Gesù tentato nel deserto Cripta chiesa di S. Giovanni Rotondo (mosaico - p. M. Rupnik s.j.) |
Una cosa che in genere trascuriamo in un quadro, ma che invece è importante, è la cornice. Certamente una cornice non trasforma una crosta in un capolavoro o viceversa, ma una giusta cornice esalta le bellezza di un quadro (come può mortificarlo se non è adatta).
E nel 'quadro' che ci presenta il Vangelo di questa prima domenica di Quaresima (le Tentazioni), la cornice, cioè il deserto, non poteva essere più azzeccata.
Il deserto è il luogo biblico della precarietà, della provvisorietà. È dove la realtà viene spogliata dall'apparenza e ridotta all'essenziale, all'indispensabile. Nel deserto ci si trova di fronte ad un cielo sconfinato, alla sabbia e a sé stessi. Niente altro.
Nel deserto si è costretti al faccia a faccia con sé stessi. Ed è proprio questo faccia a faccia con sé stessi che prelude al faccia a faccia con Dio.
Il deserto diventa così il luogo dell'incontro con Dio. La sua presenza è certa anche se rimane nascosta, segreta.
Ma proprio perché luogo dell'incontro con Dio è anche il luogo della liberazione. Nel deserto inizia la liberazione. Si deve imparare a essere liberi dalle nostre certezze, dalle nostre sicurezze abituali, dai nostri piccoli comfort. Bisogna imparare ad accontentarsi esclusivamente di Dio. In fondo la prova del deserto è quella della fede.
Ma grazie alla presenza dell'Unico Necessario, il deserto diventa terra feconda, può fiorire, il silenzio diventa messaggio, la solitudine crea comunione.
E poi c'è il 'quadro' delle Tentazioni.
Ma cosa sono, in concreto, le Tentazioni? Sono il tentativo di Satana di far deviare Gesù dalla strada della fedeltà a Dio, che passa per la debolezza, il nascondimento, l'umiliazione, e termina con la croce.
Satana propone e Gesù tre scorciatoie:
- quella della facile popolarità, ottenuta riducendo la salvezza a solo fattore economico;
- quella del potere, del dominio sugli altri;
- quella del successo spettacolare, cioè l'uso della fede e della religione per i propri interessi particolari.
- quella del potere, del dominio sugli altri;
- quella del successo spettacolare, cioè l'uso della fede e della religione per i propri interessi particolari.
Ma Gesù rifiuta di limitare la speranza dell'uomo al pane o ai beni materiali. Lui cerca di fargli scoprire e sentire anche un'altra fame.
Rifiuta la suggestione del dominio, dei condizionamenti vari sull'uomo e sceglie la strada della pazienza, della libertà, dell'amore. E accetta anche il rischio del rifiuto.
Rifiuta di sbalordire e meravigliare, ma decide di portare la croce.
Sono le tentazioni di tutti noi quando ci viene da porre alla base della nostra speranza la fiducia nei poteri di questo mondo. Sono tentazioni con cui dobbiamo confrontarci anche noi. Scelte che anche noi dobbiamo fare ogni giorno, e soprattutto dobbiamo ricordacene quando nel Padre Nostro diciamo «Sia fatta la tua volontà»
(Dt 26,4-10; Sal 90; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13)
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