«Ed erano stupiti del suo insegnamento»
Nella sinagoga, durante la celebrazione del sabato, Gesù stupisce. Nel rito solito entra la novità di Dio. Troppo spesso cadiamo nella ripetitività e perdiamo il senso della celebrazione. Ma Gesù viene e ci fa riscoprire lo stupore di un Dio che si rivela nella consuetudine dei gesti quotidiani donandogli un nuovo sapore, un nuovo senso, un nuovo soffio di vita.
«insegnava loro come uno che ha autorità»
Questa constatazione viene fatta due volte in poche righe.
L'autorità di Gesù non è quella degli scribi. Non viene, cioè, da anni di studi, da riconoscimenti accademici o istituzionali. Gesù ha autorità perché, prima delle sua parole, parla la sua vita. Perché lui non è mai contro l'uomo, ma a favore dell'uomo. Di ogni uomo.
I suoi insegnamenti non vogliono giudicare o condannare l'uomo, ma lo vogliono liberare perché possa ritrovare la sua grandezza. I suoi insegnamenti sono soffio di vita e di speranza.
«... vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro ... E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui»
Due cose colpiscono in questa scena: che accada nella sinagoga, e che fra tutti i presenti solo il demonio riconosca pienamente Gesù.
Marco ci sta dicendo che la prima liberazione avviene dentro la comunità, dentro la Parrocchia, nel luogo della preghiera e dell'incontro. Il punto di partenza è in quell'impasto di santità e peccato, di slanci e fatiche, che sono le nostre comunità. Siamo chiamati a scrutare e amare la nostra vita comunitaria, siamo invitati a far circolare aria fresca. Dobbiamo ricordarci sempre che la Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di peccatori continuamente perdonati che invitano al cambiamento e soprattutto testimoniano che cambiare è possibile.
Il primo sguardo di Gesù si posa sempre sulle fragilità dell'uomo e la prima di tutte le povertà è l'assenza di libertà, come per un uomo «posseduto», prigioniero di uno più forte di lui.
L'indemoniato, simbolo di tutte le catene che ci impediscono una fede autentica, abita nella sinagoga, in chiesa. Per questo la sua affermazione è terribile: "Che c'entri con noi, sei venuto per rovinarci!". Il vangelo è liberante per chi ama la vita ma straziante per chi ama semplicemente obbedire.
Spesso mi chiedo se non sono anche io "posseduto" da questo spirito "religioso" che mi fa lodare Dio con le parole ma non con la vita, che mi fa compiere gesti tradizionali di culto, ma che non si traducono in azioni per realmente cambiare e migliorare il mondo.
Gesù viene per liberare il mondo dal male, ma prima di tutto viene per liberare la religione dalla chiusura ripetitiva dei gesti e dalla sterilità. Gesù viene per far vedere che è possibile davvero un mondo nuovo, proprio a partire dagli insegnamenti di Dio. Gesù viene ogni domenica dentro la consuetudine del nostro culto festivo per dirci parole nuove, per spingerci a essere nuovi nel modo di fare e di affrontare il mondo.
Viene per dirci che il vero demonio che spesso ci tiene incatenati tutti, credenti e praticanti, è molto profondo dentro di noi, ed è la mancanza di fiducia e di coraggio nel mettere in pratica il suo insegnamento.
(Dt 18,15-20; Sal 94; 1Cor 7,32-35; Mc 1,21-28)