla fine della messa gli ho chiesto: «Ma tu, quando incontrerai il Signore, gli domanderai perché sei stato lebbroso?». E lui: «<i>Io non gli chiederò niente, mi sono sempre fidato</i>».
</span>
</div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Levitico 13,1-2.45-46</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><i><span style="color: white;">Salmo 31</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 10,31-11,1</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,40-45</span></i></div>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-33261551759407071392024-02-01T05:34:00.001+01:002024-02-01T05:34:56.840+01:00La 'giornata tipo' di Gesù - 4/2/2024 - V Domenica Tempo Ordinario<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRWNVfE9p6-f3UZuNlbgHGJfh1sLduW6wcNM3AcIhYG1gOAnV6MIvJFSRBlI9NduccuB84EEh47oe731jKyQ3gL6aHPNOJLnL18rYyPCmTFxjpH1N711B4_I6XunQwt3QeESQKMCKy8pCTvSoxrnlcX1a9aD4GpaQYQC0P1Wbl43P7bAErMZtm-RQSZk3W/s5611/(Foto:%20Patrick%20Schneider%20-%20Unsplash).jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="3360" data-original-width="5611" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRWNVfE9p6-f3UZuNlbgHGJfh1sLduW6wcNM3AcIhYG1gOAnV6MIvJFSRBlI9NduccuB84EEh47oe731jKyQ3gL6aHPNOJLnL18rYyPCmTFxjpH1N711B4_I6XunQwt3QeESQKMCKy8pCTvSoxrnlcX1a9aD4GpaQYQC0P1Wbl43P7bAErMZtm-RQSZk3W/w400-h240/(Foto:%20Patrick%20Schneider%20-%20Unsplash).jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><p style="margin: 0px; text-align: center; white-space-collapse: preserve;">Foto: Patrick Schneider (Unsplash)</p></td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Il brano del Vangelo di oggi, insieme a quello di domenica scorsa, racconta la prima giornata della '<i>vita pubblica</i>' di Gesù, e il fatto che sia nel primo capitolo di Marco ci dice che rappresenta <span style="color: #04ff00;">la giornata tipica del maestro</span>.
</div>
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Questa giornata inizia con la preghiera comunitaria, in sinagoga, e finisce, <span style="color: #04ff00;">aprendosi alla giornata successiva</span>, con la preghiera personale. In mezzo ci sono l'insegnamento (<i>la predica in sinagoga</i>) e le opere (<i>liberazione dallo spirito maligno in sinagoga, guarigione della suocera di Pietro, guarigioni e liberazioni dai demoni alla sera</i>).
</div>
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Una giornata piena, con impegni e contemplazione, stare con gli amici e mescolarsi alla gente comune, attenzione alla miseria umana e attenzione a Dio, entrare e uscire.
</div>
<div><br /></div>
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Ad una prima lettura può sembrare che ci sia un contrasto: città-deserto; folla-solitudine. Cioè la città come momento dell'attività e il deserto come momento della preghiera; la folla come '<span style="color: yellow;">luogo</span>' dell'incontro con gli altri, la solitudine come '<span style="color: yellow;">luogo</span>' dell'incontro con Dio.
</div>
<div>
Ma dobbiamo fare attenzione che in Dio le due cose non sono contrapposte. Il '<span style="color: #04ff00;">darsi</span>' e il '<span style="color: #04ff00;">sottrarsi</span>' sono complementari, si completano a vicenda. Le due braccia della preghiera comunitaria e della preghiera solitaria servono ad abbracciare e sostenere le azioni della predicazione, dell'incontro con gli altri e della loro guarigione. Senza l'abbraccio le azioni fanno fatica a stare in piedi, e senza le azioni le braccia stringerebbero il vuoto.
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<div>
<b><span style="color: gold;">Gesù non ritiene esaurito il proprio compito perché ha insegnato, guarito, liberato, alleviato le sofferenze umane. La solitudine e la preghiera fanno parte integrante del suo ministero, completano la sua agenda degli impegni.</span></b>
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<div><br /></div>
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E dopo la preghiera Gesù non rimane fermo, si spinge (<span style="color: #04ff00;">e spinge gli Apostoli</span>) altrove. <b><span style="color: gold;">La preghiera non è solo il culmine dell'attività, ma ne è anche sorgente</span></b>.
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Il deserto è il luogo delle decisioni imprevedibili, la preghiera deve aprirsi, <b><span style="color: whitesmoke;">e aprirmi</span></b>, alla dimensione dell'imprevedibilità, della sorpresa, della creatività.
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Nella preghiera scopriamo nuovi sentieri da percorrere. La vera preghiera spinge '<i><span style="color: #01ffff;">altrove</span></i>' perché ci rende docili allo Spirito, perché ci libera dai calcoli e dalle prudenze umane.
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<div><br /></div>
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Se il deserto non ci fa aprire lo sguardo sul nuovo, sul '<i><span style="color: #01ffff;">non ancora</span></i>', sull'inesplorato per il Regno, allora può trasformarsi nel luogo della falsa sicurezza, della pigrizia mascherata da fedeltà. Si tratta di scoprire una geografia inedita e infinita o di adagiarsi nella ripetitività, nel '<i><span style="color: #01ffff;">si è sempre fatto così</span></i>'.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Giobbe 7,1-4.6-7</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Salmo 146</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 9,16-19.22-23</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,29-39</span></i></div>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-19385625390605689172024-01-25T05:33:00.000+01:002024-01-25T05:33:57.568+01:00Ogni uomo è 'faccenda' di Dio - 28/1/2024 - IV Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8vwBLyJq_JowC_pR5O2TJ2rhzfwppH8KL8zk2leqmEhto-I5JB2xt7fS3BJv1Cq4vIbEjavVa0jLkqpTIbxV6S5HsgK2L0cU_7ECJK2yNIwMRh5-yTnzp3gMvZESvVdZtQ1yKX6g5pDyvJqUlJjjsCDJnDroW8jFnX_9uSF0zkzgb9KJBDs97yueWWjJH/s941/dar-pan.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="627" data-original-width="941" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8vwBLyJq_JowC_pR5O2TJ2rhzfwppH8KL8zk2leqmEhto-I5JB2xt7fS3BJv1Cq4vIbEjavVa0jLkqpTIbxV6S5HsgK2L0cU_7ECJK2yNIwMRh5-yTnzp3gMvZESvVdZtQ1yKX6g5pDyvJqUlJjjsCDJnDroW8jFnX_9uSF0zkzgb9KJBDs97yueWWjJH/w400-h266/dar-pan.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La fede ha il sapore del pane condiviso<br />(foto: <i>Gustavo Di Nucci</i>)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
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Nella sinagoga di Cafarnao Gesù compie il primo miracolo, ed è un miracolo di liberazione.
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<div><br /></div>
<div>
Il primo miracolato, è un indemoniato che sta pregando nella comunità. È un habitué del sabato, uno che di prediche e di spiegazioni della Torah ne deve aver ascoltate un mucchio. Eppure ha dentro di sé ha «<i><span style="color: #ff2020;">uno spirito impuro</span></i>». Può capitare di passare tutta una vita andando ogni sabato in sinagoga, ogni domenica in chiesa, pregare, ricevere i Sacramenti, eppure mantenere dentro uno spirito malato. "<span style="color: #00f5ff;">Si può vivere tutta una vita come cristiani della domenica senza farsi mai toccare dalla Parola di Dio</span>" (<i>Gaetano Piccolo s.j.</i>). È questione di lasciare che la fede resti un '<span style="color: #54ff9f;"><i>sapere</i></span>' (precetti, comandamenti, latino, paramenti e giaculatorie varie), senza mai far sì che diventi un '<span style="color: #54ff9f;"><i>sapore</i></span>'.
</div>
<div>
Perché <b><span style="color: whitesmoke;">la vera fede ha il sapore del pane condiviso</span></b> con chi si trova vicino a te in quel momento, ha il profumo di un abbraccio, il calore di un sorriso fatto a chi non se lo aspetta. La vera fede scende dal cervello e si radica nel cuore. <b><span style="color: gold;">La vera fede non si preoccupa di stabilire chi è dentro o fuori dalla Chiesa, ma sogna di farci entrare tutti</span></b>.
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<div><br /></div>
<div>
Ma cerchiamo di capire un po' di più cosa ha fatto Gesù. Lui ha individuato alla radice le forze che impediscono ad un uomo di essere uomo. E si impegna a denunciarle ed esorcizzarle. Si impegna a liberare l'uomo da tutto ciò che deturpa l'immagine di Dio che egli è, da tutte quelle forze come il denaro, il potere, la paura, la brama di dominare e tante altre, che gli danno una falsa sicurezza, ma in realtà lo incatenano e lo schiacciano sempre più in basso.
</div>
<div>
Questo perché <span style="color: #04ff00;">i nemici dell'uomo sono i nemici di Dio</span>. Tutto ciò che attenta alla dignità di un essere umano, di una persona, è bestemmia alla gloria di Dio. Tutto ciò che minaccia l'uomo è un oltraggio a Dio. Difendere Dio vuol dire innanzi tutto difendere la sua "<span style="color: #ff2020;">immagine e somiglianza</span>". <span style="color: #04ff00;">Dio non sa che farsene degli omaggi alla sua santità quando la poi deturpiamo sfregiando la sua immagine che è ogni essere umano</span>. Ogni offesa ad un essere umano, a qualsiasi essere umano, è contraria alla dottrina e alla morale.
</div>
<div><br /></div>
<div>
L'uomo, <b><span style="color: gold;">ogni uomo è faccenda di Dio, checché ne dica chi cerca di usare Dio per il proprio interesse di parte</span></b>.
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<div><br /></div>
<div>
In fondo l'indemoniato ha detto la verità: <b><span style="color: gold;">Dio è venuto per rovinare Satana. Anche se Satana, dal giardino dell'Eden in poi, dice che Dio è venuto per rovinare l'uomo</span></b>.
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<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Deuteronomio 18,15-20</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Salmo 94</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 7,32-35</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,21-28</span></i></div>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-86925733247541228092024-01-18T05:38:00.000+01:002024-01-18T05:38:05.836+01:00Dio si mette alla ricerca degli uomini - 21/1/2024 - III Domenica Tempo Ordinario o della Parola di Dio<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRf53jBmBA4rwdOinK5te-i3Eml6YpHO8PAJsDpr2Jh5PAa_GJA-zm6cLrZJ5MvqB5W8XaQXH10cw3O7Z4vERj8_w8B1ti_oN0g9kZNGObca-x9cDiv6CKEpILb9U0LAITPZwWkp16H9XMyjmK-6Fh3nS_51W54-YfEWaWkOGLVzKISVwPhSlbCr6exxq5/s896/chiamata%20Pietro.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="682" data-original-width="896" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRf53jBmBA4rwdOinK5te-i3Eml6YpHO8PAJsDpr2Jh5PAa_GJA-zm6cLrZJ5MvqB5W8XaQXH10cw3O7Z4vERj8_w8B1ti_oN0g9kZNGObca-x9cDiv6CKEpILb9U0LAITPZwWkp16H9XMyjmK-6Fh3nS_51W54-YfEWaWkOGLVzKISVwPhSlbCr6exxq5/w400-h305/chiamata%20Pietro.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Chiamata di Pietro e Andrea<br />mosaico secc. V/VI<br />S. Apollinare Nuovo - Ravenna</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
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Marco, nel sui Vangelo, ci presenta un Gesù sempre in movimento, e che mette in movimento le persone. Questa scena della prima chiamata è essenziale, schematica, e presenta alcuni elementi comuni nelle chiamate dei discepoli.
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<div><br /></div>
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I primi da sottolineare da parte del Cristo sono lo <span style="color: #01ffff;">sguardo</span> e l'<span style="color: #01ffff;">iniziativa</span>.
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<div>
<b><span style="color: whitesmoke;">Sguardo</span></b> - Quel «<i><span style="color: #ff2020;">vide</span></i>» non è una notazione banale. Qui è uno sguardo che mette a fuoco una persona, che ne legge il cuore. Uno sguardo che sceglie, che elegge, che tira fuori dalla folla. L'incontro inizia col '<i><span style="color: #04ff00;">vedere</span></i>' la persona al di là delle apparenze. Ma è anche uno <span style="color: #04ff00;">sguardo che diventa messaggio, proposta di comunione</span>.
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<div>
<b><span style="color: whitesmoke;">Iniziativa</span></b> - Nel giudaismo del tempo erano i discepoli che cercavano e sceglievano il maestro. Gesù, fin dal principio, sovverte il '<i>si è sempre fatto così</i>': è lui che va in giro a scegliersi i discepoli. E sceglie all'insegna dell'assoluta gratuità, cioè senza nessuna motivazione umana. Fin dall'inizio <b>Gesù ci spiega, con il suo operare, che la vita cristiana è risposta al dono della grazia</b>. Se mi decido è perché Qualcuno si è deciso nei miei confronti. Non siamo noi che partiamo alla ricerca di Dio, ma è Dio che si mette alla ricerca degli uomini. La Grazia di Dio non è frutto dei nostri meriti, ma li precede. <span style="color: #04ff00;">Sono i nostri '<i>meriti</i>' ad essere il frutto della Grazia di Dio che abbiamo accolto</span>.
