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Il libro è scritto come una raccolta di lettere, articoli di giornale, brani di diario, verbali di polizia. I personaggi sono tanti, con storie che si intrecciano o si sfiorano nel loro rapporto col protagonista.
Il bello di questo libro è che è una storia vera, è basato su anni di ricerche e di interviste. Solo alcuni personaggi sono inventati, e i nomi sono cambiati in quanto alcuni di loro sono ancora vivi e potrebbero aver problemi in quella realtà complessa e caotica che è il medio-oriente.
Il vero nome di Daniel Stein era Oswald Rufeisen, e l'idea di questo libro venne all'autrice quando per un caso fortuito lo incontrò. Lei stessa dice che la libertà era la qualità umana che Rufeisen prediligeva; la sua saggezza di vita è racchiusa in poche semplici parole: "Credete come volete, ma osservate i Comandamenti e comportatevi degnamente".
Decisamente un libro da leggere, interessante e che avvince.
Da una ricerca in rete ho appurato che praticamente tutti gli episodi relativi a Daniel raccontati sono veri. Solo di uno non ho trovato traccia: il suo rapporto con un certo polacco a cui aveva 'soffiato' il posto in Carmelo. Un polacco che si chiamava Karol Woytila.
grazie per aver parlato di questo libro molto interessante
RispondiEliminanon lo conoscevo e sicuramente me lo comprerò
un caro saluto erica