15 settembre 2022

La scoperta degli altri - 18/9/2022 - XXV Domenica tempo ordinario


Sagrada Familia - Barcellona (Spagna)
Particolare dell'interno (foto J.C.)



A un primo sguardo sembra quasi che Gesù lodi la disonestà, che ammiri questo amministratore disonesto che cerca di rimediare ad una irregolarità per mezzo di altre irregolarità. È forse per questo che la parabola viene omessa nella forma breve?

Battute a parte, per capire questo brano bisogna andare al centro, al motivo dominante, senza lasciarsi 'distrarre' dagli elementi secondari, di sfondo.

Innanzi tutto c'è da dire che la lode di Gesù non è rivolta all'amministratore disonesto o alla sua disonestà, ma alla furbizia di cui ha dato prova, cioè Gesù loda la capacità di tirarsi fuori da una situazione difficile. Dio ci ha donato un cervello ed è contento se lo usiamo. Usare la propria capacità di ragionare, la propria fantasia, ragionare con la propria testa è già un rendere grazie al Signore.
Il Signore ama le persone che di fronte a situazioni nuove non si chiudono dietro ad un 'si è sempre fatto così', ma usano le proprie capacità per leggere i segni dei tempi, per capirli, per dare nuove risposte e scoprire nuove strade.

Ed è quello che ha fatto questo amministratore, ha fatto una scoperta decisiva: ha scoperto gli altri. Fino a quel momento in pratica non si era accorto della loro esistenza, aveva pensato esclusivamente a sé stesso, ai propri interessi. E adesso scopre la realtà dei rapporti personali, dell'amicizia oserei dire. Continua ad usare ingiustamente della proprietà altrui, ma adesso non lo fa a suo vantaggio, ma a vantaggio degli altri.
La sua salvezza passa attraverso questa sua apertura agli altri.

Questo deve essere ben chiaro a tutti noi. Come Chiesa dovremmo sempre ricordarci che elezione non vuol dire privilegio, ma servizio. Non dobbiamo 'appropriarci' dei beni del Signore, ma li dobbiamo 'dilapidare' a vantaggio dell'umanità. Anche noi, come Chiesa, dovremmo fare come l'amministratore, che ammette di non essere capace di maneggiare la zappa, e ammettere che non possiamo fare altro mestiere che perdonare, usare misericordia, compatire (nel senso di patire insieme), aprire, liberare.

Ma anche come semplici cristiani la parabola ci insegna ad essere 'irregolari', ma in altra maniera, cioè a vantaggio del prossimo. Dovremmo imparare a minimizzare le colpe degli altri, cancellarne le offese, non ragionare in termini di diritti o di chi ha ragione ma in termini di dono, di amore. Dovremmo imparare ad aprire le mani per donare, per regalare gioia, speranza.

Certo, i nostri conti col Signore saranno sempre in rosso, ma Lui troverà quello che ci manca negli altri.


(Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13)


Nessun commento:

Posta un commento

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.