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<div><br /></div>
<div>
Ma alla chiamata corrisponde una risposta, in cui c'è da sottolineare il <span style="color: #01ffff;">distacco</span>, la <span style="color: #01ffff;">sequela</span> e il '<span style="color: #01ffff;">lasciarsi fare</span>'
</div>
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<b><span style="color: whitesmoke;">Distacco</span></b> - La risposta passa attraverso il distacco, si traduce in una separazione, una rinuncia, un allontanamento.
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<div>
<b><span style="color: whitesmoke;">Sequela</span></b> - Ma l'accento non va posto sul '<i>lasciare</i>', ma sul '<b><i>seguire</i></b>'. Discepolo non è chi ha abbandonato qualcosa, ma <span style="color: #04ff00;">chi ha trovato Qualcuno</span>. Quello che si è trovato vale centomila volte quello che si è lasciato.
</div>
<div>
Si tratta si seguire, non di imparare. Si impara giorno per giorno seguendo il Maestro, <span style="color: #fcff01;">vedendo come si comporta, come opera, come ama!</span> Dobbiamo imparare a imitarlo, la "<i>Imitatione Christi</i>".
</div>
<div>
<b><span style="color: whitesmoke;">Lasciarsi fare</span></b> - «<i><span style="color: #ff2020;">vi farò diventare pescatori di uomini</span></i>» il mestiere di pescatori di pesci lo conoscono, quest'altro no. Lo impareranno strada facendo. Lo impareranno lasciandosi plasmare, lasciandosi amare dal Maestro.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Quest'ultimo punto è importante. È impossibile trovare un discepolo, un cristiano già bell'e fatto, completo, arrivato. Cristiano è semplicemente "<i><span style="color: #04ff00;">uno che lo sta diventando</span></i>". <b><span style="color: gold;">Su ognuno di noi Dio mette il cartello di "<i>lavori in corso</i>"</span></b>.
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<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Giona 3,1-5.10</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Salmo 24</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 7,29-31</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,14-20</span></i></div>
</div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-28431326729038057692024-01-11T05:45:00.002+01:002024-01-11T05:53:43.891+01:00 Certi incontri sono 'Grazia' - 14/1/2024 - II Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgshxBEy06eeFEMCncEJiMKGf9nd6NY5CqaJuHYh3PEzC-FqiVpdOeYt44j4K4zAMmdHe7QVNnTSu9c1JvyMbOYlr8kCHc-uhObE3ssfSa0IKFzEdBcjLsoJSFVJhlZXYDF6tn-0eGnxZzUlybYIC6Y658t535I9xng6-Bbn6uauPYT52WJPQiMCBRPfUzz/s1000/vocazione%20andrea%20Domenichino.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="676" data-original-width="1000" height="270" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgshxBEy06eeFEMCncEJiMKGf9nd6NY5CqaJuHYh3PEzC-FqiVpdOeYt44j4K4zAMmdHe7QVNnTSu9c1JvyMbOYlr8kCHc-uhObE3ssfSa0IKFzEdBcjLsoJSFVJhlZXYDF6tn-0eGnxZzUlybYIC6Y658t535I9xng6-Bbn6uauPYT52WJPQiMCBRPfUzz/w400-h270/vocazione%20andrea%20Domenichino.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Battista attira l'attenzione di due suoi discepoli su Cristo<br />
Domenico Zampieri detto Domenichino<br />(affresco 1627-1628)<br />Catino dell'abside chiesa di Sant'Andrea della Valle (Roma)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
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Il giorno precedente all'episodio raccontato dal Vangelo di oggi, Giovanni Battista aveva ricevuto la visita di una delegazione che voleva accertare la sua identità (<i>vedi Vangelo del 17/12/23 terza domenica di Avvento</i>). Adesso quel «<i><span style="color: #ff2020;">uno che voi non conoscete</span></i>» è lì che sta passando. E Giovanni non ha nessuna esitazione: lo indica ai suoi discepoli.
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Un gesto molto significativo.
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Giovanni non accentra neanche per un momento l'interesse su di sé. Anzi, lo sposta subito sul Personaggio principale. E non si preoccupa se questo gesto gli fa perdere alcuni suoi seguaci, ma ne è contento perché è quello che si aspetta («<i><span style="color: #ff2020;">Lui deve crescere; io, invece, diminuire</span></i>» Gv 3, 30).
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Il dito del Battista che indica senza nessun indugio è il simbolo migliore di ogni testimonianza cristiana. Il vero "<span style="color: #54ff9f;">testimone della fede</span>" è uno che conosce bene la propria parte, che sa quando deve '<i><span style="color: #04ff00;">entrare in scena</span></i>', senza paura, ma soprattutto che sa uscirne al momento giusto e in silenzio. Il vero testimone non è invadente, non pretende di avere tutto il palcoscenico a sua disposizione, È uno che lascia spazio. Lascia spazio ad un Altro, ma anche lascia spazio alla libertà degli altri.
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<div><br /></div>
<div>
E da questo dito puntato, Giovanni Evangelista inizia il racconto dell'incontro con Gesù. Nonostante i molti dettagli (<i>le indicazioni di luogo, la data e persino l'ora</i>) le parole riportate sono molto poche. L'Evangelista che in altre occasioni (<i>ad esempio i colloqui con Nicodemo o con la Samaritana</i>) ha riferito dettagliatamente quanto detto, qui non dice neanche una parola sulla conversazione di quelle ore.
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Sembra quasi che Giovanni ci voglia suggerire che l'importante non è quello che si sono detti, ma il fatto di stare là, insieme a Lui. L'avvenimento cruciale, <b><span style="color: gold;">ciò che conta realmente, era la sua Presenza</span></b>, non altro.
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Certi momenti, <b><span style="color: gold;">certi incontri, sono "<i>Grazia</i>" indipendentemente dalle parole che vengono dette</span></b>.
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<div><br /></div>
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Invece Andrea sente il bisogno di parlare, di condividere la scoperta inaudita. «<i><span style="color: #ff2020;">Incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia"</span></i>». Quel "<span style="color: #ff2020;">per primo</span>" lascia intendere che ha comunicato anche ad altri la sua esperienza. Quello che conta è che non si è perso in tante parole, ma che "<span style="color: #ff2020;">lo condusse da Gesù</span>". Anche lui come il Battista si è fatto da parte, ha portato il fratello alla fonte.
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Possiamo e dobbiamo condividere con gli altri la nostra esperienza, ma non dobbiamo pretendere che loro la ripetano allo stesso modo, seguendo lo stesso schema. <b><span style="color: gold;">Ciascuno deve fare la propria esperienza</span></b>. La nostra può servire da invito, da spunto. Non da modello da copiare.
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Possiamo e dobbiamo dare il gusto dell'avventura, ma poi dobbiamo lasciare che ognuno tenti personalmente, che diventi soggetto della propria strada.
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Un fatto personale diventa evento comunitario. La storia di una chiamata, si allarga, <span style="color: #04ff00;">diventa racconto di vita attraverso una trama di amicizie</span>.
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<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">1Samuele 3,3-10.19</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Salmo 39</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">Prima Corinzi 6,13-15.17-20</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Giovanni 1,35-42</span></i></div>
</div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-32728677193087932262024-01-04T05:34:00.003+01:002024-01-06T09:50:54.514+01:00Dio si nasconde in mezzo ai peccatori - 7/1/2024 - Battesimo del Signore<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiDI4fpwdrZ_s02hCXhj2HDCX1Vz4H_VYPd54BlDprZwtHR6iAkzyspoF1_VfP7P-OLMoRIKpH7544gONXXml7r-1U2uH0iJJsKRn2JlyzBdvVBUiqXX1r8FXZSdhcyBgXI6QkkQ6OuBI1zxfWhKHaKalFYJl4cFKLoOD8OR44P4j0R_exL-DF4qF7UqWz/s976/Battistero%20degli%20ariani-mosaico%20della%20cupola-battesimo%20di%20cristo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="952" data-original-width="976" height="390" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiiDI4fpwdrZ_s02hCXhj2HDCX1Vz4H_VYPd54BlDprZwtHR6iAkzyspoF1_VfP7P-OLMoRIKpH7544gONXXml7r-1U2uH0iJJsKRn2JlyzBdvVBUiqXX1r8FXZSdhcyBgXI6QkkQ6OuBI1zxfWhKHaKalFYJl4cFKLoOD8OR44P4j0R_exL-DF4qF7UqWz/w400-h390/Battistero%20degli%20ariani-mosaico%20della%20cupola-battesimo%20di%20cristo.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Battesimo di Cristo<br />Mosaico della cupola del<br />Battistero degli ariani - Ravenna<br /><br /></td></tr></tbody></table><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Marco, nel suo Vangelo (<i>che è anche il più antico dei quattro</i>), non parla della nascita di Gesù, ma inizia il suo racconto con la nascita della sua missione. Sembra quasi che abbia fretta di descrivere lo svolgersi dell'<b><span style="color: gold;">Annuncio che dona gioia</span></b> (<i>è questo il significato della parola '<span style="color: #01ffff;">Vangelo</span>'</i>). Difatti in questo passo troviamo il primo «<i><span style="color: #ff2020;">subito</span></i>» della lunga serie che scandisce questo Vangelo, e che qui sottolinea l'<b>urgenza della missione del Cristo</b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Gesù si mette in file con i peccatori. Lui è solidale col suo popolo incamminato sulla strada della conversione. Non si presenta '<i>separato</i>' dagli altri, ma mescolato, <b><span style="color: gold;">nascosto nella schiera dei peccatori</span></b>.
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<div><br /></div>
<div>
Ma sono tre i punti principali di questo brano:
</div>
<div>
- i cieli "<span style="color: #ff2020;">squarciati</span>"
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<div>
- la discesa dello Spirito
</div>
<div>
- la voce
</div>
<div><br /></div>
<div>
I "<span style="color: #ff2020;">cieli chiusi</span>" nell'Antico Testamento indicano il muro di separazione tra Dio e l'uomo in conseguenza del peccato. Ma adesso Dio esaudisce la preghiera del profeta Isaia: «<i><span style="color: #ff2020;">Se tu squarciassi i cieli e scendessi!</span></i>» (Is 63, 19). <b><span style="color: gold;">I cieli squarciati proclamano che è finito il tempo dell'inimicizia tra gli uomini e Dio</span></b>, che è crollato il muro di separazione. Che inizia anche a frantumarsi il potere del male.
</div>
<div>
Ma se si è dissolto il muro di separazione, significa che <b><span style="color: gold;">adesso è la terra che diventa la casa di Dio</span></b>. Adesso è offerta a tutti la possibilità di vedere <b>il Figlio di Dio che cammina sulle nostre strade</b>.
</div>
<div>
Se si squarciano i cieli, è per indicare che adesso <span style="color: #04ff00;">dobbiamo puntare con maggiore attenzione gli occhi sulla terra</span>. Dal momento che Qualcuno è disceso in mezzo a noi, si tratta di guardarci attorno, e non in alto: «<i><span style="color: #ff2020;">Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?</span></i>» (At 1, 11)
</div>
<div><br /></div>
<div>
Lo Spirito Santo che discende sotto forma di colomba ricorda lo Spirito che all'inizio della creazione aleggiava sulle acque primitive per fecondare il caos e mettervi ordine. <span style="color: #04ff00;">Lo Spirito che era presente all'inizio della creazione, è presente anche ora ad indicare l'inizio della nuova creazione</span>. Col Battesimo di Gesù "<span style="color: #00f5ff;">inizia una storia, la storia del mondo nuovo</span>" (<i>Franz Jehan Leenhardt</i>).
</div>
<div>
E il posarsi dello Spirito su Gesù indica un riconoscimento da parte di Dio, un'investitura ufficiale.
</div>
<div><br /></div>
<div>
I cieli che si aprono e lo Spirito che scende indicano che è anche finito il tempo del silenzio. E difatti si sente una voce. <span style="color: #04ff00;">È Dio che prende la parola</span>, che indica suo Figlio. Ma è anche <span style="color: #04ff00;">la Parola di Dio che si fa carne</span>, che si fa presenza viva in mezzo a noi.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Il Vangelo di Marco si apre e si chiude con la stessa affermazione dell'identità di Gesù. Qui è Dio che lo indica come suo Figlio. E alla fine del Vangelo sarà la voce del centurione a risuonare: «<i><span style="color: #ff2020;">Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!</span></i>» (Mc 15.39)
</div>
<div>
All'inizio e alla fine una voce. La prima scende dall'alto, la seconda sale dal basso. L'affermazione del Padre viene confermata dal riconoscimento finale di un pagano. Alla dichiarazione di Dio corrisponde la dichiarazione dell'uomo.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">La fede è proprio questo punto d'incontro tra un suggerimento che viene dall'alto</span></b> (<i>e non "<span style="color: #ff2020;">dalla carne e dal sangue</span>"</i>) <b><span style="color: gold;">e una risposta che nasce dalla profondità della nostra esperienza personale</span></b>.
