"Lo Spirito è un'esplosione continua di amore nell'universo" Vetrata della cappella laterale destra Chiesa Divin Salvatore e Santa Teresa di Gesù bambino - Pescate (Lc) |
In questi nove versetti Gesù usa per nove volte la parola "amore/amare" e per tre volte la parola "amici".
È il cuore del Vangelo: la notizia che ci dona gioia è che siamo amati «io ho amato voi». Qui Giovanni usa il verbo greco che indica l'amore disinteressato, immotivato. Noi siamo amati da Dio gratis, siamo amati di un amore senza condizioni e senza limiti.
E Dio ci ama non per suo piacere o interesse, ma perché la nostra gioia sia piena, trabocchi dai nostri cuori e si riversi nel mondo.
Siamo stati creati bramosi di amore, arsi dalla sete di essere amati. Siamo mendicanti d'amore. Scoprirci amati, sentirci amati ci rende capaci di spostare le montagne, anche quelle del nostro egoismo.
Gesù ci invita ad amare perché se non amiamo ci distruggiamo. E non ci dice di amare gli altri come amiamo noi stessi (ci sono persone che non si amano o si amano poco) ma di amare come Lui ci ha amato. Solo Dio è la misura dell'amore.
«Se osserverete i miei comandamenti rimarrete nel mio amore».
Il comandamento di Gesù è «Amatevi come io ho amato voi» e il riferimento è la lavanda dei piedi. L'amore non si trasmette attraverso una dottrina, ma solo attraverso gesti che comunicano vita. Il "comandamento nuovo" che Gesù ci dona, è nuovo nella qualità, nel modo di concretizzarlo. Gesù non dice che dobbiamo amare "quanto" lui ci ha amato, ma "come" lui ci ha amato, nella stessa maniera, cioè amando di un amore che aggiunge vita, che dona speranza, che regala gioia e letizia.
Ma quel "come" ci dice anche che solo Dio è la fonte del nostro amore. Un cristiano ama perché si è sentito amato, perché sa di essere amato, perché ha sentito la passione che Dio ha per lui. L'amore non parte da un nostro sforzo, da un nostro impegno, ma dallo stupore di un amore folle che ci ha travolto e avvolto.
Ma in cosa consiste, nel concreto, il "come" di Gesù?
È Lui stesso a dircelo: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici». Giovanni usa il temine 'psiché' che vuol dire vita interiore, anima. È questa che bisogna dare ai propri amici: ciò che si ha dentro, la nostra parte più vera, più profonda, più intima, quella fatta di slanci e di sogni, ma anche di paure e dubbi.
L'amore è vero solo quando dona. È questo che ci aiuta a riconoscere l'amore quando è vero.
"Dare la vita" non è sacrificarsi, ma tirare fuori il meglio di noi stessi proprio quando sembra che stiamo rinunciando a qualcosa di grosso.
"Dare la vita" è donare tutto di noi stessi, anche i nostri limiti, i nostri difetti, le nostre paure.
"Dare la vita" è anche fare ciò che possiamo perché gli altri riescano a fiorire, a far sbocciare la loro vita.
Amore, che mi formasti
a immagine dell'Iddio che non ha volto,
Amore che sì teneramente
mi ricomponesti dopo la rovina,
Amore, ecco, mi arrendo:
sarò il tuo splendore eterno.
Amore, che mi hai eletto fin dal giorno
che le tue mani plasmarono il corpo mio,
Amore, celato nell'umana carne,
ora simile a me interamente sei,
Amore ecco, mi arrendo:
sarò il tuo possesso eterno.
Amore, che al tuo giogo
anima e sensi, tutto m'hai piegato,
Amore, tu m'involi nel gorgo tuo,
il cuore mio non resiste più,
ecco, mi arrendo, Amore:
mia vita ormai eterna.
"Dare la vita" non è sacrificarsi, ma tirare fuori il meglio di noi stessi proprio quando sembra che stiamo rinunciando a qualcosa di grosso.
"Dare la vita" è donare tutto di noi stessi, anche i nostri limiti, i nostri difetti, le nostre paure.
"Dare la vita" è anche fare ciò che possiamo perché gli altri riescano a fiorire, a far sbocciare la loro vita.
Amore, che mi formasti
a immagine dell'Iddio che non ha volto,
Amore che sì teneramente
mi ricomponesti dopo la rovina,
Amore, ecco, mi arrendo:
sarò il tuo splendore eterno.
Amore, che mi hai eletto fin dal giorno
che le tue mani plasmarono il corpo mio,
Amore, celato nell'umana carne,
ora simile a me interamente sei,
Amore ecco, mi arrendo:
sarò il tuo possesso eterno.
Amore, che al tuo giogo
anima e sensi, tutto m'hai piegato,
Amore, tu m'involi nel gorgo tuo,
il cuore mio non resiste più,
ecco, mi arrendo, Amore:
mia vita ormai eterna.
David Maria Turoldo
Letture:
Atti 10,25-27.34-35.44-48
Salmo 97
Prima Giovanni 4,7-10
Giovanni 15,9-17
Come mi piacerebbe avere la tua fede. Graziana Tocco
RispondiElimina«Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe» non sono mai riuscito a piantare niente neanche sulla terra, per cui decisamente la mia fede è microscopica. Mi piacerebbe averne almeno un po' di più!
Elimina