21 luglio 2022

Essere svegliati dalla preghiera - 24/7/2022 - XVII Domenica tempo ordinario

La Gerusalemme celeste
Cappella collegio internazionale del Gesù - Roma
(mosaico - Centro Aletti)



Sul Padre Nostro ci sono già un mucchio di commenti migliori, e anche di molto, rispetto a quanto possa fare io, per cui vorrei soffermarmi sulla seconda parte del Vangelo di oggi.

Non so perché, ma questo tizio che va di notte a bussare all'amico mi ha ricordato quella frase dell'Apocalisse che dice «Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me.» (Ap. 3, 20) Tante volte Gesù si è descritto come uno che sta alla porta del nostro cuore a bussare e sperare che noi gli apriamo. A prendere un po' troppo alla lettera questa parabola, però, sembra invece che Dio sia colui che dorme, disinteressato a noi, e che con la preghiera ci tocca buttarlo giù dal letto. Ma questa immagine è l'opposto del Dio che ci ama e non ci abbandona mai, che ha a cuore la nostra vita, che tiene alla nostra felicità più che alla sua.

E allora forse lo scocciatore che viene a svegliare non sono io, ma è Lui. E il dormiente non è lui, ma sono io.
Troppo spesso ci affidiamo alla routine, alle abitudini, all'automatismo dei gesti. Ci lasciamo sfiorare dalle situazioni e dalle persone senza partecipare, senza neanche cercare di entrare in rapporto, in comunione.
Un antico inno liturgico diceva. «Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14).
Non è Dio che deve essere svegliato dalle nostre preghiere, ma siamo noi che dobbiamo pregare per essere svegliati, per essere illuminati da Cristo che viene a visitarci con «un sole che sorge» (Lc 1, 78). Come diceva lo scrittore C. S. Lewis, il creatore delle "Cronache di Narnia", di fronte alla malattia dell'amata moglie: "Non prego Dio per piegarlo alla mia volontà, ma perché Lui mi aiuti a capire e accettare la sua".
La preghiera ci sveglia, ci aiuta ad avere attenzione agli altri, ad essere presenti nella loro vita. La preghiera più forte che il Signore può sentire è il "Si". E il 'si' fondamentale per tutta l'umanità è quello detto da una fanciulla di Nazareth, che si è messa immediatamente in viaggio per essere vicina e aiutare chi aveva bisogno.

«chiedete e vi sarà dato»
Se siamo sinceri dobbiamo ammettere che questa frase ci sembra più uno slogan pubblicitario che una realtà. Però la certezza dell'esaudimento si colloca su di un altro piano. Con la preghiera sappiamo che Dio ci ha ascoltato, ha preso atto dei nostri desideri. E interviene sempre, anche se non sempre come e quando vorremmo noi.
Noi vorremmo che Lui facesse sparire gli ostacoli, i guai che ci assillano, i dispiaceri che ci fanno soffrire.
Ma Lui, il più delle volte, lascia le cose come sono (all'apparenza). Però Lui si mette in strada con noi, condividendo gli stessi ostacoli, gli stessi fastidi. Col suo silenzio ci dice: "vieni, dai, camminiamo insieme e vedrai ...".
Tutto è sempre lo stesso, sei tu che sei cambiato. E sei cambiato perché hai pregato. La tua forza non è più solo la tua. Non è cambiata la situazione, ma sei tu che hai ricevuto un supplemento di forza e di capacità.
Con la preghiera non ottieni delle cose, ma ottieni qualcosa di più prezioso: la compagnia del Signore.
"Nella preghiera non si ottiene uno sconto sul prezzo del biglietto. Si ottiene un Compagno di viaggio" (Alessandro Pronzato)


(Gen 18,20-32; Sal 137; Col 2,12-14; Lc 11,1-13)


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