</div>
<div>
Riconoscere che Gesù è il Figlio di Dio, in fondo non è altro che dare ragione al Padre.
</div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; text-indent: 0px;">
<span style="color: #00f5ff;">
I nuovi tempi sono già iniziati,<br />
i tempi nuovi che il mondo attendeva<br />
fin dall'origine, gli ultimi tempi:<br />
e fu la voce dal cielo a bandirli.<br />
<br />
«Questi è il mio Figlio, l’amato da sempre,<br />
nel quale ho posto la mia compiacenza»:<br />
così è spuntata l’aurora del mondo<br />
e fu l’inizio di nuova creazione.<br />
<br />
Ma tu sei venuto a battezzarci<br />
in Spirito santo e fuoco:<br />
non vale l’acqua soltanto<br />
ma l’acqua e il sangue<br />
che sgorga dal tuo costato, Signore:<br />
così sia il nostro battesimo<br />
affinché i cieli si aprano anche su di noi.<br />
Amen.<br />
<br />
E cielo e fiume insieme si aprirono:<br />
è il nuovo esodo e il patto per sempre!<br />
Come colomba lo Spirito scese<br />
e fu la quiete seguita al silenzio.<br /></span></div>
<br /><div style="color: whitesmoke; text-align: right;">
<i>David Maria Turoldo</i>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Isaia 55,1-11</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Da Isaia 12</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">Prima Giovanni 5,1-9</span></i></div></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Marco 1,7-11</span></i></div>
</font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-50852985798963249062023-12-28T05:41:00.000+01:002024-01-02T16:41:22.182+01:00Dio si rivela solo ai bambini - 31/12/2023 - Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgACl-jQF4rmmvgs-b0DBtCwu_AfDT3vO7YDvDdcPSdUWXR6QDYVdjOOk_7RCTvn8KgEVdEfGqPkhznCYS7beAlw23qBP-D3fNxfzNn7UW5WFcBj4hZdCLg4tT2PekRkxBNRsmXn-4taqjie2AbdM5j1_CnhwfuRXf-z9eFcHSuyM8PN27_1cm4TPM_zgmE/s1343/Giuseppe%20balia%20asciutta.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1343" data-original-width="903" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgACl-jQF4rmmvgs-b0DBtCwu_AfDT3vO7YDvDdcPSdUWXR6QDYVdjOOk_7RCTvn8KgEVdEfGqPkhznCYS7beAlw23qBP-D3fNxfzNn7UW5WFcBj4hZdCLg4tT2PekRkxBNRsmXn-4taqjie2AbdM5j1_CnhwfuRXf-z9eFcHSuyM8PN27_1cm4TPM_zgmE/w269-h400/Giuseppe%20balia%20asciutta.jpg" width="269" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">San Giuseppe balia asciutta<br />Libro d'Ore composto a Besançon (1450 ca.)<br />Fitzwilliam Museum - Cambridge (UK)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Penso che il punto culminante del Vangelo di oggi sia quello della '<i><span style="color: #fcff01;">rivelazione</span></i>' dell'identità del Bambino all'interno del Tempio, cioè del riconoscimento e dell'omaggio messianico da parte di due anziani: Simeone ed Anna. <b>Questo momento è una specie di cerniera tra l'Antico e il Nuovo Testamento</b>.
</div>
<div><span style="color: #04ff00;">
La legge ha spinto Giuseppe e Maria a Gerusalemme, lo Spirito Santo muove Simeone ed Anna ad andare al Tempio</span>. L'incontro avviene nel cuore stesso della religione ebraica.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Il '<i><span style="color: #ff2020;">Nunc dimittis</span></i>' è un grandioso respiro profetico che tratteggia la futura missione di Gesù in chiave universalistica, è uno spostare l'orizzonte oltre i confini di Israele. Simeone ha «<i><span style="color: #ff2020;">visto la tua [di Dio] salvezza</span></i>», ma questa salvezza, anche se viene da Israele, non è esclusiva del popolo ebraico, ma è per «<i><span style="color: #ff2020;">tutti i popoli</span></i>».
</div>
<div>
La luce folgorante percepita da Simeone, e scaturita dal contesto ordinario di tre umili persone, è destinata ad «<i><span style="color: #ff2020;">illuminare le genti</span></i>», <u>tutte</u> le genti.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Alla profezia di Simeone si lega quella di Anna. Anche lei indica il Messia. E <span style="color: #04ff00;">anche lei viene presentata come un testimone autorevole</span>, nonostante sia una donna, che per l'uso del tempo non poteva dare testimonianza valida. Dopo la profezia cupa di Simeone riguardo alla Madonna (<i>l'immagine della spada</i>) il personaggio di Anna "<i><span style="color: #00f5ff;">viene come un sorriso</span></i>" (<i>Alessandro Pronzato</i>).
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ma un altro tema emerge dalla presentazione di Gesù al tempio: <b><span style="color: gold;">quello della giovinezza</span></b>. Certo c'è implicato un Bambino, Ma Simeone e Anna, benché dal punto di vista anagrafico siano vecchi, in realtà sono giovani. O meglio, <span style="color: #04ff00;">sono riusciti a rimanere giovani</span>.
</div>
<div>
La loro vita è stata cucita dal filo dell'attesa. Più che accumulare esperienze e delusioni, loro hanno accumulato speranza. Hanno avuto il coraggio dei propri sogni, sono rimasti '<i>creature di desiderio</i>'. Non si sono lasciati piallare dall'abitudine. <span style="color: #04ff00;">Gli anni non hanno inaridito il loro cuore</span>.
</div>
<div>
Nemmeno la rigidità dell'istituzione e le numerose leggi della Torah, sono riuscite a spegnere la luce del presentimento.
</div>
<div>
Inseriti nelle rigida struttura del Tempio, i loro occhi sono rimasti puntati verso il futuro.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Così nel Tempio, un bambino di nome Gesù è stato preso in braccio da un fanciullo di nome Simeone e da una ragazzina di nome Anna. La Madre stessa era una fanciulla.
</div>
<div>
Tutta la scena si svolge in un clima di giovinezza, di stupore, anche se siamo nell'ambiente austero e '<i>antico</i>' del Tempio. <b><span style="color: gold;">Dio si rivela solo ai bambini</span></b>, il Regno che si è appena inaugurato è riservato a loro.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Nelle fissità del Tempio, un gruppetto di persone ha rinunciato alle cose vecchie e si è dimostrata disponibile ai '<i>tempi nuovi</i>'. Non si è accontentato del '<i>già visto</i>', ma si è aperto al '<i>nuovo</i>'. <b><span style="color: gold;">Si sono resi disponibili al progetto di un Dio che è sempre nuovo e che fa nuove tutte le cose</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: yellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Genesi 15,1-6; 21,1-3</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 104</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">Ebrei 11,8.11-12.17-19</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Luca 2,22-40</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-89105769999000174492023-12-21T05:37:00.001+01:002024-01-02T16:42:18.097+01:00Diventa la casa di Dio! - 24/12/2023 - IV domenica di Avvento<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizQlmuVhNx_1C3Jiz3DjEFlZISeJP9ybA-T_QLICnpwVI3FctW_cpUvduMRZwtWLaQ7tkWnjHGxMzhEvZOpELoFvj2QjocO12N4sRPXloTPv5LcEPvonYB6SxJkO2fHIW6Ik598eGNb19l_mGQixmYaoxCZ9wAkrVsiql_jSvhpf1_oTk9VMuQWGW4Zg_B/s800/IV-Avvento.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="451" data-original-width="800" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizQlmuVhNx_1C3Jiz3DjEFlZISeJP9ybA-T_QLICnpwVI3FctW_cpUvduMRZwtWLaQ7tkWnjHGxMzhEvZOpELoFvj2QjocO12N4sRPXloTPv5LcEPvonYB6SxJkO2fHIW6Ik598eGNb19l_mGQixmYaoxCZ9wAkrVsiql_jSvhpf1_oTk9VMuQWGW4Zg_B/w400-h225/IV-Avvento.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Nella prima lettura sentiamo che il re Davide è preoccupato perché, mentre lui ha una casa per ripararlo dal freddo e dal maltempo, l'Arca dell'Alleanza, cioè Dio stesso, è costretto in una tenda, è senza una dimora adeguata. E invece Dio gli risponde, per mezzo del profeta Natan, che sarà Lui, Dio, a costruire una casa per la discendenza di Davide e per tutto il popolo d'Israele.
</div>
<div>
Dio dice che la casa che fisserà come dimora universale per tutti gli uomini sarà Lui stesso nel suo Verbo, che <b><span style="color: whitesmoke;">verrà a dimorare fra gli uomini per essere la loro stessa dimora</span></b>, luogo d'incontro. E tutto questo si realizza nell'estrema umiltà, nella semplicità, in <span style="color: #04ff00;">quella piccolezza in genere rigettata dagli uomini, ma che invece è esaltante per il Creatore del mondo</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Dio, per costruire questa sua casa in mezzo a noi, ha fatto le cose con calma, senza clamori ed effetti speciali. Il Vangelo di oggi ci ricorda che Gesù ci ha messo anche lui, come tutti noi, nove mesi per venire al mondo. Gesù non era un bambino speciale, e alla sua nascita non c'è stato nulla di spettacolare, anzi, la nascita del figlio di Dio è posta sotto il segno del rifiuto degli uomini. Gesù non ha bruciato le tappe, non ha fatto salti mortali, è semplicemente cresciuto, poco a poco come ognuno di noi. <i><span style="color: #04ff00;">Ogni nascita è qualcosa di lento, che chiede tempo, pazienza, rispetto</span></i>; se un seme diventa subito albero, vuol dire che c'è qualche forzatura. Gesù è cresciuto nella fatica, come tutti, nessun privilegio, nessuna scorciatoia. Non è "<i>nato imparato</i>", ma come tutti noi ha dovuto imparare tutto, a parlare, a camminare, a mangiare, a leggere e scrivere, insomma, ha dovuto anche lui imparare a vivere.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Il Vangelo di oggi ci dice che Dio è venuto tra di noi per mezzo di una giovane ragazza sconosciuta, senza meriti particolari; in una ragione, la Galilea, molto periferica e con una brutta fama; in una "città" (<i>che in realtà contava solo circa un centinaio di abitanti</i>) chiamata Nazareth mai prima nominata nella Bibbia; in una casa qualunque, ma che viene visitata da Dio.
</div>
<div>
Dio è un visitatore. E se noi vogliamo incontrarlo dobbiamo farlo qui, in questa nostra vita quotidiana, perché per rendersi presente, per raggiungere l'intera umanità, <b><span style="color: gold;">Lui ha scelto la comunissima e banalissima quotidianità di Nazareth</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ma <b><span style="color: whitesmoke;">Dio per nascere ha bisogno degli uomini</span></b>, ha bisogno di una donna e del suo grembo! Una donna, Maria, ha messo a disposizione sé stessa. La grandezza dell'uomo sta in questo: mettere a disposizione sé stesso! È bellissimo quello che chiede il vangelo: <b><span style="color: gold;">non accontentarti di costruire a Dio una chiesa, invece diventa <u>tu</u> la sua casa</span></b>, come ha fatto la Vergine Maria! <span style="color: #54ff9f;">Diventa la casa di Dio</span>!
</div>
<div>
Dio non si vede, ed è vero! Ebbene, anche duemila anni fa non si vedeva, quando una donna lo portava in grembo. È necessario tornare al tempo della gravidanza di Dio; anche questo è il tempo di un Dio che non si vede, il tempo di un <i><span style="color: #04ff00;">Dio nascosto nella vita degli uomini e delle donne di oggi</span></i>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Il Vangelo di oggi ci ricorda che non siamo noi ad allestire il presepe per accogliere il Signore, ma è <b><span style="color: gold;">il Signore che crea un solo presepe per accogliere ciascuno di noi</span></b>.
</div>
<div>
Quella dei nostri presepi non è un'immagine sentimentale, una semplificazione del vangelo. Al contrario, ne esprime l'essenza. Il Signore stabilisce la sua dimora nella nostra casa. Vive con noi. La nostra storia e la sua storia sono una sola cosa. Stabilisce con noi un'alleanza, una amicizia eterna. Il nostro destino è per sempre legato al suo.
