13 maggio 2021

Gesù non ci lascia soli - 16/05/2021 - Ascensione del Signore

 


Oggi abbiamo due racconti diversi dell'Ascensione di Gesù: quello di Luca nel primo capitolo degli Atti degli Apostoli e quello di Marco nel suo vangelo.

Partiamo un attimo da Marco. Il brano oggi proposto inizia col versetto 15, ma se andiamo a leggere il versetto precedente vediamo che Gesù rimprovera gli Apostoli «per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto». È proprio a queste persone che viene affidato il Vangelo, la responsabilità della Chiesa. La salvezza di tutti gli uomini viene affidata a tutti noi nonostante la nostra "incredulità e la nostra durezza di cuore". Dio ci ama e ci sceglie così come siamo, semplici esseri umani, capaci del meglio e del peggio, in grado di volare alti come un'aquila ma che spesso grufoliamo per terra come un maiale. Ma soprattutto noi, come anche gli Apostoli, facciamo fatica a capire un Dio così imprevedibile, così al di fuori dai nostri schemi.

E che anche gli Apostoli abbiano questa difficoltà ce lo dimostra il racconto di Luca, quando gli angeli li riprendono: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?». A partire dalla Resurrezione è sempre un cercare Gesù dove lui non c'è. Prima nella tomba ormai vuota e adesso in cielo nonostante lui stesso abbia assicurato che sarà sempre con noi (Mt 28, 20).
Anche noi tante volte cerchiamo Dio in cielo, tra le nuvole, e così non lo vediamo quando ci passa vicino, proprio alla nostra altezza, quando non più in basso.

Ma Gesù, come dice il Vangelo continua ad "agire insieme a noi". La buona notizia dell'Ascensione è che Gesù è sempre in mezzo a noi. Non lo è più in maniera sensibile, ma lo è in maniera più efficace. Ascensione vuol dire che Gesù si nasconde ai nostri occhi per essere presente in maniera ancora più profonda, perché ora è presente non solo fuori di noi, ma anche dentro di noi per mezzo del suo Spirito. È visibile agli occhi della fede.
Per trovare Dio non dobbiamo guardare il cielo, ma andare per le strade del mondo, e in ogni posto dove c'è un essere umano che soffre potremo trovarlo, in ogni posto dove c'è un po' di amore potremo trovarlo.

Ma c'è anche un altro significato dell'Ascensione, ed è in quell'affermazione di Marco: «sedette alla destra di Dio». Al Padre è salito il Figlio con la nostra carne, il Figlio che si è fatto uomo. Al cielo è salito un uomo, un nostro fratello. Adesso seduto proprio alla destra del Padre (dove sedeva l'erede, la persona più importante dopo il re), c'è un nostro fratello. È per questo che Gesù può e vuole intercedere a nostro favore, pregare per noi.

Ma non basta. Ogni volta che noi mangiamo il suo corpo e beviamo il suo sangue, cioè ogni volta che facciamo la Comunione, noi diventiamo un solo corpo con Gesù, cioè anche noi sediamo alla destra del Padre. Con l'Ascensione già adesso anche noi, seppur nella fede, seppur misteriosamente, siamo uniti al Padre, siamo già risorti. La nostra vita non è più solo terrestre, ma inizia ad essere anche celeste. La nostra casa inizia a diventare il Paradiso (Col 3, 1-4)

L'Ascensione significa che Gesù non solo non se n'è andato, ma anzi, è più presente adesso che prima.


(At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20)


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