“Nel martirologio, insieme all’annuncio della grande festa che mi colma sempre di felicità, c’è stata anche la commemorazione annuale di sant’Agostino, che convertì per la seconda volta l’Inghilterra. Dopo tanti secoli, io sono uno dei figli delle sue preghiere, delle sue fatiche apostoliche e dei suoi sacrifici”
(Thomas Merton, Il segno di Giona, pag. 219)
Abbiamo coscienza di essere inseriti in una ininterrotta catena di fede che parte da Gesù per passare poi agli Apostoli, a Paolo, a Agostino, e attraverso i secoli arriva ai nostri genitori, alle persone che ci hanno formato? e che la prosecuzione di questa catena dipende anche da noi?
Questa catena ininterrotta non è altro che la Chiesa, e di fronte alle tentazioni, alle prove e alle desolazioni sappiamo che possiamo contare sulle sue preghiere e sul suo sostegno, ma anche sulla sua comprensione e sulla sua misericordia. Tutte le persone che la compongono non sono state una specie di superuomini senza problemi né debolezze, anche loro hanno, come noi e prima di noi, avuto le stesse miserie, gli stessi limiti, gli stessi problemi, e hanno fatto anche loro degli errori.
(Thomas Merton, Il segno di Giona, pag. 219)
Questa catena ininterrotta non è altro che la Chiesa, e di fronte alle tentazioni, alle prove e alle desolazioni sappiamo che possiamo contare sulle sue preghiere e sul suo sostegno, ma anche sulla sua comprensione e sulla sua misericordia. Tutte le persone che la compongono non sono state una specie di superuomini senza problemi né debolezze, anche loro hanno, come noi e prima di noi, avuto le stesse miserie, gli stessi limiti, gli stessi problemi, e hanno fatto anche loro degli errori.
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