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 30%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin: 0px 2em; text-align: center; text-indent: 0px;">
<span style="color: greenyellow;">
<i>Che il Natale che viene possa essere la riscoperta della sorpresa di Dio, che possa aprire il nostro cuore alla meraviglia. Quella meraviglia che ci porta ad incontrare Dio nelle piccole cose della vita, che ci porta a gioire perché anche oggi è sorto il sole, a gioire perché anche oggi una persona ci ha sorriso o è stata gentile con noi, a gioire perché anche oggi possiamo donare qualcosa agli altri. E allora dal nostro cuore sgorga un "Grazie Signore, grazie di tutto!"</i>
</span>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: palegreen; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">2 Samuele 7,1-5.8-12.14.16</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 88</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">Romani 16,25-27</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Luca 1,26-38</span></div></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-47813788964671075672023-12-14T05:42:00.000+01:002023-12-14T05:42:57.446+01:00Essere solo una voce - 17/12/2023 - III domenica di Avvento (Gaudete)<div style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhllu4sA17yT5l5-1PpMRDabtBgREq1UUYxmea9NkRGs_Z7yUFctKfOIK_xKqZ9rUDX-YUcVdzepHYsAJSjlRLeRbrEojoAeZtsZZJAELU4vVQ3SBkB1yuGt8Zis7BI-a2DFzricG_iyh00WyfeR8IuKkgv5keAkyojEiB3aTnsXIps1JLyKPw4gHGxBrys/s750/III-Avvento-1.jpg"><img border="0" data-original-height="422" data-original-width="750" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhllu4sA17yT5l5-1PpMRDabtBgREq1UUYxmea9NkRGs_Z7yUFctKfOIK_xKqZ9rUDX-YUcVdzepHYsAJSjlRLeRbrEojoAeZtsZZJAELU4vVQ3SBkB1yuGt8Zis7BI-a2DFzricG_iyh00WyfeR8IuKkgv5keAkyojEiB3aTnsXIps1JLyKPw4gHGxBrys/w400-h225/III-Avvento-1.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Anche questa domenica il protagonista del Vangelo è Giovanni il Battista, «<i><span style="color: #ff2020;">uomo mandato da Dio</span></i>» con il compito di "<span style="color: #ff2020;">dare testimonianza alla luce</span>".
</div>
<div><br /></div>
<div>
Bellissima la definizione egli che dà di sé stesso: si definisce come "<span style="color: #ff2020;">voce</span>", <span style="color: #04ff00;">semplicemente una voce</span>.
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<div>
Siamo circondati da voci. Dappertutto ci sono voci che gridano, e per non sentirle ci mettiamo gli auricolari nelle orecchie in modo da sentire solo le voci del nostro smartphone.
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<div>
Sono voci che ci impongono di acquistare quel prodotto, di non lasciarsi sfuggire quell'occasione, di mettersi in marcia contro qualcuno o qualcosa, di indignarsi, firmare, ecc. ecc. Rimbombano le voci del guadagno, del successo, dell'odio, della violenza, del piacere, della furbizia, e chi più ne ha più ne metta.
</div>
<div><br /></div>
<div>
La voce di Giovanni invece è <b>unica</b>, insolita: "<span style="color: #ff2020;">Preparate la via del Signore</span>". Un invito molto gentile per farci notare che le nostre strade più battute ci fanno mancare l'incontro più decisivo. <b><span style="color: gold;">Ci avverte che il Signore arriva da un'altra parte</span></b>, che sulla strada dell'avidità, dell'egoismo, della prepotenza è molto difficile, se non impossibile, incontrare Dio.
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<div>
Ma questa '<i><span style="color: #04ff00;">voce</span></i>' a volte viene affidata anche a noi. E non importa se dobbiamo farla risuonare nei deserti dell'indifferenza, dell'ostilità, del sarcasmo. Non tocca a noi valutare se il nostro grido viene accolto, se porta frutto, se qualcosa inizia a cambiare. Gli uomini e le donne possono continuare ad ascoltare le voci delle vanità, delle mode, ma <b><span style="color: whitesmoke;">è importante che qualcuno avverta che la via da preparare è un'altra</span></b>.
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<div><br /></div>
<div>
Ma Giovanni, oltre che definirsi come «<i><span style="color: #ff2020;">voce</span></i>», chiarisce ogni dubbio sulla sua persona. <b><span style="color: whitesmoke;">Lui non è il Cristo, ma neanche uno dei grandi profeti del passato</span></b>. Lui <span style="color: #fcff01;"><u>indica</u></span> "<span style="color: #ff2020;">Colui che viene</span>" (<i>tempo presente, non in un futuro più o meno vicino</i>). Non vuole assolutamente accentrare l'attenzione su di sé, anzi: «<i><span style="color: #ff2020;">Lui deve crescere; io, invece, diminuire</span></i>» (<i>Gv 3, 30</i>).
</div>
<div>
Anche in questo ci è maestro. Anche noi dobbiamo imparare a dare spazio all'Altro, a dare spazio alla libertà degli altri. A volte (<i>penso ai genitori, agli educatori, a tutti quelli che hanno una qualche responsabilità su altre persone</i>) il nostro compito è di favorire l'incontro, prepararlo. Ma quando avviene dobbiamo discretamente farci da parte. Dobbiamo resistere alla tentazione di fare le veci dell'Altro, di imporre i nostri schemi, i nostri gusti, le nostre idee su come debba avvenire l'incontro, <b><span style="color: whitesmoke;">le nostre tempistiche su quando debba succedere</span></b>.
</div>
<div>
Il vero testimone deve unire un grande coraggio (<i>e ce ne vuole per gridare la verità</i>) ad una straordinaria modestia, una spiccata capacità di '<i><span style="color: #04ff00;">cancellarsi</span></i>'.
</div>
<div>
L'incontro va preparato, atteso, sofferto, pregato, desiderato intensamente. Ma bisogna essere disposti anche a pagarne il prezzo forse più difficile: nel momento un cui finalmente avviene, <span style="color: #04ff00;">andarsene in punta di piedi, non importunare, non aspettarsi un cenno di saluto o un invito alla festa</span>.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Dobbiamo imparare dal Precursore una cosa importantissima: a dire "<i>Non sono io</i>"</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 50%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-left: 2em; text-indent: 0px;">
<i>Raccontino a guisa di haiku</i><br /><br />
<span style="color: #01ffff;">
Un filosofo e un teologo<br />
passeggiavano disputando<br />
filosofemi e sillogismi;<br />
una pratolina udì,<br />
e umilmente offri all'ape la sua corolla<br />
<br />
<font size="2">(il titolo è mio. Il testo non so di chi sia)</font>
</span></div>
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 25%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="margin-right: 2em; text-align: right;">
<span style="color: #01ffff;">
Colsi il sorriso<br />
di una violetta solitaria.<br />
A chi sorridi piccolo fiore?<br />
A Dio che m'ama<br />
e a te che mi contempli.<br />
<br />
<div style="color: whitesmoke;"><b>Margherita Pavesi Mazzoni</b></div>
</span></div>
<br />
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Isaia 61,1-2.10-11</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Luca 1</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">prima Tessalonicési 5,16-24</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Giovanni 1,6-8.19-28</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-38342824330796550752023-12-07T05:46:00.000+01:002023-12-07T05:46:10.408+01:00Nella piccolezza c'è una potenza infinita - 10/12/2023 - II domenica di Avvento<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif78E1YPdq2WM4yky9jQ0URDE0JM7IuJm-aEFDuszROEg97ozbEdvO8fEirA4J70_zSRn5q95Pqhzx_ps8P0JPGvZmPWHu93jxdsdJeeWT9oTcnNUnvqoIenOEAQRZDE2rEUwKBPofjMxFCEAicAYGg_poFkpV3vrRTkIYFQXiGbqqEFzYifQ4y6NFmHPJ/s905/II-Avvento.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="554" data-original-width="905" height="245" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEif78E1YPdq2WM4yky9jQ0URDE0JM7IuJm-aEFDuszROEg97ozbEdvO8fEirA4J70_zSRn5q95Pqhzx_ps8P0JPGvZmPWHu93jxdsdJeeWT9oTcnNUnvqoIenOEAQRZDE2rEUwKBPofjMxFCEAicAYGg_poFkpV3vrRTkIYFQXiGbqqEFzYifQ4y6NFmHPJ/w400-h245/II-Avvento.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>
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<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
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Una cosa che mi colpisce molto nelle letture di oggi è lo spostamento dei '<b><span style="color: whitesmoke;">due punti</span></b>' che avviene tra la prima lettura e il Vangelo, tra l'Antico Testamento e il Nuovo. Nella prima lettura il profeta Isaia scrive «<i><span style="color: #ff2020;">Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, ..."</span></i>», mentre nel Vangelo, Marco scrive: «<i><span style="color: #ff2020;">Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore</span></i>».
</div>
<div>
Isaia dice a chi abita in Gerusalemme di andare nel deserto per preparare la strada al Signore che verrà per consolare il popolo, per "<span style="color: #ff2020;">portare gli agnellini sul petto e condurre dolcemente le pecore madri</span>" (<i>Is 40, 11</i>). Il Battista invece, dal deserto, invita tutti alla conversione per accogliere il perdono.
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<div><br /></div>
<div>
Dobbiamo tener presente che qui il deserto è si un luogo determinato, ma <span style="color: #04ff00;">è soprattutto un simbolo</span>. Il deserto, per il popolo ebraico, è il luogo della vicinanza, dell'intimità con Dio. È nel deserto che Yahweh ha parlato al suo popolo, nel deserto si sono celebrate le nozze tra Dio e il popolo eletto. È quindi naturale che il tempo della salvezza venga inaugurato ancora nel deserto.
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<div><br /></div>
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Ma in special modo è nel deserto che il Signore aveva spinto Elia per confermare e rafforzare la sua vocazione (<i>1 Re 19,1-18</i>). Tutto questo, unito alla descrizione dello stile e delle vesti, fanno del Battista un chiaro riferimento al profeta Elia. Il profeta Elia che secondo la tradizione ebraica doveva ritornare sulla terra subito prima del Messia, è proprio Giovanni il Battista.
</div>
<div><br /></div>
<div>
E Giovanni, come i veri profeti, si preoccupa di precisare che il "<span style="color: #ff2020;">più forte</span>" non è lui, ma qualcuno che viene dopo. Giovanni, come i veri profeti, <b>crea un'attesa</b>, invita all'attenzione sul personaggio più grande. <span style="color: #04ff00;">Non concentra l'attenzione su di sé, rimanda ad un Altro</span>.
</div>
<div><br /></div>
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Strano percorso quello di Giovanni: per raggiungere gli ascoltatori, fugge dalla città. <span style="color: #04ff00;">Non cerca un pubblico, ma si fa cercare</span>. E anche Gesù, prima di iniziare la sua vita pubblica, si ritirerà ne deserto. Un antico Padre del deserto ricordava che "<i><span style="color: #00f5ff;">dal momento che avrai imparato a fare a meno degli uomini, gli uomini si accorgeranno che non possono più fare ameno di te<span style="color: #00f5ff;"></span></span></i>". Nel silenzio del deserto le parole e i pensieri vengono ripuliti dall'abitudine e ritrovano la loro forza e il loro splendore originari. <span style="color: #04ff00;">Nel silenzio del deserto l'annuncio trova la strada per arrivare al cuore degli uomini</span>. Nel deserto scopri la tua piccolezza, ma scopri anche che nell'estrema piccolezza, se ti lasci prendere per mano dal Signore, c'è una potenza infinita: «<i><span style="color: #ff2020;">quando sono debole, è allora che sono forte</span></i>» (<i>2 Cor 12, 10</i>) ci ricorda l'apostolo Paolo.
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<div>
La miseria ammessa, non sarà impedimento, ma può trasformarsi in trasparenza.
</div>
<div>
La piccolezza riconosciuta, può diventare manifestazione della grandezza.
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<div><br /></div>
<div><span style="color: gold;">
Come cristiani, <b>e come Chiesa</b>, solo se ci facciamo piccoli, se non annunciamo noi stessi, se ci facciamo da parte per far passare un Altro, diventiamo credibili e suscitiamo interesse</span>.
