02 febbraio 2023

Il Sale e la Luce - 5/2/2023 - V Domenica Tempo Ordinario




Il Vangelo di oggi parla di «sale» e di «luce». Cose normali, che però hanno una caratteristica in comune: generalmente ci fai caso quando mancano o quando sono troppo 'forti'.

Il sale dà gusto al cibo, ma viene anche usato per 'conservare' gli alimenti. È così importante che una volta veniva usato per pagare i soldati e i dipendenti (è proprio da questo che deriva il temine 'salario', cioè la retribuzione data al lavoratore).
Se però in una pietanza mettiamo troppo sale, questa diventa immangiabile, ma anche se ne mettiamo troppo poco il cibo non è buono. La quantità giusta di sale è quella che non avvertiamo.
Quando Gesù dice che dobbiamo essere il sale della terra, ci dice che dobbiamo dare 'sapore' al mondo, ma il mondo deve sentire il 'sapore del creato', non il sapore del sale.
Dobbiamo riuscire ad essere la giusta quantità di sale.
Ma come fare per esserlo? Innanzi tutto lasciarci guidare dallo Spirito Santo.
Però da un punto di vista concreto possiamo partire dalla lingua ebraica. In ebraico il sale si dice "melach" che si scrive con le tre consonanti mem-lamed-chet (in ebraico non si scrivono le vocali). Ma queste tre consonanti, solo in ordine diverso, sono le stesse della parola 'pane' (lechem). E queste tre lettere sono anche le stesse della parola 'sogno': chalom.
Gesto tipico dell'accoglienza nella cultura semitica è l'invito a pranzo in cui il padrone di casa intinge un pezzo di pane nel sale e lo offre all'ospite. L'accoglienza, la condivisione possono essere il modo di essere sale nel mondo, sono un modo di trasmettere al mondo una scintilla si speranza, di dare il sapore del sogno, del paradiso, alle giornate e alle persone.

Chi si diletta di fotografia ha ben presente l'importanza della luce. Già la parola 'fotografia', cioè 'scrivere con la luce', lo dice. Una luce sbagliata può rovinare completamente una foto, come una giusta illuminazione può renderla stupenda.
D'altra parte quando abbiamo il sole negli occhi non vediamo niente. Troppa luce ci fa male agli occhi.
Anche qui, come per il sale, si tratta di avere la giusta quantità di luce.
Ma c'è anche un'altra cosa da ricordare. Come in fotografia la luce serve ad esaltare, presentare al meglio il soggetto della fotografia, ma non è essa il soggetto, così la nostra luce deve servire a esaltare, presentare al meglio Dio e la sua opera. Non siamo noi il soggetto da illuminare; più che stare davanti ai riflettori dovremmo starci dietro per poter illuminare al nostro meglio.
Parafrasando santa Madre Teresa di Calcutta, direi che noi siamo candele nelle mani del Signore. Cerchiamo di essere accese!


(Is 58,7-10; Sal 111; 1Cor 2,1-5; Mt 5,13-16)


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