14 luglio 2022

Armonizzare Marta e Maria - 17/7/2022 - XVI Domenica tempo ordinario

Gesù a Betania con Marta, Maria e Lazzaro
(icona - Bose)


Troppo spesso questo brano del Vangelo viene letto come contrapposizione tra vita contemplativa e vita attiva, quasi che Dio ne preferisca una (la contemplativa) e disprezzi l'altra (l'attiva). Ma in Dio non c'è nessuna contrapposizione, in Lui, principio di unità, c'è armonia. Ad esempio il salmo 85 (che viene recitato nelle lodi del martedì - III sett, T.O.) ci ricorda:
«Misericordia e verità s'incontreranno,
giustizia e pace si baceranno»

La differenza tra Marta e Maria non è qualcosa di esterno a noi, ma ci attraversa, è nel nostro intimo. E noi non siamo chiamati a scegliere l'una o l'altra, ma ad armonizzarle, a farle 'lavorare' insieme. Non in competizione ma in sinergia, in simbiosi.

Innanzi tutto c'è da notare che Gesù non riprende Marta per il servizio, ma per l'agitazione. Apprezza il suo buon cuore, ma contesta l'affanno.
Gesù ricorda a Marta, ma anche a tutti noi, che spesso c'è un troppo che ci disumanizza: troppo lavoro, troppo correre, troppe cose. Gesù ci ricorda che al primo posto dobbiamo mettere le persone, e poi le cose. Le cose, il lavoro, gli impegni, devono essere al servizio delle persone, e non viceversa! Dobbiamo imparare a distinguere l'utile dal necessario, il permanente dall'illusorio. Dobbiamo imparare a scegliere tra l'essenziale e il superfluo. Gesù ci dice che non dobbiamo affannarci per nient'altro che non sia la nostra essenza divina.

Ma Gesù vuole anche liberare Marta, e tutti noi, da tutti gli schemi sociali che ci richiudono in un ruolo, che ci fanno smarrire in una serie di 'compiti'. Gesù ci dice: "Tu sei di più, molto di più!. Tu non sei quello che fai. Tu hai la possibilità di avere con Me un rapporto che non sia uno scambio di servizi. Tu ed Io possiamo condividere sentimenti, gioie, dolori, sogni e speranze"

«Maria ha scelto la parte migliore» perché è partita dalla parte giusta. È partita dall'ascolto del cuore di Dio. Perché Dio cerca non dei servitori, ma degli amici. Non cerca delle persone che facciano 'cose' per Lui, ma delle persone che lo lascino fare 'grandi cose' per noi.
L'altra Maria, la madre di Gesù, esclama «Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente» (Lc 1, 49). Il cuore della fede non è quello che io faccio per Dio, ma scoprire quello che Lui fa per me. È Lui che salva!
Siamo chiamati a passare da un Dio sentito come affanno a un Dio vissuto come meraviglia. Da un Dio sentito come dovere, ad un Dio vissuto come desiderio, come l'amico del cuore.

Marta e Maria ci dicono che non dobbiamo fare 'cose' per Dio, basta invece che lasciamo entrare Gesù nella casa del nostro cuore, che lo lasciamo parlare, agire in noi. E dopo, anche le nostre mani riusciranno a fare 'grandi cose'


(Gn 18,1-10; Sal 14; Col 1,24-28; Lc 10,38-42)


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