Colomba della pace e sole giallo Picasso (1962) Litografia a colori |
Continua il 'Discorso della Montagna', questa rivoluzione copernicana del nostro modo di pensare e di agire, questo ribaltamento totale della scala delle nostre priorità e dei nostri valori.
Troppo spesso abbiamo la convinzione che essere cristiani voglia dire prima di tutto essere contro, essere anti-qualcuno o anti-qualcosa.
Gesù invece ci invita ad andare 'oltre'. Andare oltre le valutazioni della ragione o del torto. Andare oltre il rigido perimetro della giustizia o dell'ingiustizia. Andare oltre sulla decisione di chi debba fare il 'primo passo'.
Possono esserci mille ragioni umane per dire che 'non tocca a me', ma tutte mi pongono fuori dal Vangelo.
E il punto fondamentale di questa logica 'paradossale' è l'atteggiamento nei confronti dei nemici.
E con nemici non dobbiamo pensare solo a persone che vogliono farci del male. Nemico è anche colui con cui non riesco proprio ad andare d'accordo, anche senza che ci sia cattiva volontà. Nemico è lo scocciatore, o quello che mi passa davanti alla fila, o quello che mi 'ruba' il parcheggio.
Nemico è ogni persona che mi verrebbe da mandare a quel paese, ogni persona che mi porta a cambiare marciapiede quando la vedo da lontano.
Se guardiamo la nostra realtà attraverso gli occhiali del Vangelo, dobbiamo ammettere che sono tante le persone che trattiamo da 'nemico'.
Gesù ci dice che non dobbiamo accettare questa situazione come definitiva, non dobbiamo lasciarla cristallizzare. Ci invita a darci da fare per superarla, per smuoverla. Ci spinge ad impegnarci di persona, a metterci la faccia, per rovesciarla, per trasformarla in una situazione di amicizia, di amore.
E se faccio fatica, se il compito mi pare al di là delle mie possibilità, devo pensare che non sono mai da solo. Gesù mi accompagna in ogni passo. Gesù, con la sua Croce, ha fatto entrare nel mondo una possibilità infinita di riconciliazione.
Perché Gesù è morto per ogni uomo, nessuno escluso. E se è morto per la salvezza anche dei suoi nemici, tanto più lo è anche per i miei. Sotto la Croce, il mio nemico diventa un fratello di sangue: quello del Cristo che gocciola sul suo capo come sul mio.
Ma Gesù, con la sua Resurrezione, mi ricorda anche che l'amore è più forte dell'odio. E quindi non devo mai rassegnarmi, non devo accettare i bisticci senza fine, il gioco delle ripicche.
La volontà di riconciliazione è già opera di pace. Quando non accetto come ineluttabile la separazione sto già camminando verso un fratello.
(Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1Cor 3,16-23; Mt 5,38-48)
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