Ieri, 25 aprile, abbiamo celebrato la festa della Liberazione dal nazi-fascismo.
Quando potremo festeggiare la liberazione dai
- maleducati
- prepotenti
- furbi, furbini e furbetti vari
- integralisti (di ogni bandiera e ideologia)
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Ogni uccello ha il suo modo di volare.
Ogni persona ha il suo modo di incarnare il Cristo.
26 aprile 2009
11 aprile 2009
Buona Pasqua
Quando sentite nel cuore la sofferenza di Cristo, ricordate che dovrà venire la risurrezione: dovrà spuntare l'alba della gioia di Pasqua.
Non permettete mai ad alcuna cosa di colmarvi di dolore a tal punto da farvi dimenticare la gioia del Cristo risorto.
Non permettete mai ad alcuna cosa di colmarvi di dolore a tal punto da farvi dimenticare la gioia del Cristo risorto.
Madre Teresa di Calcutta
05 aprile 2009
Domenica delle Palme
Anche se nei pressi di Gerusalemme possiamo trovare il monastero di Emmaus, in realtà gli studiosi non sono assolutamente concordi su dove sia realmente questo villaggio reso famoso dal vangelo di Luca (cap. 24). In effetti ci sono almeno 3 o 4 località che si contendono il titolo di “Emmaus originale”.
A me sembra che questa indecisione sia molto indicativa. In effetti la strada e il villaggio di Emmaus sono ogni luogo in cui un cristiano vive la sua vita. Strada per Emmaus è ogni strada che percorriamo ogni giorno, e in cui ogni giorno possiamo incontrare il Risorto che ci chiede di fare un tratto di strada insieme, che ci viene incontro per condividere le nostre delusioni e le nostre speranze . Villaggio di Emmaus è ogni momento in cui la Scrittura viene proclamata e il pane viene benedetto e spezzato.
Solo che anche noi, come i discepoli del brano, non riusciamo a riconoscerlo. In effetti una cosa che colpisce nei racconti delle apparizioni dopo la risurrezione è proprio il fatto che Gesù non venga riconosciuto.
Per riconoscere Cristo risorto non è sufficiente aver percorso con lui le strade della Palestina, non basta aver mangiato con lui, non basta averlo ascoltato parlare. È solo attraverso una profonda adesione di fede che i nostri occhi si aprono, è solo attraverso la voce del Pastore “che chiama le sue pecore per nome” che anche noi, come Maria Maddalena, riscopriamo nella persona che si sta davanti il Signore.
E dopo questo riconoscimento anche a noi come alla Maddalena viene affidato l’incarico di essere annunciatori della fede, portatori presso gli uomini dell’amore e della misericordia di Dio.
Pace e benedizione
A me sembra che questa indecisione sia molto indicativa. In effetti la strada e il villaggio di Emmaus sono ogni luogo in cui un cristiano vive la sua vita. Strada per Emmaus è ogni strada che percorriamo ogni giorno, e in cui ogni giorno possiamo incontrare il Risorto che ci chiede di fare un tratto di strada insieme, che ci viene incontro per condividere le nostre delusioni e le nostre speranze . Villaggio di Emmaus è ogni momento in cui la Scrittura viene proclamata e il pane viene benedetto e spezzato.
Solo che anche noi, come i discepoli del brano, non riusciamo a riconoscerlo. In effetti una cosa che colpisce nei racconti delle apparizioni dopo la risurrezione è proprio il fatto che Gesù non venga riconosciuto.
Per riconoscere Cristo risorto non è sufficiente aver percorso con lui le strade della Palestina, non basta aver mangiato con lui, non basta averlo ascoltato parlare. È solo attraverso una profonda adesione di fede che i nostri occhi si aprono, è solo attraverso la voce del Pastore “che chiama le sue pecore per nome” che anche noi, come Maria Maddalena, riscopriamo nella persona che si sta davanti il Signore.
E dopo questo riconoscimento anche a noi come alla Maddalena viene affidato l’incarico di essere annunciatori della fede, portatori presso gli uomini dell’amore e della misericordia di Dio.
Pace e benedizione
02 aprile 2009
Il peccato
Da molte parti si sente lamentarsi che sia sparito il senso del peccato. Ma cos'è il peccato?
Normalmente viene presentato (e percepito) come l'infrazione ad una legge. Questa visione del peccato è molto semplice da capire, ma penso sia fortemente errata. E se portata alle conseguenze logiche mi pare anche non cristiana.
