Mosaico di p. M. Rupnik s.j |
Gesù inizia la sua 'missione' esponendo da subito il suo 'manifesto programmatico'.
Per fare questo si serve di un passo del profeta Isaia che annuncia la liberazione dei deportati a Babilonia, liberazione che viene presentata come un rovesciamento della situazione presente. Applicando a sé questo passo, Gesù vuole dichiarare che la salvezza promessa da Dio si fa presente e attiva qui e ora nella sua persona.
Due cose sono da sottolineare: il messaggio è una "notizia che dà gioia" (cioè un vangelo) perché è un messaggio di liberazione; e questa liberazione è in atto «oggi», non in un futuro più o meno lontano.
C'è da dire che la liberazione del Cristo ha una sua specificità: è totale, riguarda tutto l'essere umano in tutte le sue dimensioni. Dio non fa mai le cose a metà, la sua liberazione non è un allargare le mura della prigione, non è un portare l'uomo da una prigione buia ad una prigione dorata. Lui ha sempre agito per la nostra libertà. Siamo noi che poi abbiamo trasformato le sue 'leggi' da cartelli indicatori per la nostra liberazione in nuove catene per legare noi e gli altri.
E proprio su questo equivoco gioca parte della società moderna: dare l'illusione della libertà lasciando scorrazzare le persone in certi campi (piacere, divertimento, consumismo) per poterle dominare, condizionare, manovrare, in quei campi dove veramente si gioca la possibilità di "essere uomo vero e vivo" e non marionetta guidata dagli interessi altrui.
Perché si ha liberazione totale solo quando uno diventa libero di essere ciò che può e deve essere. La libertà vera non riguarda il 'poter fare', ma il 'poter essere'.
La libertà non ci viene regalata dagli altri, ma solamente da Cristo. Dobbiamo solo renderci conto che tante catene ce le siamo messe noi stessi, che abbiamo bisogno di 'essere liberati'.
Il paradosso della liberazione cristiana sta qui: è una libertà "donata", ma nello stesso tempo da conquistare interiormente. Una libertà che ci viene offerta gratuitamente ogni giorno, ma che nello stesso tempo dipende da noi, che solo noi possiamo perdere.
(Ne 8,2-4.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21)
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