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<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Isaia 40,1-5.9-11</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 84</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">seconda lettera di san Pietro 3,8-14</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Marco 1,1-8</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
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julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-14347065547353556712023-11-30T05:32:00.000+01:002023-11-30T05:32:14.205+01:00Far nascere "nostalgia di futuro" - 3/12/2023 - I domenica di Avvento<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigv4D7j5qklfICs9zbZSYU5hpjiMSfODb6VOoMjEC7okHrtEFfLhkvgIKldxlh6EMGYzTaW2mnMCKlKeXb26sBJ0EzSQZBAnD7ge_dbb3ZfQ5Pz6rdUOmp7DWFM3XinUJgRbfa-rXSGSP6QCVO__xL9X-8mQTvmSK5dmuLsvYpv7V7BfsFeV7t7lj8YxVG/s800/I%20Avvento.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="800" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEigv4D7j5qklfICs9zbZSYU5hpjiMSfODb6VOoMjEC7okHrtEFfLhkvgIKldxlh6EMGYzTaW2mnMCKlKeXb26sBJ0EzSQZBAnD7ge_dbb3ZfQ5Pz6rdUOmp7DWFM3XinUJgRbfa-rXSGSP6QCVO__xL9X-8mQTvmSK5dmuLsvYpv7V7BfsFeV7t7lj8YxVG/w400-h300/I%20Avvento.jpg" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>
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<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
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Inizia oggi il tempo dell'Avvento, il tempo dell'attesa. Attesa di ciò che deve venire, di ciò che viene. Difatti il Vangelo di oggi è un continuo ripetere questi due atteggiamenti: <b><span style="color: whitesmoke;">fare attenzione</span></b> e <b><span style="color: whitesmoke;">vegliare</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
'<i><span style="color: gold;">Fare attenzione</span></i>' vuol dire '<i><span style="color: #04ff00;">tendere verso</span></i>' qualcosa o qualcuno. È la coscienza che <span style="color: #01ffff;">il segreto della nostra vita è al di là di noi</span>. Tutti sappiamo cosa vuol dire fare una cosa pensando ad un'altra, incontrare in modo superficiale le persone.
</div>
<div>
Gesù ci invita all'attenzione, a <span style="color: #04ff00;">guardare l'altro negli occhi, a farlo entrare nel nostro sguardo e nel nostro cuore</span>. A rompere i muri di indifferenza (quando non di ostilità), ad ascoltare quello che ci dice, anche oltre le parole.
</div>
<div><br /></div>
<div>
'<i><span style="color: gold;">Vegliare</span></i>' perché c'è un futuro, perché non si esaurisce tutto qui, abbiamo una meta da raggiungere, <span style="color: #04ff00;">uno sguardo che vede lontano, oltre il nostro tempo, oltre la nostra persona</span>.
</div>
<div>
Il vegliare di cui ci parla Gesù è il vegliare di chi nella notte scruta il cielo per vedere le prime luci dell'alba, è il vegliare della madre che passa la notte al letto del figlio malato, è il vegliare della sposa che vede il sole iniziare il giorno del suo matrimonio.
</div>
<div>
È il vegliare di chi porta le persone nel proprio cuore, che si appassiona alla loro vita, alla loro storia, che <span style="color: #04ff00;">si fa portatore di futuro nella loro esistenza</span>.
</div>
<div>
È <span style="color: #01ffff;">vegliare su tutto ciò che germoglia, sui primi raggi di luce, sui primi passi di pace</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
"<i><span style="color: #00f5ff;">Le cose più importanti non vanno cercate, vanno attese</span></i>" scriveva Simone Weil, e cosa c'è di più importante di Dio?
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Dio non si merita, si accoglie; non si conquista, si attende</span></b>.
</div>
<div>
E attenzione e veglia hanno proprio lo scopo di prepararci all'incontro con Colui che viene e che verrà. Colui che viene ad incontrarci ogni momento, che verrà ad incontrarci per l'eternità.
</div>
<div>
Hanno lo scopo <b><span style="color: gold;">far nascere il desiderio di un incontro, di far sorgere "<i>nostalgia di futuro</i>"</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Isaia 63,16-17.19; 64,2-7</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 79</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">prima Corinzi 1,3-9</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Marco 13,33-37</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-55577719635112257002023-11-23T05:40:00.000+01:002023-11-23T05:40:10.636+01:00Una sola cosa conta: l'Amore! - 26/11/2023 - XXXIV domenica del Tempo ordinario - Cristo Re dell'Universo<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb_MbU_r_EAivgm_3iCfCXJpg69iudDDJsMibnd4E3CXp8vOHeqSs9mAMeREesPXBDZaA4pazPAbGVzq13oJY6rVaFjHsTshnTMHEUY-3bwzzl2Br4KsuFmvja81FOAdbH9BhkBUPNddWH7ChBKc5i_DsRHIew8_5xCRlC9nO5MTX3vtW8UfgnOXixyfli/s749/Cristo-in-gloria-dallAltare-del-duca-Ratchis.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="749" data-original-width="574" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhb_MbU_r_EAivgm_3iCfCXJpg69iudDDJsMibnd4E3CXp8vOHeqSs9mAMeREesPXBDZaA4pazPAbGVzq13oJY6rVaFjHsTshnTMHEUY-3bwzzl2Br4KsuFmvja81FOAdbH9BhkBUPNddWH7ChBKc5i_DsRHIew8_5xCRlC9nO5MTX3vtW8UfgnOXixyfli/w306-h400/Cristo-in-gloria-dallAltare-del-duca-Ratchis.jpg" width="306" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Majestas Domini - Cristo in gloria<br />Altare del duca Ratchis (particolare - 734-744)<br />Cividale del Friuli</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Uno dei sogni di ogni studente è quello di riuscire a sapere in anticipo il testo del compito in classe o le domande che gli verranno fatte all'interrogazione. E Gesù, che come uomo conosce bene questo nostro sogno, come <span style="color: #04ff00;">Dio ci dice quali saranno le domande che ci farà nell'esame più grande della storia, quello che chiamiamo il <i>Giudizio Universale</i></span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Non saranno domande difficili, non ci chiederà di parlare di teologia tomista, o se ci ricordiamo quali sono i vizi capitali o le virtù teologali. Non ci chiederà se abbiamo letto le varie encicliche papali o la Bibbia.
</div>
<div>
Saranno <span style="color: #04ff00;">domande elementari, col sapore della vita quotidiana, degli avvenimenti spiccioli di ogni giorno</span>. Si parlerà di mangiare, di bere, di vestiti, di sorrisi e di carezze.
</div>
<div>
Perché in fondo non sarà un esame irto di domande, ma sarà una chiacchierata tra te e il Signore in cui ci farà rileggere la nostra storia, con le luci e le ombre, con la spiegazione degli episodi incompresi, delle cose di cui non abbiamo capito il senso, afferrato il contesto.
</div>
<div>
Perché <b><span style="color: gold;">per Dio una sola cosa conta: l'amore!</span></b> E l'amore è una cosa enorme, ma fatta da milioni e milioni di piccole cose, quelle che non hanno nessuna pretesa, che nessuno nota, neanche tu mentre le facevi. Ma in quel momento, sotto la luce del Signore, risplenderanno di una luce immensa.
</div>
<div><br /></div>
<div>
"<i>Ho paura che Dio mi mandi all'inferno</i>" dice qualcuno, senza rendersi conto che in fondo questa è un'eresia. <span style="color: #fcff01;">Dio non vuole mandare nessuno all'inferno,</span> basta leggere il Vangelo di oggi! Cos'altro poteva fare per salvarci?
</div>
<div>
A Dio interessa solo il bene: quello compiuto è il Paradiso, la vicinanza a Lui, quello non compiuto <b>pur essendo nelle nostre possibilità</b> è l'inferno, cioè la lontananza da Dio. <span style="color: #04ff00;">Dio non manda all'inferno, al massimo sono io che decido di andarci</span>. Perché peggio di un'assenza, c'è una presenza distratta, fatta di un corpo che c'è ma di una mente che è altrove. In un bicchiere d'acqua dato o non dato, in una carezza data o non data, in un sorriso fatto o non fatto c'è nascosta la strada per il Paradiso o l'Inferno.
</div>
<div>
La scelta tocca a me.
<div><br /></div>
<div><hr style="text-align: center; width: 70%;" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: center;"><span style="color: whitesmoke;">«Questa carota è mia!»<br />(<i>storiella orientale</i>)</span></div>
<div><br /></div>
<div style="margin: 0px 2em; text-indent: 0px; text-align: left;">
<span style="color: #01ffff;">
Una vecchia signora morì e fu condotta dagli angeli davanti al trono del Giudizio.<br />
Nell'esaminare i registri, il Giudice non riuscì a trovare neppure un gesto di carità da lei compiuto, a eccezione di una volta che ella aveva regalato una carota a un mendicante affamato.<br />
Tuttavia la potenza di un singolo atto d'amore è tale che fu decretato che sarebbe andata in paradiso proprio in forza di quella carota.<br />
L'ortaggio fu portato in tribunale e consegnato alla donna.<br />
Nell'istante in cui ella lo prese in mano, cominciò a salire come se fosse trainato da un filo invisibile e sollevò con sé la donna verso il cielo.<br />
<br />
Comparve un povero, il quale si afferrò all'orlo del suo vestito e fu sollevato in alto con lei; una terza persona si attaccò al piede del mendicante e salì anche lei. Presto si formò una lunga coda di persone che salivano verso il paradiso attaccate alla carota e, per quanto sembri strano, la donna non sentiva il peso di tutta quella gente, anzi, poiché guardava verso l'alto, non la vide neppure.<br />
Salirono sempre più in alto finché giunsero quasi al cancello del paradiso e in quel momento la donna si voltò per dare un ultimo sguardo alla terra e vide dietro di sé quella lunga fila di persone.<br />
Ne fu assai irritata!<br />
Fece con la mano un gesto imperioso e gridò: «Via! Andatevene via! La carota è mia!»<br />
Nel fare quel gesto lasciò andare per un attimo la carota e precipitò giù con tutto il suo seguito.<br />
<br /><div style="text-align: right;"><i>Non è Dio che ci manda all'inferno</i></div>
<i><div style="text-align: right;"><i>siamo noi che scegliamo di andarci</i></div></i>
</span>
</div>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="yellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Ezechiele 34,11-12.15-17;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 22;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">prima Corinzi 15,20-26.28;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Matteo 25,31-46</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-71213725873671388342023-11-16T05:35:00.000+01:002023-11-16T05:35:17.855+01:00Se sono doni ... donali - 19/11/2023 - XXXIII Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwu-vGLlxKUNvs3Exz4dQju8p4IdWv3s_lcY8_XdyzEV_4jB4gP8yPGB0h58JFF91vtZbvrUPdBnekbtuLFpBAKl9WU1PeWxmTVWYjDNyQk5PzLttNsa3ZaljfCXT4XD3JhFUqHNU481hi42J1x7OeLpgc6ja4pgjqAd6znzEuoxT-TG2zfty_LZCxjpgH/s700/parabola-dei-talenti.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="525" data-original-width="700" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwu-vGLlxKUNvs3Exz4dQju8p4IdWv3s_lcY8_XdyzEV_4jB4gP8yPGB0h58JFF91vtZbvrUPdBnekbtuLFpBAKl9WU1PeWxmTVWYjDNyQk5PzLttNsa3ZaljfCXT4XD3JhFUqHNU481hi42J1x7OeLpgc6ja4pgjqAd6znzEuoxT-TG2zfty_LZCxjpgH/w400-h300/parabola-dei-talenti.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Parabola dei talenti<br />(icona)</td></tr></tbody></table><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
La pagina di Vangelo della scorsa domenica sottolineava la dimensione di '<i><span style="color: #04ff00;">vigilanza</span></i>' nella vita del credente. Vigilanza che si concretizza nell'attesa e che proietta il cristiano nel futuro, senza per questo fargli perdere i contatti col tempo presente. Si tratta di <span style="color: #fcff01;">avere i piedi ben piantati nel presente, ma con lo sguardo al futuro</span>. Insomma, si tratta di un'attesa attiva, che obbliga l'uomo a prendere decisioni, fare delle scelte.
</div>
<div>
La parabola dei talenti sviluppa lo stesso discorso chiarendo il contenuto dell'attesa e specificando il dovere del credente che consiste, essenzialmente, nel '<i><span style="color: #04ff00;">darsi da fare</span></i>'. Stavolta si tratta di una parabola facile, ma che necessita di alcune precisazioni.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Primo punto: <span style="color: #01ffff;">cosa sono questi talenti</span>. Gli studiosi ci informano che il talento era una specie di grosso lingotto d'argento, del peso di circa trenta chilogrammi. Quindi, quello che ne ha ricevuto cinque, si è visto affibbiare un carico di oltre cento cinquanta chili! Inoltre un talento era l'equivalente di circa 20 anni di uno stipendio medio del tempo. Quindi ciò che il padrone dà, è qualcosa di enorme, sia come valore che come peso.
</div>
<div>
Bisogna fare una prima osservazione fondamentale: <b><span style="color: whitesmoke;">il talento non viene guadagnato, conquistato, meritato</span></b>. È ricevuto. Tutti e tre i servi son accomunati da questa realtà di <span style="color: #01ffff;">un dono enorme</span>. Un dono diverso quantitativamente. Ma pur sempre dono. Per tutti.
</div>
<div>
Nella vita cristiana, dunque, il punto di partenza non è rappresentato dal nulla. Non si parte da zero. <span style="color: white;">Nessun cristiano si è fatto da sé</span>. L'esistenza viene costruita con materiale che ci è stato messo a disposizione, donato gratuitamente. C'è tutta una serie di uomini e donne che ci hanno preceduto e che ci hanno trasmesso il sapore di Dio, il profumo del bene.
