Spero proprio che i pubblicitari non leggano la pagina del vangelo di oggi, perché se no oltre all’acqua liscia, gassata, Vera, Finta, Blu, Santa, quella che fa fare tanta “din din”, quella dove puoi chiacchierare con la particella di sodio quando ti senti solo, quando andiamo al supermercato ci troveremmo anche l’acqua viva.
Noi siamo abituati, quando abbiamo sete, ad aprire o il rubinetto, o una bottiglia, ma in realtà non sappiamo cosa significhi realmente avere sete.
Questo vangelo sicuramente è più comprensibile a quelli che l’acqua non ce l’hanno, e non hanno neanche il rubinetto, e non hanno nemmeno il dilemma dell’acqua da comprare... perché in vendita non ce n’è. Per noi che dobbiamo solo alzare un miscelatore, è una cosa che non riusciamo neanche ad immaginare. Ma l’acqua viva è una necessità per chi a fatica può procurarsi dell’acqua. E Gesù, veramente più furbo di tutti, sfrutta quest’occasione e questo bisogno per parlare al cuore, per trasmettere la bella notizia del suo vangelo e di sé stesso, figlio di Dio venuto a salvare. In questo caso, è venuto a salvare dalla sete. Ma che tipo di sete? La sete esteriore, che a fatica la puoi calmare perché bene o male, vicino o distante, un pozzo lo trovi, o quella sete che hai dentro, che niente e nessuno te la può placare?
Sete di giustizia, sete di verità, sete di onestà, sete di Dio, sete di lavoro, sete di serenità, sete di vita eterna, sete di senso della vita. E chi ce le dà oggi come oggi?
Viviamo in un mondo che ci mette dentro delle false seti: sete di automobili sempre più nuove, sete di telefonini che fanno di tutto di più e forse ci si può pure telefonare, sete di vacanze all’ultimo grido, sete di tutto di più!
Capiamo allora cosa Gesù è venuto a darci? Capiamo allora qual è l’acqua viva che disseta? È proprio Lui l’acqua viva, quell’acqua spesso rifiutata, rinnegata, non considerata, non di moda!
Noi siamo abituati, quando abbiamo sete, ad aprire o il rubinetto, o una bottiglia, ma in realtà non sappiamo cosa significhi realmente avere sete.
Questo vangelo sicuramente è più comprensibile a quelli che l’acqua non ce l’hanno, e non hanno neanche il rubinetto, e non hanno nemmeno il dilemma dell’acqua da comprare... perché in vendita non ce n’è. Per noi che dobbiamo solo alzare un miscelatore, è una cosa che non riusciamo neanche ad immaginare. Ma l’acqua viva è una necessità per chi a fatica può procurarsi dell’acqua. E Gesù, veramente più furbo di tutti, sfrutta quest’occasione e questo bisogno per parlare al cuore, per trasmettere la bella notizia del suo vangelo e di sé stesso, figlio di Dio venuto a salvare. In questo caso, è venuto a salvare dalla sete. Ma che tipo di sete? La sete esteriore, che a fatica la puoi calmare perché bene o male, vicino o distante, un pozzo lo trovi, o quella sete che hai dentro, che niente e nessuno te la può placare?
Sete di giustizia, sete di verità, sete di onestà, sete di Dio, sete di lavoro, sete di serenità, sete di vita eterna, sete di senso della vita. E chi ce le dà oggi come oggi?
Viviamo in un mondo che ci mette dentro delle false seti: sete di automobili sempre più nuove, sete di telefonini che fanno di tutto di più e forse ci si può pure telefonare, sete di vacanze all’ultimo grido, sete di tutto di più!
Capiamo allora cosa Gesù è venuto a darci? Capiamo allora qual è l’acqua viva che disseta? È proprio Lui l’acqua viva, quell’acqua spesso rifiutata, rinnegata, non considerata, non di moda!
Anch'io sono un pò assente per assaporare meglio la quaresima... Ho provato pure io a estendere i miei pensieri sul vangelo di ieri.. però, come al solito, tu sei stato molto più diretto e chiaro...
RispondiEliminabuona quaresima da sPunto
In una recente trasmissione televisiva dedicata all'informazione "terzo pianeta" il noto conduttore Mario Tozzi, ci ha mostrato i sacrifici che una comunità africana faceva per garantirsi il fabbisogno giornaliero dell'acqua.
RispondiEliminaFormavano una catena umana per tirare su l'acqua da un pozzo, passandosi da una mano all'altra dei rudimentali recipienti ricolmi di acqua sporca che venivano scaricati in delle canalette, per il trasporto del prezioso liquido in altro recipiente più grande. Mario Tozzi era a dir poco raggiante per aver scovato tale comunità, come esempio di grande bisogno dell'elmento acqua per la sopravvivenza degli sfortunati africani. Mi domando, visto che il buon Tozzi ha potuto realizzare un così tanto toccante servizio, se per sdebitarsi non abbia risolto alla comunità il problema dell'approvigionamento idrico; magari regalandogli un a bella pompa elettrica con gruppo elettrogeno "molto diffuse in occidente"..... Tozzi! spero di si!!!