14 aprile 2022

Un giorno che sconvolge tutto quanto - 17/4/2022 - Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore

Il Risorto (particolare dell'abside)
Chiesa del beato Claudio - Chiampo (VI)
(mosaico - p. M. Rupnik s.j.)



A Pasqua niente sta al suo posto, tutto è disordine, sconvolgimento.
Tutti rimangono frastornati. A Pasqua tutto è messo sottosopra, le pietre pesanti vengono spostate, la vita e la morte si sono rovesciate.
Anche la luce non viene dal cielo, ma dal buio di una tomba. Ci sono angeli che parlano, guardie che vengono prese di sorpresa e che vanno dai capi a trovare una giustificazione.

Ma soprattutto a Pasqua siamo costretti a prendere atto che è la debolezza che ottiene la vittoria, non la violenza. Che il perdono è molto più forte dell'odio; che quello che il mondo chiama 'fallimento' in realtà è un trionfo.
Ciò che era considerata la fine di tutte le speranze, in realtà è l'inizio di un'avventura inimmaginabile.
L'amore ha l'ultima e definitiva parola.
La morte è stata condannata ... a morte. Non è più la fine di tutto, ma è il penultimo atto, la porta verso la gioia più piena, verso la vita più vera.

Ma Pasqua è anche il giorno delle donne.
Erano presenti già sul Calvario, loro non hanno abbandonato Gesù neanche nel momento dell'umiliazione più totale. E nel giorno più importante, loro sono in movimento da prima che sorga il sole, «quando era ancora buio». E sono loro le destinatarie del primo annuncio di un fatto sconvolgente, sono loro che dovranno informare gli apostoli di una notizia inimmaginabile.

Gli uomini, da parte loro, accolgono la notizia con sufficienza, la reputano un 'vaneggiamento tipicamente femminile'. E dopo sono costretti ad arrendersi alle donne, a inseguirle.
Dobbiamo essere onesti, ammettere che in questi giorni cruciali i maschi non hanno fatto una bella figura. Nel momento culminante, fatidico, la bandiera della fede è stata salvata dalle donne.
In quella domenica, primo giorno della settimana per il calendario ebraico, la cosa più importante la sapevano le donne. Gli uomini, anche se si sono messi a correre, sono arrivati dopo, molto dopo.


(At 10,34.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9)


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