La fiducia in una persona si accresce approfondendo il rapporto con lei, osservando il suo comportamento e infine sentendo cosa dice, ascoltando cosa ci dice.
Proprio per questo san Girolamo ci dice che “l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo stesso”, perché Dio ci tiene tanto a farsi conoscere, a dirci chi è in realtà.
E lo fa, oltre che come abbiamo visto le volte scorse, anche nella Bibbia. La Scrittura è una finestra aperta sul cuore di Dio: ci rivela i suoi sentimenti verso l’uomo.
E attraverso questi sentimenti ci rivela anche chi siamo per Lui, chi siamo destinati a diventare, qual è il fondamento e il senso della nostra vita, ci incoraggia e ci consola ci orienta e illumina, ci manifesta tenerezza ma anche, se occorre, ci rimprovera e ci scuote dal quella pigrizia, da quello smarrimento che troppe volte ci assale.
Tutta la Bibbia è una splendida lettera d’amore che Dio indirizza all'uomo Prima di dirci cosa dobbiamo fare, ci dice quanto ci ama. Ecco che la sua Parola allora andrebbe letta più che coll'occhio dello studioso, col cuore dell'innamorato.
Perché solo un cuore innamorato riesce a leggere tra le righe scritte il discorso d’amore che Dio rivolge a te personalmente Perché spesso è proprio tra le righe che si nasconde il senso profondo dello scritto. Ecco allora che lo spazio tra una parola e l’altra non è più un vuoto ma una finestra aperta su un cuore palpitante d’amore, uno spazio lasciato libero perché si riempia dell’amore divino. Diceva Kierkegaard: “Come un innamorato legge una lettera dell’amata, così devi metterti a leggere la Bibbia”. E il Concilio Vaticano ci dice che la Bibbia, che è stata ispirata dallo Spirito Santo deve essere letta alla luce dello stesso Spirito che l’ha ispirata. In fondo non sono che due modi diversi di dire la stessa cosa: ciò che è stato scritto con Amore va letto con amore.