Gesù effonde lo Spirito sugli Apostoli nel Cenacolo |
La scena del Vangelo di oggi avviene giusto una settimana prima della storia di Tommaso descritta la settimana scorsa.
Una cosa mi ha colpito subito: nel brano della settimana scorsa tutti, ancora fino ai nostri giorni, si scandalizzano perché Tommaso voleva toccare Gesù; ma qui è Gesù che dice «Toccatemi».
Il giovedì sera Gesù aveva detto "mangiatemi", adesso dice "toccatemi".
Noi abbiamo l'idea che una cosa 'sacra' è una cosa lontana, da guardare a distanza, qualcosa che se la tocchiamo la roviniamo, la sporchiamo, la sconsacriamo. Non parliamo poi di Dio... ci è rimasta troppo spesso la mentalità dell'Antico Testamento per cui Dio non lo potevi neanche vedere, pena la morte, figuriamoci poi toccarlo!
'Dio è l'intoccabile per antonomasia, la sola idea di farlo è una bestemmia', dicono i creduloni.
Ma è Gesù stesso che li smentisce, che chiede di essere toccato.
L'intoccabile chiede di essere toccato. E ri-toccato ancora.
Chiede di essere toccato perché il tatto è una memoria, il tocco ha una sua memoria.
«Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture». Guarire è toccare, e toccare ancora, con amore ciò che prima è stato toccato, o anche solo guardato, con timore quando non con paura. Gesù, Dio, ha fame delle nostre carezze!
Dio si è fatto uomo proprio per ribaltare, per mandare con le gambe all'aria la nostra idea di Dio. Con l'Incarnazione ...
- non siamo più noi che dobbiamo cercare di salire fino a Dio, ma è Lui che scende fino a noi (e anche più in basso);
- non siamo più noi a doverlo servire, ma è Lui che si china fino a lavarci i piedi;
- non siamo più noi a dover fargli dei doni, ma è Lui che di copre di regali senza che neanche glieli chiediamo, senza che neanche li meritiamo (vedi il Magnificat).
- non siamo più noi che dobbiamo cercare di salire fino a Dio, ma è Lui che scende fino a noi (e anche più in basso);
- non siamo più noi a doverlo servire, ma è Lui che si china fino a lavarci i piedi;
- non siamo più noi a dover fargli dei doni, ma è Lui che di copre di regali senza che neanche glieli chiediamo, senza che neanche li meritiamo (vedi il Magnificat).
Noi siamo abituati a cercare un senso, una spiegazione a ciò che ci è accaduto, dopo che ci è accaduto. Gesù anche qui mette tutto sotto sopra. Prima, durante i tre anni di vita pubblica, non ha fatto altro che spiegare ai discepoli cosa sarebbe accaduto, e adesso presenta la realizzazione di quanto aveva spiegato. È anche a causa di tutto questo che i discepoli, prima non capivano "cosa volesse dire resuscitare dai morti", e dopo fanno fatica a riconoscerlo.
Tornato dai suoi amici, Gesù accende in loro la luce della memoria. Perché la risurrezione è una lampada che fa luce sui passi che hai già fatto, il presente illumina il passato, la speranza riaccende la memoria. Si accorgono, per mezzo di una cena a base di pesce, che stando con Lui non s'illumina il futuro, ma si comprende ciò che è stato. E trovano così la forza di continuare.
E ripensando al discorso del chicco di grano e della spiga, capiscono (e noi con loro) che:
"La spiga è il chicco che ha mantenuto la promessa di diventare grande.
La spiga non è chicco che ti abbandona.
È un chicco pronto a sposarti" (don Marco Pozza)
"La spiga è il chicco che ha mantenuto la promessa di diventare grande.
La spiga non è chicco che ti abbandona.
È un chicco pronto a sposarti" (don Marco Pozza)
Letture:
Atti 3,13-15.17-19
Salmo 4
Prima Giovanni 2,1-5
Luca 24,35-48
Un paio di sere fa, a cena, la mamma malata di un'amica mi ha chiesto ragione della mia fede in Dio; con interesse, ammirazione, "invidia buona", per citare le sue parole.
RispondiEliminaI vecchi di una volta, diceva, non fanno testo: tutti credevano perché la cultura era tutta lì. Ma tu?
È vero, io, altra generazione, come "tutti", appena possibile ho preso il largo. E ho vissuto per vent'anni abbondanti lontano da Dio.
Poi non sono stata io a voler tornare sui miei passi: vivevo tranquillamente senza, facevo del mio meglio per il mio prossimo, non sentivo necessità di valori aggiunti.
Perché il Signore sia tornato a riprendermi, questo non so. Ma è di fatto successo.
E quando è successo, la mia vita ne è stata sconvolta: "E adesso!?"
In particolare temevo: "E come lo spiego??? Come mi GIUSTIFICO?"
...ma poi è stato tutto semplice, le parole mi sono sempre venute. E il bello è che mi sono presto resa conto che facevano breccia!
Il motivo è uno: quando ebbi la conversione, non vidi percorsi tracciati per il futuro, zero assoluto, ma compresi pienamente i passi che mi avevano condotto LI'.
Lettura chiara, incontrovertibile, a garanzia di non poter far altro che accettare quanto avvenuto.
Come una lampada sul passato, che mi ha dato appunto dato la forza di continuare.
Grazie veramente di cuore
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