Il termine "diacono" deriva dal greco e significa "servo". Oggi questo vocabolo ha un'accezione un po' negativa, ma 2000 anni fa non era così. Il servo non è lo schiavo. Il servo era colui che aveva la piena fiducia della persona presso cui prestava il suo servizio. Era un uomo libero, molto spesso un liberto. Il più delle volta il servo era la persona che curava gli interessi del padrone, e ne era anche il confidente. Aveva autonomia nelle scelte.
Possiamo dire, usando una terminologia moderna, che il padrone dettava la linea di politica economica e sociale, e il servo la applicava nel concreto. Più che un puro e semplice esecutore di ordini si potrebbe vagamente paragonare ad un amministratore delegato che riceve dagli azionisti il mandato di curare i loro interessi facendo scelte autonome (e rispondendone di persona).
A risentirci alla prossima.
Pace e benedizione
Possiamo dire, usando una terminologia moderna, che il padrone dettava la linea di politica economica e sociale, e il servo la applicava nel concreto. Più che un puro e semplice esecutore di ordini si potrebbe vagamente paragonare ad un amministratore delegato che riceve dagli azionisti il mandato di curare i loro interessi facendo scelte autonome (e rispondendone di persona).
A risentirci alla prossima.
Pace e benedizione
Ben fatta questa distinzione tra schiavo e servo.
RispondiEliminaMa c'era anche il servo della gleba, che era anche schiavo.
Parlo davvero SOLO di storia!
buona giornata, marina
È vero quello che dici, Marina, ma i servi della gleba vengono dopo. In epoca romana, e in particolare nel I sec d.C. , epoca in cui vennero istituiti i diaconi, non c'erano ancora.
RispondiEliminaPace e benedizione
Mi piace, ed è molto importante, questa fiducia piena che questo tipo di servo esprime: non è persona da poco! Tutti dovremmo essere "diaconi" gli uni degli altri... secondo un Modello che ci trascende e ci fonda come persone, in relazione.
RispondiEliminaA questo proposito mi viene in mente una frase di Benedetto XVI (che ho fra l'altro ho riportato in miei Post dal titolo "Essere e servire"): “Nessuno è così vicino al suo signore come il servo che ha accesso alla dimensione più privata della sua vita. In questo senso ‘servire’ significa vicinanza, richiede familiarità”.
Se poi siamo "servi fedeli" potremo anche "prender parte alla gioia di colui che serviamo", secondo la promessa di Gesù.
Gigi
Grazie Julo per questa significativa distinzione. Bisognerebbe farla comnoscere maggiormente anche nell'ambito ecclesiale dove, diversi "indizi" fanno pensare il contrario.
RispondiEliminafraterni saluti
Proverei ad applicare al regola anche ai nostri governanti... nel senso che dovrebbero essere al servizio del popolo... cmq a parte ciò ritengo che sia un post illuminante per capire quanto, il servizio per gli altri, sia fondamentale per il bene comune..
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