Progettare, ma anche solo sognare un viaggio a piedi è una cosa molto diversa dal farlo se il viaggio avverrà in modo 'normale'.
In quest'ultimo caso ci si preoccupa non tanto del viaggio in sé (se non per quanto riguarda eventuali orari di treni/aerei/traghetti) quanto di come arrivare all'albergo, di cosa vedere una volta arrivati a destinazione.
In un viaggio a piedi invece la maggior parte dello studio va al viaggio in sé. E questo anche perché un viaggio a piedi non è fatto tanto per andare in un posto (anche se questo ha la sua importanza) quanto per il gusto e il piacere del viaggio in sé stesso. Inoltre quando si va a piedi ogni chilometro viene sudato (e in media significa circa un quarto d'ora) e il tipo di strada è molto importante: lo sterrato è molto piacevole (sempre che non sia fango) mentre l'asfalto, specie se assolato, è un vero e proprio inferno. Quindi un buon studio preparatorio è una conditio-sine-qua-non per poter godere del viaggio.
Ed è uno studio che è già un viaggiare, è già divertimento, ma è anche scoperta e istruzione. Si inizia cercando diari e testimonianze di chi quel viaggio l'ha già fatto. Si studiano, prendendo nota di ogni indicazione, di ogni nome di paese o di punti caratteristici. Poi punti si riportano su di una mappa, e si cerca la strada migliore per collagarli. E migliore non sempre significa più breve. Se l'indicazione è un nome di un paese o di una città la cosa è semplice. Ma se è l'indicazione di un monumento, di un palazzo, la cosa diventa più complessa. Si tratta di fare ricerche in rete, sui libri, in ogni posto. E qui si possono fare scoperte che colpiscono.
Una di queste è relativa alla cittadina bretone di Morlaix, la cui più famosa 'attrattiva' è un maestoso viadotto ferroviario (costruito tra il 1861 e il 1863) che sovrasta tutta la città. In un diario ho letto che hanno incontrato degli amici presso la 'Cappella degli angeli' (il vero nome è "Cappella di Nostra Signora degli angeli"). Una ricerca in rete mi ha portato ad una scoperta molto commovente: gli angeli a cui è dedicata la cappella non sono i cherubini o i serafini, ma hanno tutti un nome e un cognome. Durante la guerra, il 29 gennaio 1943 alle 14,15 due bombardieri sganciarono 46 bombe per abbattere il viadotto. Solo tre di queste lo colpirono, facendogli lievi danni, ma 150 edifici furono distrutti e 74 persone persero la vita. Uno di questi edifici era l'asilo-scuola elementare. Tra i morti c'erano 19 bambini e la loro maestra. Sono loro gli angeli, e una targa li ricorda tutti.
Finita la guerra gli abitanti vollero costruire questa cappella proprio sul posto dove c'era la scuola e nel 1957 venne consacrata.