Un monaco trappista scriveva nel suo diario: “La vita contemplativa diventa terribilmente superficiale e monotona, se per parecchi giorni di seguito non si riflette esplicitamente sulla Passione di Cristo.”
Se questo è vero per una persona che vive in convento, è ancor più vero per chi vive nel mondo. Solo ritornando continuamente ai piedi della Croce, solo ripercorrendo ogni giorno la Passione di Gesù, possiamo innanzi tutto rimanere intimi di Dio senza farci “assorbire” dal mondo, ma soprattutto riusciamo a dare un senso e a vivere pienamente le tante piccole croci che ci capitano nella giornata. Solo ai piedi di Cristo il dolore e la sconfitta (apparente) diventano la porta della risurrezione.
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