Se leggiamo senza idee precostituite il brano di Luca ci accorgiamo che il Battesimo di Gesù è solo un inciso marginale. Il punto importante del racconto, anzi, i punti, sono altri.
Il primo è il cielo che si apre: «Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì». Il cielo si apre come una breccia nelle mura, come le braccia agli amici, all'amato o all'amata, ai figli. Il cielo si apre sotto l'urgenza dell'amore di Dio, un amore così grande e prorompente da squarciare persino il cielo, e nessuno lo rinchiuderà mai più.
Il secondo punto è «discese sopra di lui lo Spirito Santo».
'Spirito' è soffio che genera vita,dal primo respiro di Dio che accese la fiamma della vita nel grumo di argilla che è Adamo, ma ancora prima, quando «aleggiava sulle acque» (Gen 1, 2) covando l'origine della vita. 'Santo' significa sostanzialmente di Dio. Quindi «scese lo Spirito Santo» si può tradurre così: "Scese la vita di Dio", soffio di primavera, alito che ravviva la fiamma smorta, che raddrizza la canna piegata.
E infine la voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Quella voce, al Giordano, proclama a Gesù tre cose che ripete anche ad ogni nostro battesimo.
"Figlio" è la prima: Dio è forza di generazione, e come ogni seme genera secondo la propria specie. Siamo tutti figli nel Figlio, frammenti di Dio nel mondo. Abbiamo Dio nel nostro sangue, nel nostro DNA.
"Amato": prima che tu sia, prima di ogni merito e al di là di ogni demerito, che tu lo sappia o no, ad ogni risveglio il tuo nome per Dio è 'amato'. "Tu ci hai amati per primo, o Dio, e noi parliamo di te come se ci avessi amato per primo una volta sola. Invece continuamente, di giorno in giorno, per la vita intera Tu ci ami per primo" (Søren Kierkegaard).
"Mio compiacimento" è la terza parola, e contiene l'idea di gioia, è come se Dio dicesse: 'figlio mio, mi piaci, ti guardo e sono felice'. Si realizza quello che Isaia aveva intuito, cioè l'esultanza di Dio per me, per te: «come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Is 62,5)
Se ogni mattina potessimo ripensare questa scena e...
- vedere il cielo azzurro che si apre sopra di noi come un abbraccio;
- sentire il Padre che ci dice con tenerezza e forza: figlio mio, amato mio, mio compiacimento;
- sentirci come un bambino che, anche se viene sollevato da terra, si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori;
questa sarebbe la più bella e più profonda esperienza quotidiana di fede.
- vedere il cielo azzurro che si apre sopra di noi come un abbraccio;
- sentire il Padre che ci dice con tenerezza e forza: figlio mio, amato mio, mio compiacimento;
- sentirci come un bambino che, anche se viene sollevato da terra, si abbandona felice e senza timore fra le braccia dei genitori;
questa sarebbe la più bella e più profonda esperienza quotidiana di fede.
Letture:
Isaia 40,1-5.9-11
Salmo 103
Tito 2,11-14;3,4-7
Luca 3,15-16.21-22
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