12 giugno 2025

La Trinità non è un'idea - 15/6/2025 - Santissima Trinità

 
Santissima Trinità con la Vergine Maria e San Giovanni
Masaccio (affresco)
Basilica di Santa Maria Novella (Firenze)

 
In fondo, il fatto di un solo Dio in tre persone è molto rassicurante, perché mi dice che in Dio non c'è solitudine, ma che Lui è un infinito amore, è reciprocità, è dono totale di sé stesso, è abbraccio che non esclude nessuno, ma vuole includere tutto e tutti.
E anche per noi, che siamo stati creati a immagine e somiglianza della Trinità, la nostra realtà profonda è relazione, è comunione. «Non è bene che l'uomo sia solo» (Gen 2,18). Persino nel cielo la solitudine è il primo male.
 
La Trinità non è un'idea, è una comunione.
Ed è proprio per questo che è difficile parlarne. Possiamo prendere spunto dalle tre letture di oggi, che ci parlano della Trinità con tre linguaggi diversi.
 
La prima lettura, dal libro dei Proverbi, parla di Dio attraverso il miracolo delle cose e della loro origine, attraverso la Sapienza di Dio che prova gioia nel creare, gode della bellezza delle cose e della compagnia degli uomini. Non è il Dio noioso dei nostri discorsi e dei nostri libri, ma il Dio allegro che moltiplica la vita, crea bellezza, produce armonia, canta e fa festa in nostra compagnia.
 
Nella seconda lettura Paolo ci racconta un Dio che riempie il cuore: «l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori». Riversato: cioè ci viene donata una quantità che deborda. Quello raccontato da Paolo è un Dio la cui unica misura è di non aver misura, che non è condizionato dal nostro cuore piccolo piccolo. È un Dio che a fronte del nostro misurare col bilancino il dare e l'avere per andare in pareggio, introduce, da parte sua, un 'di più' senza limiti. È amore che non demorde, speranza che non delude.
 
Infine nel Vangelo c'è Gesù, che non definisce tutto: «molte cose ho ancora da dirvi». Ma poi, invece di dirci queste 'molte cose', ci promette una guida per un cammino, una ricerca: «lo Spirito vi guiderà a tutta la verità».
Il verbo è al futuro perché la vita non si può chiudere nelle nostre formule, perché "in Dio si scoprono nuovi mari quanto più si naviga" (Luis De Leon). "Tutta la verità" non consiste in definizioni nuove, ma è tradurre ogni giorno il Vangelo in sapienza di vivere: la sapienza di Gesù, che mostra cosa significhi vivere bene la vita e la morte, il dono e l'incontro, il potere e l'amicizia. "Tutta la verità" è riuscire a trovare ogni giorno gesti d'amore, d'accoglienza, d'umanità sempre nuovi e freschi.
 
Ispirati e guidati dalla Trinità possiamo coltivare e far crescere speranze che non deludono, possiamo vivere attenti sempre alla dolcezza di tutte le cose, possiamo riuscire a scoprire la bellezza, a volte nascosta, di tutte le persone.
 
 

 
Letture:
Proverbi 8,22-31
Salmo 8
Romani 5,1-5
Giovanni 16,12-15
 
 

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