24 febbraio 2013

Seconda domenica di Quaresima (Dio Padre e Madre)


L’altra volta abbiamo visto che la nostra fede è solo nel Dio rivelatoci da Gesù.

Occorre ripartire proprio e solo da questo Dio. Non da un dio senza un nome e senza una vita, ma dal Padre di Gesù che dona il proprio Spirito per entrare in rapporto vivo con noi, con ciascuno di noi, e portarci alla salvezza. Questa è la buona e lieta notizia, questa è la fede da riscoprire, vivere e annunciare a tutti.

Ed è questa fede vissuta come relazione d’amore con il Padre, il Figlio e lo Spirito che realizza pienamente l’essere umano, gli conferisce un’identità forte e dona un senso chiaro alla sua vita.

Questa fede come relazione  d’amore con il Padre, il Figlio e lo Spirito genera l’uomo nuovo che rende nuove tutte le cose, che si apre alla speranza sul futuro, che lo libera dall’angoscia. È questa fede che ci rende uomini di speranza e testimoni capaci di rendere ragione della speranza che è in noi.

Il salmo 131 dice che “io sono tranquillo e sereno come un bimbo svezzato in braccio a sua madre”. 

È solo questo rapporto d’amore con Dio che ci può donare questa serenità. È questa fede che ci fa riscoprire che Dio non è solo il Padre che ci prende per mano e ci guida per le strade della vita, ma è anche la madre che ci culla e ci abbraccia, che ci consola e ci accarezza, che ci bacia e accarezza.

È solo in questa relazione d’amore con il Padre, il Figlio e lo Spirito che scopriamo che Dio è il genitore, il padre e la madre, che sacrifica tutta la sua vita per noi e per la nostra felicità e la nostra gioia. 

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