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Tutto è grazia, tutto è dono</span></b>. E l'impegno, da parte nostra, è soltanto la risposta a un dono che ci siamo ritrovati tra le mani. Il Signore, dunque, ci consegna qualcosa perché ci diamo da fare. E questo qualcosa diventa '<i><span style="color: #04ff00;">nostro</span></i>'.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ma attenzione, bisogna fare una precisazione.
</div>
<div>
I primi due servi hanno considerato giustamente il dono ricevuto come loro. Il padrone gliel'aveva donato. Per questo l'hanno usato, trafficato, sfruttato, si sono dati da fare, si sono fidati del giudizio del padrone. Hanno visto giusto.
</div>
<div>
L'altro, invece, non ha capito niente, non si è reso conto che il lingotto era suo almeno durante l'assenza del padrone. Non è riuscito a credere all'amore, alla generosità e alla fiducia del padrone. Il dono, quindi, si è tradotto in motivo di paura. E la paura ha ucciso la spontaneità, la creatività del titolare dei trenta chili. <span style="color: #04ff00;">La paura ha bloccato nell'immobilismo l'uomo dell'unico talento</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div>Ma occorre dire anche un'altra cosa, perché è vero che la parabola dice che occorre darsi da fare, ma bisogna sapere <span style="color: #04ff00;">per che cosa e per chi</span>. Perché alla fine i servi devono rispondere al padrone, che «<i><span style="color: #ff2020;">volle regolare i conti con loro </span></i>». <b>È al Signore che dobbiamo sottoporre i risultati dei nostri traffici</b>.
</div>
<div>
Il talento è nostro, ma alla fine deve tornare a Lui. Ecco il paradosso: non basta aver fatto fruttare i doni ricevuti. Occorre verificare in che modo, a vantaggio di chi. Se al centro di tutto stanno i nostri interessi egoistici è sicuro che i conti col Signore non tornano.
</div>
<div>
Se il talento fondamentale, quello della vita, lo impieghiamo unicamente per fare collezione di banconote, per far prosperare i nostri traffici senza badare troppo per il sottile, il Padrone ha diritto di considerare sprecato quel talento che ci ha consegnato non certo perché lo investissimo in egoismo, in sopraffazione, in '<i>vanità</i>' (<i>Qo 1, 2</i>).
</div>
<div><br /></div>
<div>
Le ricchezze di Dio fruttificano solo se sono condivise. <b><span style="color: whitesmoke;">Dio è contento solo se i suoi doni noi li ricicliamo</span></b>. Lui ci suggerisce: "<b><span style="color: gold;">Se sono doni ... donali!</span></b>"
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 1em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 3em;"><i><span style="color: white;">Proverbi 31,10-13.19-20.30-31;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 5em;"><span style="color: white;">Salmo 127;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 7em;"><span style="color: white;">prima Tessalonicesi 5,1-6;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 9em;"><span style="color: white;">Matteo 25,14-30</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-76584327472490242642023-11-09T05:35:00.001+01:002023-11-10T05:47:04.759+01:00L'olio della fede, l'olio dell'amore - 12/11/2023 - XXXII Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIGe6pD_xof61DzvlAfa07eeKIYW-TxDXLrReFYML_S_gz7VLrCmDb8ObTT1g2THq3TMRG_H5Y_75tShSDb9V4NWXslot16JTPqWo4WRZG3Bz5CU-bioymgHQtRDTNjCUj_KxaCJqLSAbAL8ASri_zmgCfJzEggxYCGxLSYlCJeQEcqNHTqOv6og4zFlxd/s1017/vergini-folli.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1017" data-original-width="678" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIGe6pD_xof61DzvlAfa07eeKIYW-TxDXLrReFYML_S_gz7VLrCmDb8ObTT1g2THq3TMRG_H5Y_75tShSDb9V4NWXslot16JTPqWo4WRZG3Bz5CU-bioymgHQtRDTNjCUj_KxaCJqLSAbAL8ASri_zmgCfJzEggxYCGxLSYlCJeQEcqNHTqOv6og4zFlxd/w266-h400/vergini-folli.jpg" width="266" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Le vergini sagge e le vergini folli (particolare)<br />Cappella Castel d'Appiano (BZ)<br />(affreschi fine XII inizio XIII secolo)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Sono molti i biblisti che ritengono che questa sia la parabola più difficile. In effetti ci sono molti dettagli che non tornano con gli usi del tempo (<i>il ritardo dello sposo, la chiusura della porta</i>) o con le parole precedenti di Gesù (<i>condividere tutto, donare la vita</i>).
</div>
<div><br /></div>
<div>
Per capirla un po' meglio bisogna tener presente a chi sta parlando l'evangelista. La parabola si inserisce in una problematica particolarmente sentita nella Chiesa primitiva. I cristiani esprimevano la loro fede nella '<i>prima venuta</i>' di Gesù (incarnazione). Ma testimoniavano pure la fede nell'attesa della '<i>seconda venuta</i>'. Si tratta della <span style="color: #04ff00;">parusia</span>, un termine che significa presenza, ma anche venuta, cioè '<i><span style="color: #04ff00;">divenire presente</span></i>'. Il vocabolo, però, viene abitualmente impiegato per indicare il ritorno di Gesù alla fine dei tempi. Tra la prima e la seconda venuta si colloca il tempo presente. <b>Il tempo dell'attesa</b>. Il tempo della Chiesa.</div>
<div>
Soltanto che non pochi fanatici tendevano ad <i>accorciare</i> questo tempo intermedio. C'erano tanti che, facendo leva sull'emotività popolare, predicavano l'imminenza della fine.
Quindi il tema della parabola è la "<b>vigilanza</b>"
</div>
<div><br /></div>
<div>
La vigilanza è necessaria perché non sappiamo il quando Gesù tornerà. <span style="color: #04ff00;">È questo il senso del ritardo dello sposo</span>.
</div>
<div>
Il credente non è uno che viaggia consultando il calendario o l'agenda. È uno che ha in mano una bussola. <span style="color: #04ff00;">Cristo dà la direzione del cammino, non ci fornisce la descrizione anticipata di ciò che accadrà lungo la strada</span>.
</div>
<div>
La sua parola non è una chiave magica per risolvere gli enigmi della storia, i rebus della cronaca quotidiana. <b><span style="color: gold;">È luce che permette di cogliere il significato degli avvenimenti</span></b>.
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<div>
Il cristiano non è uno che sa già tutto prima, ma è uno che dovrebbe riuscire ad afferrare il filo conduttore delle diverse vicende.
</div>
<div>
La colpa del cristiano non è quella di non essere informato. Il cristiano, in un certo senso, '<i><span style="color: yellow;">sa</span></i>'. Ma non sa né il '<i><span style="color: #04ff00;">quando</span></i>', né il '<i><span style="color: #04ff00;">come</span></i>'.
</div>
<div>
Gesù non dice: "<span style="color: #ff2020;">State tranquilli</span>", ma ammonisce: "<span style="color: #ff2020;">State attenti. Non lasciatevi prendere alla sprovvista</span>".
</div>
<div>
La linea di distinzione tra vergini prudenti e stolte non passa attraverso il sonno. Il Vangelo sottolinea: «<i><span style="color: #ff2020;">si assopirono tutte e si addormentarono</span></i>». La linea di discriminazione è data dalla provvista di olio: l'olio della fede, l'olio dell'amore. Le sagge si sono portate la riserva. Quelle altre non ne hanno a sufficienza.
</div>
<div>
La fedeltà non s'improvvisa. Nell'ora, sempre sorprendente, dell'incontro, <span style="color: #04ff00;">conta ciò che si ha, ciò che si è, non ciò che si vorrebbe</span>. <b><span style="color: gold;">Nessuno può mettere la fede, l'amore al nostro posto</span></b>. Nessuno può pagare per noi il biglietto per l'incontro decisivo.
</div>
<div>
In quell'Ora, l'olio dev'essere il nostro. La fedeltà deve essere timbrata da noi, l'amore deve venire dal nostro cuore.
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<div>
Quell'olio che manca alle lampade è un prodotto artigianale, fatto in casa, realizzato a mano. Olio su misura: se non ce l’hai, nessuno potrà dartelo. Non è ripicca: è che si parla di un amore capace di attendere, di stregare il cuore. "<b><span style="color: #01ffff;">Un amore infuocato che trasforma il ritardo in desiderio</span></b>" (<i>d. Marco Pozza</i>)
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="GreenYellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: greenyellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Sapienza 6,12-16;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><span style="color: white;">Salmo 62;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><span style="color: white;">prima Tessalonicesi 4,13-18;</span></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><span style="color: white;">Matteo 25,1-13</span></div></div></font></div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-46438725118594773572023-11-02T05:37:00.001+01:002023-11-02T06:54:08.416+01:00Siete tutti fratelli - 5/11/2023 - XXXI Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixdlLafnh7vS08SaIcvSP_qh8kqUN5w0nHRbjU6MVQio1JvkPDnB1Ft697dKY30qFeAO6zStDXrnq_FC7ezQpqO21YFokffsdrK1keRrpEO3lj4mwuhAPCSU7kk6Ij-LNJiMhA-X3g-P_Y_iU7AcNit3ZruZt1R2Y1dAIAqKIJjjfmsTbgYGAci-FnFdAy/s900/we-the-people-must-come-together-kelly-simpson.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="900" data-original-width="838" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixdlLafnh7vS08SaIcvSP_qh8kqUN5w0nHRbjU6MVQio1JvkPDnB1Ft697dKY30qFeAO6zStDXrnq_FC7ezQpqO21YFokffsdrK1keRrpEO3lj4mwuhAPCSU7kk6Ij-LNJiMhA-X3g-P_Y_iU7AcNit3ZruZt1R2Y1dAIAqKIJjjfmsTbgYGAci-FnFdAy/w373-h400/we-the-people-must-come-together-kelly-simpson.jpg" width="373" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">we the people must come together<br />(Kelly Simpson)<br /></td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
Lascio ad altri, ben più competenti di me, tutte le considerazioni sui pesi inutili, sul legalismo crudele e ipocrita, sulla necessità di coerenza tra ciò che si predica e ciò che si vive, tra il nostro dire e il nostro fare.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Vorrei invece fermarmi a considerare una piccola frase: «<i><span style="color: #ff2020;">Voi non fatevi chiamare "Rabbi", perché uno solo è il vostro Maestro <b>e voi siete tutti fratelli</b></span></i>». Mi ha colpito molto perché, data la premessa, mi sarei aspettato che terminasse con "<i>e voi siete tutti discepoli</i>".
</div>
<div>
Al quadro negativo di una religiosità vuota, tronfia, pomposa, formalista, caratterizzata dall'esteriorità, dominata da uomini avidi di potere, onori e successi, Cristo contrappone il quadro di una comunità evangelica dove emergono le vere, radicali esigenze del suo messaggio, <b>dove i membri si riconoscono fratelli</b>.
</div>
<div>
Una comunità dove non ci sono dei tronfi possessori della verità, ma degli umili e appassionati cercatori; dove non ci sono rigidi moralisti, ma c'è abbondanza di '<i><span style="color: #01ffff;">ministri della pazienza del Cristo</span></i>'; dove i responsabili rivendicano il colossale privilegio di servire; dove la grandezza è misurata dalla ... piccolezza; dove la '<i>carriera</i>' è determinata dagli scatti di ... carità (<i>ed è fatta per scendere i gradini della 'scala sociale'</i>); dove chi esercita il ruolo dell'autorità non ha la pretesa di sostituire la presenza dell'unico Capo, ma cerca renderla visibile, quasi sensibile, con la sua trasparenza e la sua capacità di '<i>scomparire</i>'; dove nessuno tenta di dominare, controllare o manovrare gli altri; <span style="color: #04ff00;">dove gli unici titoli validi sono quelli della fede e di essere degli 'aspiranti cristiani'</span>. Una comunità di persone che alla domanda '<i>sei cristiano?</i>' risponde '<span style="color: gold;">No, ma cerco di esserlo, <b>vorrei</b> esserlo!</span>'</div>
<div><br /></div>
<div>
È la comunità del Cielo: i santi. Gente imperfetta, peccatrice (<b>e conscia di esserlo</b>). Ingegnosa, però: da peccatori non si sono mai arresi al peccato. Dopo ogni caduta sono ripartiti, con le cicatrici addosso.
</div>
<div>
È la comunità che fa sobbalzare di gioia e amore il cuore del Cristo.
