Di fronte al racconto della Passione si sente tutta la nostra piccolezza, ci mancano non solo le parole, ma anche i pensieri. Il dono è così grande e così immeritato da quasi paralizzarci.
Eppure c'è chi è riuscito in poche parole (solo 7) a cogliere il nocciolo di quanto accaduto: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!»
E non si tratta né di uno dei sacerdoti o di un fariseo, né tanto meno di uno degli Apostoli (anche perché loro erano scappati). Si tratta di un pagano, di un romano occupatore e che era a capo dei crocifissori.
Solo lui è riuscito a vedere in quell'uomo torturato, deriso, insultato, il Figlio di Dio.
C'è da notare che tutti circondano il condannato. Solo di lui viene detto che «si trovava di fronte a lui». Viene in mente il primo comandamento «Non avrai altri dèi di fronte a me» (Es 20,3 e Dt 5,7). Quando realmente non hai altri dèi davanti a Lui, allora riesci a trovare Dio non nel trionfo, nella vittoria, nella potenza, ma nell'ignominia di un condannato a morte, di un rifiutato e deriso da tutti, in particolare dai potenti.
Dove gli altri hanno visto un essere sopraffatto, annichilito e umiliato, il centurione è riuscito a cogliere la persona che liberamente sceglie di donare la sua vita. I suoi occhi non vedono una persona che soffre, ma una persona che ama. Che ama fino alla fine, fino a dare l'unica dimostrazione inoppugnabile, l'unica che non lascia alcun dubbio: morire per la persona amata!
Veramente Gesù vive fino in fondo le sua parole: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici»(Gv 15,13)
Stare "di fronte a lui" gli ha permesso di non fermarsi a guardare il "dito" della Croce e della sofferenza immensa, ma di riuscire a vedere ciò che quel "dito" indica: l'amore infinito, immeritato, di Dio per noi!
«Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5, 8) dirà qualche anno più tardi san Paolo. Una verità che il centurione ha colto nel momento in cui si realizzava.
Dovremmo andare a scuola di sguardi proprio da questo centurione, per riuscire a vedere l'amore immenso di Dio per noi, per riuscire a scoprire che Dio non ci chiede sacrifici, ma che è Lui a sacrificarsi per noi.
(Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47)