A volte capita che “scopriamo” una persona. Una parola, un gesto, magari piccolo, ci fanno scoprire che quella persona che fino ad allora avevamo considerato poco o niente, in realtà è migliore di come pensavamo e soprattutto di come appariva.
Tutti noi siamo sempre pronti ad appiccicare addosso agli altri un’etichetta: “quello è uno che vale poco”; “a quello non si può chiedere niente”; “con quella è meglio non aver a che fare” e così via. Solo che a poco a poco finiamo per non vedere più la persona ma vediamo solo l’etichetta.
Dimentichiamo un’esperienza che una volta, quando si usava la stufa a legna, era molto comune, ma adesso si può fare solo quelle volte che in campeggio si fa un falò: dopo che si è fatto un falò alla sera, la mattina dopo, rimestando tra la cenere, possiamo trovare delle piccole braci. E con queste possiamo, con l’aggiunta di nuova legna, fare di nuovo un fuoco.
In ognuno di noi, al di sotto della cenere e dei legni bruciacchiati, c’è una brace ardente. La cenere è brutta e morta, ma la brace è viva e ardente. Ed è questa brace che è il nostro vero volto. È questa brace che dovremmo andare a cercare in ogni persona, ma anche in noi. È questa brace che Dio vuole svelare in noi, e Gesù, con la sua Trasfigurazione, ci dice anche che ognuno di noi può, affidandosi all’amore infinito di Dio, scoprire sia il proprio vero volto che quello degli altri.
Tutti noi siamo sempre pronti ad appiccicare addosso agli altri un’etichetta: “quello è uno che vale poco”; “a quello non si può chiedere niente”; “con quella è meglio non aver a che fare” e così via. Solo che a poco a poco finiamo per non vedere più la persona ma vediamo solo l’etichetta.
Dimentichiamo un’esperienza che una volta, quando si usava la stufa a legna, era molto comune, ma adesso si può fare solo quelle volte che in campeggio si fa un falò: dopo che si è fatto un falò alla sera, la mattina dopo, rimestando tra la cenere, possiamo trovare delle piccole braci. E con queste possiamo, con l’aggiunta di nuova legna, fare di nuovo un fuoco.
In ognuno di noi, al di sotto della cenere e dei legni bruciacchiati, c’è una brace ardente. La cenere è brutta e morta, ma la brace è viva e ardente. Ed è questa brace che è il nostro vero volto. È questa brace che dovremmo andare a cercare in ogni persona, ma anche in noi. È questa brace che Dio vuole svelare in noi, e Gesù, con la sua Trasfigurazione, ci dice anche che ognuno di noi può, affidandosi all’amore infinito di Dio, scoprire sia il proprio vero volto che quello degli altri.
E' vero. Il nostro modo di vivere frettoloso e superficiale ci porta troppo spesso ad etichettare le persone. Le persone mi incuriosiscono molto e mi piace scoprirle. Capita però che questo sia possibile parlandoci a tu per tu perchè in pubblico l'immagine che diamo di noi spesso non è quella più vera.
RispondiEliminaDirei che non è solo il nostro modo di vivere, ma soprattutto la nostra pigrizia che ci porta ad etichettare le persone.
RispondiEliminaInoltre certamente l'immagine che diano di noi in pubblico è diversa da quella che diamo in "privato", però non so se sia meno vera. È solo diversa, anche perché diversa è la situazione.
Comunque in ognuno di noi c'è una parte che rimane sconosciuta e inconoscibile. Tante volte anche a noi stessi.
Pace e benedizione
Le persone hanno paura di mostrarsi per quello che sono. I pensieri che frullano in testa, le esperienze di vita, emozioni, sentimenti, opinioni e via dicendo vengono sempre schermati. Si ama mostrare sempre la parte più bella di noi. Per mostrare quella più maledetta ci vuole molto coraggio e molto stile. Non è una cosa da tutti.
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