05 giugno 2025

Festa dello Spirito Santo - 8/6/2025 - Solennità di Pentecoste

 
Pentecost
(Jen Norton)

 
Pentecoste. Compleanno della Chiesa. Festa dello Spirito Santo.
Mi colpisce sempre molto come viene raccontato lo Spirito Santo:
- Nel vangelo di Giovanni è leggero e calmo come un respiro: «soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito santo» (Gv 20,22).
- Luca invece lo racconta come energia, coraggio, vento che spalanca le porte, e parole di fuoco (Atti 2,2ss - prima lettura di oggi).
- Per Paolo invece è dono, bellezza, capacità diverse per ciascuno (Gal 5,22)
Tre modi diversi per dire che lo Spirito conosce tutti i sentieri della vita, rompe gli schemi, è energia imprudente, non dipende dalla storia ma la fa dipendere dal suo vento libero e creativo. Ma sopratutto che non si impone, ma si adatta ad ognuno di noi: ti parla in modo che tu lo capisca, sia per cosa dice che per come lo dice. Non si impone mai, ma sempre si propone. Non cerca obbedienza ma collaborazione.
 
Nella liturgia ambrosiana c'è questa bellissima orazione: "O Dio, che hai mandato lo Spirito, effusione ardente della tua vita d'amore" (prima orazione Lodi - solennità Pentecoste). Lo Spirito è un amore immenso, sovrabbondante, che straripa nel mondo per aprirsi la strada verso il cuore di ogni donna e ogni uomo.
'Effusione di vita'. Dio diffonde la vita. Non ha creato l'uomo per svilirne la vita, ma per risvegliare in lui la fonte della vita più piena, più felice, per donargli la pienezza della vita trinitaria.
'Ardente'. È il calore che ardeva nel cuore dei discepoli di Emmaus (Lc 24,32), l'ardore di un cuore innamorato, il calore di un abbraccio fraterno.
 
«Come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa?» Lo Spirito non si limita a cancellare Babele, fa di più. Parla a quella parte profonda di noi che è prima di tutte le divisioni di razza, nazione, ricchezza, cultura, età. Parla la lingua comune della festa e del dolore, della stanchezza e della forza. Della pace e dell'amore, perché l'amore è la lingua nativa di ogni essere umano, di ogni creatura.
La lingua di Dio deve diventare la mia lingua, il linguaggio del mio cuore, della mia vita.
 
E lo Spirito, come dice il salmo 103, riempie tutte le creature. Tutta la terra ne è piena anche se sembra il contrario, anche se ci appare piena di ingiustizia, di sangue, di violenza.
Il vento e il fuoco di Dio devono fare i conti con la durezza del cuore dei discepoli, che infatti cinquanta giorni dopo Pasqua sono ancora chiusi nel cenacolo, impauriti e incerti. Anche per noi lasciarci 'fare' dallo Spirito è fatica enorme!
Ma lo Spirito ci chiama a fidarci dell'umile bellezza delle cose che stanno per nascere, ci chiama al coraggio di vegliare anche da soli sui primi passi della pace. Ci chiama a guardare lontano e avanti. A cercare l'Amore in ogni amore. A cercare l'instancabile respiro di Dio che porta profumo di primavera, profumo di vita che scaccia il buio della morte.
 
 

 
Letture:
Atti 2,1-11
Salmo 103
Romani 8,8-17
Giovanni 14,15-16.23-26
 
 

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