"Veni Sancte Spiritus" di Fr Lawrence Lew, O.P., su Flickr |
Pentecoste, festa dello Spirito Santo.
Facciamo fatica a capire chi sia lo Spirito Santo, è una persona sfuggevole, che non riusciamo ad afferrare, capire. Ma ci viene in aiuto la scrittura con il suo mondo pieno di simboli.
Un primo simbolo è la casa. Nella prima lettura di oggi si dice che i discepoli «insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù» (At 1, 14) stavano in una casa qualunque (la tradizione dice che sia quella dell'Ultima Cena).
La casa: simbolo di me, della mia interiorità, là dove avviene l'incontro vitale. E dice qualcosa di molto bello sullo Spirito Santo: lui non ha luoghi privilegiati, riservati, esclusivi, ma ogni casa è la sua casa. Non gli interessa che la mia casa sia in ordine, bella, pulita. Lui non bada ai mobili, non gli interessa se c'è polvere sui mobili o briciole sui pavimenti. A lui interessa che ci sia io. Più che il calore dei termosifoni o la luce del sole, lui cerca il calore di un abbraccio, la luce di un sorriso.
Altro simbolo è il vento. Il vento che scuote la casa, spalanca porte e finestre, la riempie e passa oltre. È una folata che spazza la polvere e porta il profumo della primavera. È una ventata di dinamismo e di libertà, che smuove le cose immobili.
Questa è l'opera dello Spirito Santo: aprire il respiro, allargare gli orizzonti. Mentre siamo impegnati a tracciare i confini delle nostre piccole case, lui spalanca finestre, apre davanti ai nostri occhi il mondo. Ci fa vedere che la fine corrisponde a un inizio, che là dove la terra finisce c'è l'inizio del grande mare. Lo Spirito ci fa pensare in grande: là dove questa tua vita finisce comincia la vita infinita. Tu confini con Dio.
Poi il simbolo del fuoco. Lo Spirito tiene acceso qualcosa in noi anche nei giorni più spenti, più bui. Accende fiammelle d'amore, sorrisi, capacità di perdonare; voglia di amare la vita, voglia di vivere.
Noi nasciamo 'accesi' i bambini sono accesi, ardono di vita. Poi i colpi duri della vita possono spegnerci. Ma possiamo sempre attingere a un fuoco che non si affievolisce mai, allo Spirito Santo che è l'accensione del cuore, è la nostra giovinezza.
Ultimo simbolo la parola. Tante volte, quando leggo o ascolto il Vangelo, quelle parole scivolano via, mi sembra di averle già sentite tante volte, non mi dicono niente. Poi improvvisamente, un giorno, una parola si accende, si illumina, prende fuoco, mi tocca fin nel profondo, mi pare di sentirla per la prima volta.
Questa è l'azione dello Spirito Santo: la parola di Dio mi raggiunge come una lettera scritta apposta per me, contemporanea ai miei sogni, ai miei dubbi, ai miei problemi. Ma soprattutto piena d'amore.
Ancora un paio di considerazioni.
«Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà alla verità intera ». Gesù non ha la pretesa di dire tutto, come troppe volte l'abbiamo noi. Ha l'umiltà di dire: la verità è davanti, la verità è un percorso, è un divenire. Mi trasmette la gioia di sentire che appartengo a un progetto aperto, non a un sistema chiuso, già definito. Perché in Dio si scoprono nuovi orizzonti quanto più si cammina, accarezzati dal soffio dello Spirito Santo, seguendo le frecce che sparge con abbondanza sul nostro cammino.
L'angelo aveva detto a Maria: «Verrà lo Spirito e porterà dentro di te il Verbo» (cfr Lc 1,35). Gesù dice ai suoi discepoli: «Verrà lo Spirito e vi riporterà al cuore le mie parole» (cfr Gv 14,26).
Oggi chiediamo allo Spirito Santo: "tieni acceso in noi l'amore, l'amore che scalda e che non ha paura; crea in noi luce, sapienza del cuore, quella che sommuove e riscalda le profondità della vita; portaci il dono favoloso di un cuore acceso, che sia vento di libertà che soffia nelle vele della piccola barca del cuore" (p. Ermes Ronchi).
Non avere paura:
sono io.
Non senti
che su te m'infrango
con tutti i sensi?
Ha messo ali il mio cuore
e ora vola candido attorno al tuo viso.
Non vedi la mia anima innanzi a te
adorna di silenzio?
E la mia preghiera di maggio
non matura al tuo sguardo
come su un albero?
Se sogni sono il tuo sogno,
ma se sei desto sono il tuo volere;
padrone d'ogni splendore
m'inarco, silenzio stellato
sulla bizzarra città del tempo.
Non avere paura:
sono io.
Non senti
che su te m'infrango
con tutti i sensi?
Ha messo ali il mio cuore
e ora vola candido attorno al tuo viso.
Non vedi la mia anima innanzi a te
adorna di silenzio?
E la mia preghiera di maggio
non matura al tuo sguardo
come su un albero?
Se sogni sono il tuo sogno,
ma se sei desto sono il tuo volere;
padrone d'ogni splendore
m'inarco, silenzio stellato
sulla bizzarra città del tempo.
Rainer Maria Rilke
Letture:
Atti 2,1-11
Salmo 103
Galati 5,16-25
Giovanni 15,26-27; 16,12-15
- la definizione di Spirito Santo nel titolo è di s. Paolo VI
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