</div>
<div>
Alla perfezione asettica di cuori senz'anima, Lui preferisce di gran lunga <span style="color: #04ff00;">l'imperfezione carnale di chi, provandoci ripetutamente, fallisce ripetutamente; di chi non si preoccupa di non cadere, ma pensa solo, una volta caduto, a rialzarsi e riprendere il cammino</span>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div><hr align="center" color="yellow" size="4" width="50%" /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 2em;">
<span style="color: yellow; font-variant: small-caps;">Letture:</span>
<div style="text-align: left; text-indent: 4em;"><i><span style="color: white;">Malachia 1,14- 2,2.8-10;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 6em;"><i><span style="color: white;">Salmo 130;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 8em;"><i><span style="color: white;">prima Tessalonicesi 2,7-9.13;</span></i></div>
<div style="text-align: left; text-indent: 10em;"><i><span style="color: white;">Matteo 23,1-12</span></i>
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
</div></font>
</div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-23645643266380472382023-10-26T05:35:00.001+02:002023-10-27T08:11:08.236+02:00Amare perché ci si scopre amati - 29/10/2023 - XXX Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH1AoSSf7H7r1QLhnzrXEIUCMcMbWiPB0-UAbhQeFFiEanS28ICC4HmTsRPQMcYiOBRbj1e9cZnUsCu1qinvwX9VtoYHlqP796Wh1xgPFU9-xJn9tnGxGoJXP7Ut6LDMPVIpBkii9RpMB2K7oXGkscIOagqu-XJB2q5zVwT_6GF0-mz_iiaHSNRTlCg5TP/s1268/amore(micheile%20henderson%20su%20unsplash).jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1268" data-original-width="741" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjH1AoSSf7H7r1QLhnzrXEIUCMcMbWiPB0-UAbhQeFFiEanS28ICC4HmTsRPQMcYiOBRbj1e9cZnUsCu1qinvwX9VtoYHlqP796Wh1xgPFU9-xJn9tnGxGoJXP7Ut6LDMPVIpBkii9RpMB2K7oXGkscIOagqu-XJB2q5zVwT_6GF0-mz_iiaHSNRTlCg5TP/w234-h400/amore(micheile%20henderson%20su%20unsplash).jpg" width="234" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Amore<br />(Foto: micheile henderson su unsplash)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente</span></i>»
</div>
<div>
Dio. E sopra Dio nessun altro: nemmeno la Legge.
</div>
<div>
"<span style="color: #ff2020;">Ama Dio!</span>" dunque. Ma non perché qualcuno ti ha imposto di farlo, ma perché <b><span style="color: whitesmoke;">Dio per primo ha amato te</span></b>. L'amore, quindi, sarà sempre un amore di risposta, la risposta ad una chiamata: "<span style="color: #ff2020;">Camminiamo insieme. Ci stai?</span>".
</div>
<div><br /></div>
<div>
<b><span style="color: gold;">Amare perché ci si scopre amati di un amore immenso</span></b>. Di un amore così grande che non possiamo fare a meno di condividerlo, di portarlo a chi ci sta vicino.
</div>
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Amerai il tuo prossimo come te stesso</span></i>». Dio, poi l'uomo e infine te stesso. Ma anche il movimento inverso: da te, attraverso l'uomo, a Dio. È questa la dinamica di Dio, la dinamica della Trinità: una continua circolazione d'amore. <b><span style="color: gold;">Un abbraccio che non vuole escludere nessuno, che sogna di allargarsi a tutto il mondo</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
"<span style="color: #ff2020;">Il comandamento più grande</span>", che poi sono due, non è più grande perché sta sopra gli altri. <span style="color: #04ff00;">È il più grande perché sta sotto gli altri</span>, è la radice che ne dà il senso, che orienta tutte le altre osservanze. I vari precetti, sono vuoti di significato, di valore, di contenuto se non vengono letti e attuati alla luce e in prospettiva dell'amore.
</div>
<div>
Quando la Legge viene prima dell'uomo, il non rispettarla è una condanna.
</div>
<div>
Quando la Legge viene posta al servizio dell'uomo, per quanto egli sia sfigurato dai troppi peccati, nessuna legge potrà mai togliergli l'immagine di Dio impressa nel volto.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ama l'uomo, <span style="color: #04ff00;">quindi anche l'uomo che sei</span>, così come sei: disfatto, sporco, triste, lunatico. Ma anche sorridente, generoso, compassionevole. Perché nessuno di questi aggettivi, per quanto giusti, potrà sostituire il sostantivo che sei: tu sei uomo, tu sei donna. Prima il sostantivo, poi l'aggettivo. Perché il sostantivo è di Dio, <b><span style="color: whitesmoke;">tu sei di Dio</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Facciamo attenzione che non è vero che Dio veda tutto bello nell'uomo. Gli dice infatti d'amare anche sé stesso, quasi a dirgli: "<span style="color: #ff2020;">Carissimo, c'è un po' di disordine dentro di te</span>".</div>
<div>
Ma c'è modo e modo di farlo notare. Perché un conto è comandarti di farlo subito, presto e bene.
</div>
<div>
E un conto è dirti: "<span style="color: #ff2020;">So che è un lavoro pesante e noioso. Vuoi che ti dia una mano? Insieme farai meno fatica e ci divertiremo!</span>"
</div>
<div>
<b><span style="color: gold;">La vita di Gesù ci dice che Dio preferisce il secondo modo</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: center; text-indent: 0px;">
(<span style="font-variant: small-caps;">Letture</span>:<br />
<i>Esodo 22, 20-26; Salmo 17; <br />prima Tessalonicesi 1, 5-10; Matteo 22,34-40</i>)
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
</font>
</div>
julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-87504293739973225062023-10-19T05:35:00.000+02:002023-10-19T05:35:53.399+02:00Tutti siamo di Dio - 22/10/2023 - XXIX Domenica Tempo Ordinario<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPiDuhKpSGCsIS7xuKdGS03xZL3nqiUBwpej5Fy5iZ1S-nzTF70volx7lO2_8-VrOHFqCn7G3qINQPkXgl4RZq-1K6WB16cgs3oKVbKCX-ipRgQM8j2HaWxdxengQLCYrznd0ClbYoc6fwMdS2MXvrBMPXKsUiT75FN8Auuxy52kHztU292YOu3Y5pV8sb/s1129/photo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="1129" data-original-width="903" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPiDuhKpSGCsIS7xuKdGS03xZL3nqiUBwpej5Fy5iZ1S-nzTF70volx7lO2_8-VrOHFqCn7G3qINQPkXgl4RZq-1K6WB16cgs3oKVbKCX-ipRgQM8j2HaWxdxengQLCYrznd0ClbYoc6fwMdS2MXvrBMPXKsUiT75FN8Auuxy52kHztU292YOu3Y5pV8sb/w320-h400/photo.jpg" width="320" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Foto: Diego PH su Unsplash</i></td></tr></tbody></table></div><div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
<font face="verdana" size="4">
<div>
«<i><span style="color: #ff2020;">Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio</span></i>»
</div>
<div>
Frase famosissima, ma che a ben guardare più che essere una risposta, è una sorgente di domande.
</div>
<div>
La prima cosa da notare è che la domanda posta dai farisei parla di "<span style="color: #ff2020;">pagare</span>", e Gesù dice di "<span style="color: #ff2020;">rendere</span>". I farisei e gli erodiani, acerrimi nemici che si alleano contro Gesù, mettono tutto, anche il rapporto con Dio, sul piano commerciale, è tutto un dare-avere in cui si cerca di dare il minimo sperando di ottenere il massimo.
</div>
<div>
Gesù invece vive tutto sul piano del rapporto personale di amicizia, di amore, di dono. <b><span style="color: whitesmoke;">Per Dio tutto è dono</span></b>, che per dare buoni frutti (<i>cfr. i vangeli delle domeniche passate</i>), per essere restituito, si deve condividere.
</div>
<div><br /></div>
<div>
C'è da dire anche che questa frase non rappresenta una spartizione dei campi di influenza. Non è un trattato tra due potenze che si spartiscono territori e sudditi vari tracciando un confine rigido e guai a chi l'oltrepassa. E questo perché <span style="color: #04ff00;">anche Cesare è di Dio</span>, come di Dio è chi ha posto la domanda. <b>Tutti siamo di Dio</b>.
</div>
<div>
Quindi come facciamo a riconoscere le cose di Dio e le cose di Cesare? La frase di Gesù non risolve i problemi quando, come spesso succede, le due realtà si mescolano. Perché la realtà concreta è molto complessa, le situazioni storiche cambiano, gli equivoci sono sempre possibili.
</div>
<div>
Il cristiano non ha una soluzione prefabbricata, buona per tutte le stagioni. Sa però che <b><span style="color: gold;">ciò che torniamo al Padre deve avere il sapore del pane spezzato e condiviso, il profumo della libertà</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div>
Ciò che dobbiamo tornare a Dio non lo dobbiamo cercare tra pietre preziose, vesti lussuose, monete o pergamene. Lo dobbiamo cercare tra le persone. <span style="color: #04ff00;">Ogni essere umano porta, anche se sbiadita, corrosa, l'immagine di Dio</span> (<i>Gen 1, 26</i>). Restituire a Dio la sua immagine impressa in ogni uomo e in ogni donna è sempre più urgente.
</div>
<div>
Ciò che si deve restituire a Dio comprende anche ciò che si deve restituire ai poveri, agli esclusi, alle vittime dell'ingiustizia, ai senza voce, ai dimenticati, agli schiacciati da tutte le forme di oppressione e sfruttamento, a tutti coloro che sono stati privati della dignità e della speranza.
</div>
<div>
Perché Dio non accetta i resi solo in chiesa, anzi. <b><span style="color: gold;">Lui spesso preferisce riscuotere agli sportelli dell'umanità</span></b>.
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
<div style="text-align: center; text-indent: 0px;">
(<span style="font-variant: small-caps;">Letture</span>:<br />
<i>Isaia 45,1.4-6; Salmo 95; prima Tessalonicesi 1,1-5; Matteo 22,15-21</i>)
</div>
<div><br /></div>
<div><br /></div>
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julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-30232880324544711312023-10-12T05:35:00.000+02:002023-10-12T05:35:18.193+02:00Indossare l'abito della gioia e della speranza - 15/10/2023 - XXVIII Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLE65fohuJLgktiA4lvj3HEKw3SmXxKv9Emv-EiUD2kC_bAo-3m3sXen18IdZZXBt7P7eGgR882yUPB0G1YR6r1naHup6yYPt0XYH9q6BCKzPxt2AQDWs77hZohXXA3COIZc8vSFhWIv-eoUkOk5Wi2xlHKemM94LiebPi3D3bMzIb-KFlSpBY-AIMdM5S/s900/banchettoNozze.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="639" data-original-width="900" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgLE65fohuJLgktiA4lvj3HEKw3SmXxKv9Emv-EiUD2kC_bAo-3m3sXen18IdZZXBt7P7eGgR882yUPB0G1YR6r1naHup6yYPt0XYH9q6BCKzPxt2AQDWs77hZohXXA3COIZc8vSFhWIv-eoUkOk5Wi2xlHKemM94LiebPi3D3bMzIb-KFlSpBY-AIMdM5S/w400-h284/banchettoNozze.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Banchetto di nozze<br />(icona)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
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<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
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Sinceramente facevo un po' di fatica a comprendere questa parabola per due motivi.
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Il primo è che non capisco come si possa rifiutare l'invito ad un pranzo di nozze fatto da un re! Immagino che gli invitati fossero gente che già lo frequentava, per cui non avevano neanche il problema di non avere gli abiti adatti, o di non sapere neanche quali fossero.
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Poi però ho notato che Gesù, come le domeniche precedenti, si sta rivolgendo «<i><span style="color: #ff2020;">ai capi dei sacerdoti e ai farisei</span></i>», cioè a gente che frequentava il tempio giornalmente e conosceva le scritture a memoria. Quindi gli invitati sono loro.</div>
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Penso che se il Signore li avesse convocati per una discussione su alcuni problemi urgenti, o per un consiglio su quali punizioni affibbiare, avrebbero mollato tutto subito e sarebbero andati di corsa. Dio invece li sorprende con un invito a nozze, una chiamata a mangiare, bere e festeggiare.
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Spesso anche noi cristiani siamo così, facciamo fatica a mollare le '<i>cose da fare</i>' per fare festa, anche se l'invito viene da Dio.
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Gesù ci ricorda che l'ideale cristiano non è una morale opprimente, ma <span style="color: #04ff00;">una beatitudine</span>. Il cristiano non è un servo piegato sotto il giogo di un codice severo, ma una persona perdonata e liberata. <b><span style="color: gold;">L'esistenza cristiana non è una sofferenza, ma una festa</span></b>.
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Facciamo fatica ad accettare un dono non previsto, immeritato. Abbiamo sempre paura che nasconda un secondo fine, una fregatura. È sempre il serpente che, anche a noi come ad Eva, cerca di allontanarci dal Signore presentandoci una falsa immagine di Lui.
