13 ottobre 2022

Riaprire sentieri verso Dio - 16/10/2022 - XXIX Domenica tempo ordinario

La vedova e il giudice
(icona di Paolo Sedrani)


Gesù ci porta a scuola di preghiera da una povera vedova. Come tantissime altre volte Lui porta ad esempio gli ultimi della società, i reietti, i disprezzati, i calpestati dalla vita e dagli altri.
Lui in questa donna, fragile ma indomita, ci indica la tenacia con cui riaprire i sentieri verso Dio. Ci insegna come chiedere e cosa chiedere: «Fammi giustizia!». Questa vedova domanda giustizia a chi fa giustizia, cioè dice al giudice di essere vero giudice, di essere sé stesso, di recuperare la sua funzione e la sua dignità.

Pregare è chiedere a Dio di darci sé stesso. Tutta la prima parte del Padre Nostro, non è altro che chiedere Dio a Dio: "donaci te stesso!" Il mistico medievale Meister Eckhart diceva: "Dio non può dare niente di meno di sé stesso, ma dandoci sé stesso ci dona tutto".

È per questo che abbiamo «necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai». Non perché la risposta si fa attendere, ma perché la risposta è infinita. Dio è un dono che non ha mai fine. Camminare con Lui significa scoprire sempre nuovi sentieri, nuovi cammini, nuove possibilità negli altri e in noi stessi.
La preghiera è molto di più del gridare verso il cielo, è mescolare la forza di Dio con la nostra forza.
Pregare è anche riaprire sentieri, perché il sentiero verso il tuo fratello se non lo percorri spesso, si riempie di rovi e cespugli, e alla fine scompare.

Bisogna però fare attenzione. Pregare sempre non significa recitare sempre delle preghiere. Una vita di preghiera non si misura con il numero delle preghiere dette. Non vuol dire ripetere più possibile formule o invocazioni. Significa avere la coscienza che la nostra vita è immersa in Dio, che siamo circondati, immersi nel suo amore.
Pregare è come voler bene: se tu ami qualcuno, lo ami sempre, indipendentemente da cosa stai facendo.

Ma Dio esaudisce le nostre preghiere? Dio ci ama, però, come disse Dietrich Bonhoeffer, "Dio esaudisce sempre, ma non le nostre richieste bensì le sue promesse". E il Vangelo ne è pieno: non vi lascerò orfani, sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del tempo. Perché il più grande dono, il vero esaudimento della preghiera, è di aumentare la nostra comunione con Dio, e questo porta frutti superiori ad ogni nostra attesa e ad ogni nostra richiesta.
Il nostro compito non è di interrogarci sul ritardo di Dio, ma di aiutare l'alba del Regno compiendo gesti di luce e di amore.


(Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8)


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