In questo brano del Vangelo di Giovanni mi colpisce un verbo: cercare. È un verbo molto presente in questo Vangelo: in esso le prime parole di Gesù sono quelle rivolte ai due discepoli del Battista: «Che cosa cercate?» (Gv 1, 38), fino a quelle rivolte alla Maddalena: «Chi cerchi?» (Gv 20, 15). Ma anche la Bibbia si apre con Dio che scende nel giardino per cercare Adamo: «Dove sei?» (Gen 3, 9)
La storia della Salvezza è questa ininterrotta ricerca: Dio che cerca l'uomo!
Poi c'è anche l'uomo che cerca Dio. Però in questo caso non basta 'cercare'. Occorre anche prendere coscienza delle vere motivazioni della nostra ricerca. È per questo che Gesù ci provoca con le domande o con affermazioni come quella di oggi «voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati».
C'è chi lo cerca per un sapere intellettuale, e chi perché non può fare a meno di Lui;
C'è chi lo cerca per il proprio interesse, e chi perché vuole che prenda il centro della propria vita;
C'è chi lo cerca per strumentalizzarlo, e chi perché vuole vivere di Lui e con Lui.
Qui la folla va da Gesù solo per il vantaggio materiale. È una ricerca interessata. Gesù li accusa di non saper leggere i 'segni', cioè i miracoli, che ha compiuto.
In fondo ci sono tre diverse reazioni di fronte ai segni di Gesù:
- Accecamento volontario, cioè rifiutare di vederli, di prenderne atto. Un esempio sono i farisei di fronte alla guarigione del cieco nato o alla resurrezione di Lazzaro
- Miopia, cioè fermarsi alla materialità del segno. È quello che fa la folla in questo caso, si ferma al pane mangiato, non va oltre (ma anche molto miracolismo dei nostri giorni).
- Penetrazione, cioè il partire dal segno per andare oltre, coglierne il significato profondo, cioè l'identità profonda di Gesù: Dio fatto uomo per amore dell'uomo!
Visto che la folla cercava il pane, Gesù propone due tipi di cibo: quello «che non dura», e quello «che rimane per la vita eterna». Gesù non rifiuta il pane materiale, difatti l'ha appena moltiplicato. Lui rifiuta di fermarsi a questo. Sa che «non di solo pane vivrà l'uomo» (Mt 4, 4), ed è venuto per offrire qualcos'altro, un altro pane. Il suo messaggio passa anche attraverso il problema economico, ma va oltre il piatto di minestra.
E qui la folla non riesce a fare il passo decisivo. Capiscono che devono andare oltre, ma rimangono a basso livello: "cosa dobbiamo fare?" Pensano a delle opere onerose da compiere per meritarsi l'approvazione di Dio, per avere altro pane materiale.
Cristo replica che non si tratta di 'fare' ma di 'credere'. La fede è la libera risposta ad un dono, è qualcosa che si riceve, non qualcosa che si conquista.
"C'è una sola cosa da fare: lasciarsi fare" (Jacques du Perron)
(Es 16,2-4.12-15; Sal 77; Ef 4,17.20-24; Gv 6,24-35)