«Gesù prese a parlare di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure ».
In questa prima riga del Vangelo di oggi c'è tutta la storia della salvezza:
- c'è l'uomo: creatura che ha bisogno di cure, di pane, di qualcuno che si accorga di lui;
- c'è Gesù: mandato per accogliere, donare speranza, guarire;
- c'è Dio: colui che ti viene a cercare, che si prende cura di te.
- c'è l'uomo: creatura che ha bisogno di cure, di pane, di qualcuno che si accorga di lui;
- c'è Gesù: mandato per accogliere, donare speranza, guarire;
- c'è Dio: colui che ti viene a cercare, che si prende cura di te.
Negli apostoli, come in tutti noi, la prima reazione è di scansare gli impegni più difficili: «Congeda la folla...». Ma Gesù non manda via nessuno, mai! Dio, comunione che vive di comunione, ha brama di ogni essere umano, di ogni suo dolore, di ogni suo peccato, di ogni sua gioia, di ogni suo gesto d'amore. Dio vive donandosi.
E Gesù, come fa quasi sempre, ribalta il senso del discorso: «Voi stessi date loro da mangiare». Una frase secca. Un ordine che non vale solo per gli apostoli in quel momento, ma vale per tutti gli uomini di ogni tempo. E nel giorno del giudizio ci dirà: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare» (Mt 25,35). Dio lega la nostra salvezza a un po' di pane donato, la nostra sconfitta al pane negato.
Ma Gesù non si ferma qui, perché è lui stesso che fa del suo corpo il pane donato. Ci dona il suo corpo perché senza corpo non c'è essere umano. Vuole che la nostra fede sia basata non su delle idee, ma su di una Persona, assorbendone la storia, i sentimenti, le piaghe, le gioie, la luce.
Dio si è incarnato perché mi desidera, mi cerca, vuole entrare in me.
E allora non sono io io che vado a fare la comunione, ma è Cristo che viene a fare comunione con me, a donarsi a me. È lui che mi desidera, che è felice che io sia arrivato. Io posso solo accoglierlo. Anche qui Gesù ribalta tutto il nostro discorso. È lui il protagonista della comunione, non io.
Ma con l'Eucarestia non riceviamo solo il Corpo di Cristo. Insieme riceviamo anche gli esseri umani, con le loro attese, i loro problemi, i loro sogni, le loro speranze.
"Fare la comunione" non basta. Per non 'profanarla' dobbiamo anche "fare comunione" con i fratelli, lavorare per l'unità, essere operatori di pace e di concordia. Farci a nostra volta dono per gli altri, pane spezzato e condiviso.
Letture:
Isaia 40,1-5.9-11
Salmo 103
Tito 2,11-14;3,4-7
Luca 3,15-16.21-22
(*) Alcune note sul dipinto:
- Ci sono solo 11 Apostoli ben delineati, invece di Giuda, che sta andando via, c'è solo l'ombra sulla destra in alto.
- Sulla tavola dei pezzi di pane e l'ombra della Croce sulla tovaglia.
- Di Cristo sono raffigurate solo le mani e il viso riflesso nel calice; ciò fa sì che lo spettatore veda la scena con gli occhi di Gesù.
- Ci sono solo 11 Apostoli ben delineati, invece di Giuda, che sta andando via, c'è solo l'ombra sulla destra in alto.
- Sulla tavola dei pezzi di pane e l'ombra della Croce sulla tovaglia.
- Di Cristo sono raffigurate solo le mani e il viso riflesso nel calice; ciò fa sì che lo spettatore veda la scena con gli occhi di Gesù.

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