Mi spiego.
Se peccare significa trasgredire ad una legge, allora basta che io non trasgredisca mai per non peccare, e quindi essere 'salvo'. Ma allora non sarebbe stata necessaria l'Incarnazione (basterebbe la legge). Inoltre la salvezza in questo modo è un qualcosa che dipende da me, che decido io, non qualcosa che mi viene donato. Se io non trasgredisco la legge, Dio mi 'deve' salvare. Come si può vedere, seguendo fino in fondo questo significato di peccato si arrivano a negare alcunee delle basi stesse del cristianesimo: necessità dell'Incarnazione e salvezza come dono d'amore gratuito.
Allora significa che il peccato è qualcosa d'altro.
Ad allargare un po' il significato ci può aiutare la terminologia ebraica. La parola ebraica che indica 'peccato' ha la stessa radice della parola che si usa per dire 'sbagliare il bersaglio'. Quindi peccare significherebbe fallire il bersaglio, cioè fallire la propria vita.
Ma c'è un ulteriore significato, a mio avviso ben più pregnante. In tutta la Bibbia è ricorrente (e per alcuni studiosi basilare) il tema dell'alleanza. Ma alleanza non come contratto, bensì come rapporto intimo e profondo (difatti ricorre spesso il tema di rapporto matrimoniale tra Dio e l'umanità). In quest'ottica allora il peccato sarebbe una rottura del rapporto tra l'uomo e Dio. Quando pecco, la mia relazione con Dio non è più così profonda, così amicale e amorosa. È, diciamo così, un 'litigio' con Dio.
Questo 'senso del peccato' rientra molto bene in quella visione della fede per cui essa non è qualcosa da credere, ma un rapporto con una Persona.
Inoltre spiegherebbe molto bene l'ansia di Dio di perdonarci. Infatti quando vogliamo bene ad una persona e ci teniamo al rapporto con lei, se nascono motivi di dissidio, cerchiamo di superarli, di capire, di perdonare, di fare di tutto perché il rapporto ritorni come prima.
Normalmente viene presentato (e percepito) come l'infrazione ad una legge. Questa visione del peccato è molto semplice da capire, ma penso sia fortemente errata. E se portata alle conseguenze logiche mi pare anche non cristiana.
Mi spiego.
Se peccare significa trasgredire ad una legge, allora basta che io non trasgredisca mai per non peccare, e quindi essere 'salvo'. Ma allora non sarebbe stata necessaria l'Incarnazione (basterebbe la legge). Inoltre la salvezza in questo modo è un qualcosa che dipende da me, che decido io, non qualcosa che mi viene donato. Se io non trasgredisco la legge, Dio mi 'deve' salvare. Come si può vedere, seguendo fino in fondo questo significato di peccato si arrivano a negare alcunee delle basi stesse del cristianesimo: necessità dell'Incarnazione e salvezza come dono d'amore gratuito.
Allora significa che il peccato è qualcosa d'altro.
Ad allargare un po' il significato ci può aiutare la terminologia ebraica. La parola ebraica che indica 'peccato' ha la stessa radice della parola che si usa per dire 'sbagliare il bersaglio'. Quindi peccare significherebbe fallire il bersaglio, cioè fallire la propria vita.
Ma c'è un ulteriore significato, a mio avviso ben più pregnante. In tutta la Bibbia è ricorrente (e per alcuni studiosi basilare) il tema dell'alleanza. Ma alleanza non come contratto, bensì come rapporto intimo e profondo (difatti ricorre spesso il tema di rapporto matrimoniale tra Dio e l'umanità). In quest'ottica allora il peccato sarebbe una rottura del rapporto tra l'uomo e Dio. Quando pecco, la mia relazione con Dio non è più così profonda, così amicale e amorosa. È, diciamo così, un 'litigio' con Dio.
Questo 'senso del peccato' rientra molto bene in quella visione della fede per cui essa non è qualcosa da credere, ma un rapporto con una Persona.
Inoltre spiegherebbe molto bene l'ansia di Dio di perdonarci. Infatti quando vogliamo bene ad una persona e ci teniamo al rapporto con lei, se nascono motivi di dissidio, cerchiamo di superarli, di capire, di perdonare, di fare di tutto perché il rapporto ritorni come prima.
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