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Il secondo motivo di difficoltà è quella persona trovata senza l'abito nuziale. I servi sono andati per strada e hanno fatto arrivare tutti, non hanno scelto chi invitare e hanno fatto entrare ricchi, poveri, straccioni, mendicanti, operai, giovani, vecchi; «<i><span style="color: #ff2020;">cattivi e buoni</span></i>» specifica il Vangelo. Non penso proprio che gli invitati abbiano avuto la possibilità di cambiarsi, ma che si siano presentati col vestito, o gli stracci, che avevano.</div>
<div>
Quindi il «<i><span style="color: #ff2020;">vestito nuziale</span></i>» non è quello indossato sul corpo, ma è un vestito del cuore. <b><span style="color: gold;">È l'abito di un cuore che sogna la festa della vita, che desidera credere, perché credere è una festa</span></b>.
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<div>Allora quella persona è il simbolo di tutti quei cristiani che non riescono a credere che il Regno sia un banchetto di nozze, ma pensano piuttosto a un tribunale, magari dell'inquisizione. E perciò si vestono come per un funerale.
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<div>
Come scrive il biblista Alphonse Maillot, è il simbolo del credente "<i><span style="color: #01ffff;">rivestito di severità, austerità, tristezza, mentre bisognerebbe indossare l'abito della gioia e della speranza. Un uomo che si fa l'idea che occorre portare la tristezza del mondo, invece di portare al mondo il sorriso di Dio</span></i>".
</div>
<div>
Troppo spesso anche noi dimentichiamo che in cielo si fa festa per ogni peccatore pentito, per ogni figlio che ritorna, per ogni mendicante d'amore. <b><span style="color: whitesmoke;">Quindi per ognuno di noi</span></b>.
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<div style="text-align: center; text-indent: 0px;">
(<span style="font-variant: small-caps;">Letture</span>:<br />
<i>Isaia 25,6-10; Salmo 22; Filippesi 4,12-14.19-20; Matteo 22,1-14</i>)
</div>
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julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-36536318081078271872023-10-05T05:36:00.002+02:002023-10-06T14:11:03.938+02:00Dio non spreca il suo tempo in vendette - 8/10/2023 - XXVII Domenica Tempo Ordinario<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOolfd8zdOI5qyeGZ533vvXGPQ9qIeuTKe3wenyIqU7rIDUnXN6Ptvei8JQACIQUsiDznWhtsFxMTxJkz5wa7adcZs_GT5Kj1Op3jORLwjB9f9_BAFh_-ER9ZFjR3RPgI9V2OcZfKeueJisJrAK-1Op3XsquUXJiz3ozrprmR3qVQO_qrumtG5r5bLMzk9/s800/grappolo4.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" data-original-height="633" data-original-width="800" height="316" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOolfd8zdOI5qyeGZ533vvXGPQ9qIeuTKe3wenyIqU7rIDUnXN6Ptvei8JQACIQUsiDznWhtsFxMTxJkz5wa7adcZs_GT5Kj1Op3jORLwjB9f9_BAFh_-ER9ZFjR3RPgI9V2OcZfKeueJisJrAK-1Op3XsquUXJiz3ozrprmR3qVQO_qrumtG5r5bLMzk9/w400-h316/grappolo4.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">acini di luce<br />(foto J.C.)</td></tr></tbody></table><br /><div><br /></div>
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<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
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Con questo brano si chiude quella che viene anche detta la '<i>trilogia della vigna</i>' di Matteo che abbiamo visto in queste domeniche. Mentre la prima parabola era rivolta ai discepoli, le ultime due sono rivolte «<i><span style="color: #ff2020;">ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo</span></i>», cioè alle autorità religiose e civili.
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La vigna è spessissimo usata nella Bibbia come metafora del popolo ebraico, per cui il senso immediato della parabola è chiarissimo ai destinatari e anche a noi.
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Ma c'è anche un senso un po' più profondo, non così immediato. La vigna non è solo il popolo d'Israele, ma siamo anche tutti noi, <span style="color: #04ff00;">tutta l'umanità è la vigna coltivata, curata, amata dal Signore</span>. Ma noi siamo anche la delusione del Signore, siamo gli «<i><span style="color: #ff2020;">acini acerbi</span></i>» (prima lettura), i contadini malvagi.
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Allora per capire la parabola mi pare si debba partire da una frase della prima lettura, dove il profeta Isaia fa esclamare al Signore «<i><span style="color: #ff2020;">Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?</span></i>».
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Nonostante tutto <b><span style="color: gold;">Dio è appassionatamente innamorato della sua vigna</span></b>, cioè anche di me, nonostante le mie infedeltà, nonostante le mie cattiverie, Lui cerca di fare per me quello che nessun altro cercherebbe di fare. <b><span style="color: whitesmoke;">Per quanto io sia una vite insignificante e improduttiva, Lui non vuole rinunciare a me</span></b>. <b><span style="color: gold;">È questo il fondamento della fede!</span></b>
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Ma quando noi usciamo da questa logica di amore, di dono, e ci lasciamo prendere dalla smania del possesso, del primeggiare, quando noi non pensiamo più secondo il "<i><span style="color: #04ff00;">noi</span></i>", ma solo secondo l'"<i><span style="color: #04ff00;">io</span></i>", allora <span style="color: #01ffff;">diventiamo come i vignaioli della parabola</span>. Invece della gioia del raccolto, del produrre insieme dei prodotti per la festa e la vita, diventiamo portatori di violenza, produttori di frutti insanguinati, distruttori della vita.
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Ma anche i sacerdoti e gli anziani del popolo sono sulla stessa lunghezza d'onda, hanno la stessa mentalità. Anche loro continuano a essere legati alla catena della violenza.
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Ma Dio non è d'accordo. Lui non ci sta. Lui è per la vita, non per la morte. Lui non è legato a nessuna catena, anzi, <span style="color: #01ffff;">vuole spezzare tutte le catene, <i>prima fra tutte quella della violenza</i></span>. Nella storia continua dell'amore di Dio e del tradimento dell'uomo, Gesù immette la <span style="color: #04ff00;">novità del Vangelo</span>: al contrario di quanto detto dal profeta Isaia, <span style="color: #04ff00;"><b>non c'è nessuna vendetta, nessuna nuova vigna</b></span>.
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I nostri peccati, le nostre infedeltà, non riescono a fermare il piano di Dio. La vigna darà buoni frutti. <b><span style="color: gold;">Dio non spreca il suo tempo in vendette</span></b>.
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Dio darà la sua vigna «<i><span style="color: #ff2020;">a un popolo che ne produca i frutti</span></i>». Un popolo formato da chi avrà scelto il perdono al posto della vendetta, la misericordia al posto della giustizia, l'amore al posto della paura, il "<i><span style="color: #04ff00;">noi</span></i>" al posto dell'"<i><span style="color: #04ff00;">io</span></i>". E per far parte di questo popolo non conta il nostro passato, quello che conta è solo la nostra voglia di futuro.
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E allora la vigna non darà più grappoli rossi di sangue, ma rossi d'amore, acini di luce gonfi del mosto di Dio per donare un vino di felicità e gioia senza fine.
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<div style="text-align: center; text-indent: 0px;">
(<span style="font-variant: small-caps;">Letture</span>:<br />
<i>Isaia 5,1-7; Salmo 79; Filippesi 4,6-9; Matteo 21,33-43</i>)
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<div><br /></div>
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julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5065532683439344265.post-25373233385255039292023-09-28T05:33:00.000+02:002023-09-28T05:33:15.728+02:00Due figli che sono uno solo - 1/10/2023 - XXVI Domenica Tempo Ordinario<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6aRfxczhll0B52hhhhzN6vGnYXr0a_5XcORnDYNlysoAI8Ox1yvx6uNKKuf8J3NkplMKBK3EOw6Y3mV9pA8udAVpvLJGmN7qhMXR34oWDDBaB4ieAKbkxkC0mq87unjjmm7RQ-vYKT7tuExbzc_61DBxecL7K0uIVfnRlapgGAPwU8NTJn5t9jDzo_6q2/s800/cuore2.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="721" data-original-width="800" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6aRfxczhll0B52hhhhzN6vGnYXr0a_5XcORnDYNlysoAI8Ox1yvx6uNKKuf8J3NkplMKBK3EOw6Y3mV9pA8udAVpvLJGmN7qhMXR34oWDDBaB4ieAKbkxkC0mq87unjjmm7RQ-vYKT7tuExbzc_61DBxecL7K0uIVfnRlapgGAPwU8NTJn5t9jDzo_6q2/w400-h360/cuore2.png" width="400" /></a></div><br /><div><br /></div>
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<div style="text-align: justify; text-indent: 1em;">
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Come sempre, quando Gesù parla di due figli, non vuole indicare due persone diverse, ma due tendenze che sono presenti nel cuore di ognuno di noi.
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Il fatto è che non abbiamo quella qualità, peraltro difficile da ottenere e soprattutto da mantenere, che i padri del deserto chiamavano '<i><span style="color: #04ff00;">cuore indiviso</span></i>', cioè un cuore che sia centrato su di unico obiettivo e non si lasci distrarre da niente altro.
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Noi<span style="text-indent: 1em;"> </span><span style="text-indent: 1em;">invece</span><span style="text-indent: 1em;"> siamo presi da tante cose. A tutti noi capita di dire no, ma poi di ripensarci e fare, o di dire di si e poi dimenticarci di fare. Capita di abbandonare Dio ma poi sentirne la nostalgia e tornare a casa, o di arrabbiarsi col padre perché fa festa per chi è tornato.</span></div>
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Anche a noi capita, come a san Paolo, di fare il male che non vogliamo, e di non riuscire a fare il bene che vorremmo (<i>Rm 7,18-25</i>). Tante volete anche per noi vale la frase che Goethe fa dire a Faust '<i><span style="color: #bbffff;">Ah, due anime abitano nel mio petto</span></i>'.
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Ma Dio non si arrabbia per questo, anzi, come un genitore davanti ad un figlio che fa fatica a capire, cerca il modo migliore di spiegare come fare. Gli indica una strada e lo rassicura che sarà sempre con lui per sorreggerlo e accompagnarlo. E la strada è quella della ricerca di avere un cuore semplice (<i>Sap 1, 1</i>), di pregare il Signore ce ne faccia dono (<i>Sal 86, 11</i>). La strada è quella del primo figlio che si pentì e andò a lavorare.
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Letteralmente Matteo dice che questo figlio '<span style="color: #ff2020;">si convertì</span>', cioè cambiò il suo sguardo. Pensando a quanto detto domenica scorsa, abbandonò '<i><span style="color: #04ff00;">l'occhio cattivo</span></i>'. Cioè vide in modo nuovo la vigna, il padre, l'obbedienza.
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La vigna non è più la vigna del padre</b>, ma è la '<span style="color: #04ff00;">nostra</span>' vigna, quella del padre, del figlio e di chiunque venga a lavorarci.
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Il padre non è più un padrone a cui sottostare</b>, ma il vignaiolo che chiede aiuto per preparare il vino per la festa di tutta la casa.
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Ed ecco che il cuore, liberato da vincoli e imposizioni, si ricompone, si unifica. Perché <b><span style="color: gold;">non si può lavorare o amare bene per imposizione, ma solo per libera scelta</span></b>.
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Il nodo della questione sta proprio nel fare la volontà del padre. Ma occorre capire bene quale sia questa volontà. Dio non vuole dei figli che siano dei servi ossequienti, dei burattini che si muovono a comando. Lui <b><span style="color: gold;">vuole dei figli liberi e adulti</span></b>, che si alleino con lui per la fecondità del creato, che cerchino di portare più vita e più bellezza nella realtà in cui vivono.
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<b><span style="color: gold;">Dio non vuole obbedienza, ma fecondità</span></b>. Non ci chiede sottomissione, ma che lo aiutiamo a portare nel mondo frutti abbondanti, grappoli gonfi di vino per la festa senza fine.
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Il Vangelo di oggi si chiude con parole di speranza, con promesse di vita.
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Dio ha sempre fiducia in ogni suo figlio o figlia. Nei pubblicani, nelle prostitute, <b><span style="color: whitesmoke;">e anche in noi</span></b>, nonostante i nostri errori, i nostri ritardi nel dire sì. <b><span style="color: gold;">Dio crede in noi, sempre</span></b>.
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Forte di questa certezza, posso anch'io cominciare ogni giorno la mia conversione verso un Dio che non è dovere, ma <b><span style="color: whitesmoke;">amore e libertà</span></b>.
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Assieme a Lui e a tutti i fratelli, vendemmieremo grappoli abbondanti, dolci di rugiada e di sole, anticipo di festa e di gioia senza fine.
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<div style="text-align: center; text-indent: 0px;">
(<span style="font-variant: small-caps;">Letture</span>:<br />
<i>Ezechiele 18,25-28; Salmo 24; Filippesi 2,1-11; Matteo 21,28-32</i>)
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julo d.http://www.blogger.com/profile/03429397529083550369noreply@blogger.com0