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Si può dire che tutto il racconto della Passione che viene letto oggi è articolato sul tema della Croce. La Croce è il punto culminante dell'opera di salvezza compiuta da Gesù, è il momento definitivo della rivelazione dell'amore del Padre per l'umanità. Ma la croce è anche una dimensione fondamentale dell'esistenza del cristiano.
Occorre quindi capire a fondo il significato profondo della Croce. La Croce di Cristo non è un accidente che gli è capitato. Gesù non ha subito la croce, ma ci si è avviato ben cosciente.
La Croce è una precisa scelta d'amore. È la madre che rifiuta la chemioterapia per proteggere la vita che ha nell'utero. È la persona che si tuffa per salvare uno che sta annegando e non si preoccupa di annegare lui stesso. È l'alpinista che taglia la fune per salvare la vita del compagno di cordata.
La Croce è l'estremo gesto d'amore: scelgo di morire io perché tu possa vivere. È Dio che sceglie di morire perché l'essere umano, tutti gli esseri umani possano vivere.
Vedere nella Croce la sola sofferenza è sminuire, svilire l'amore di Dio.
Accogliere la mia croce allora non significa un atteggiamento di faticosa e lamentosa sopportazione. Significa scegliere di amare. Amare non la sofferenza, ma amare la vita, amare tutta l'umanità, amare Dio.
E quando riesco a fare ciò, scopro che non esiste croce solitaria. La croce viene sempre portata in due, perché una croce solitaria è disumana. Scopro che seguire Gesù non vuol dire arrancare sotto un peso tutto mio, ma stare a distanza di croce da Gesù: Lui da un capo ed io dall'altro dello stesso legno.
Perché prima di essere "mia", la croce è la croce di Cristo. Ogni croce è di Cristo. Sotto ogni croce c'è Lui. A noi viene proposto semplicemente di portarla insieme.
La croce, prima di essere un oggetto, è una Persona che la porta.
Ed ecco allora nella croce non vedi più il legno che ti spezza le spalle, ma le spalle di Qualcuno che sta davanti a te portando lo stesso peso.
Quindi una circostanza dolorosa non è più qualcosa che 'ti capita', ma qualcosa che 'ci capita'. Nel senso che prima di tutto capita a Lui.
Quando si tratta di croce, Gesù è l'esperto. Lui c'è sempre. Dobbiamo solo alzare gli occhi per vederlo che sta portando il nostro stesso peso.
E alla fine non si capisce più chi sia il Cristo e chi il Cireneo. È un continuo scambio di ruoli: a volte è Lui che aiuta te a portare la croce, e a volte sei tu che aiuti Lui a portare la croce.
Ma in fondo non importa chi aiuta chi. Ciò che conta è che non sei più solo, che c'è Qualcuno che ti ama e che ti sta vicino, che condivide le tue gioie e i tuoi dolori, che non ti abbandona mai.
(Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mt 26,14- 27,66)