23 marzo 2023

Le lacrime di Dio - 26/3/2023 - V Domenica di Quaresima

La resurrezione di Lazzaro
Giotto (affresco)
(Cappella degli Scrovegni - Padova)



Come sempre il Vangelo di Giovanni è molto ricco di messaggi e significati, ma un particolare mi ha sempre colpito. È un particolare che mostra più di mille parole il grado di intimità e profonda partecipazione con cui Gesù vive il rapporto con l'umanità:
«"Dove lo avete posto?". Gli dissero: "Signore, vieni a vedere!". Gesù scoppiò in pianto. »
Mi colpiscono molto queste lacrime, questo pianto dirotto. Un Dio che prima "si commuove profondamente" e si "turba molto" e poi scoppia in pianto non si era mai visto!
Un Dio così, che piange la morte di un amico, che non si vergogna di apparire umano, che non nasconde i propri sentimenti, è un Dio che senti molto vicino al tuo cuore. È un Dio su cui sai di poter contare sempre. È un Dio da cui ti senti capito, accolto e amato in ogni vicissitudine dalla vita, specialmente di fronte al dolore e allo scandalo della morte.
Le lacrime di Dio sono un miracolo alla pari del richiamare alla vita un morto di quattro giorni.
Quelle lacrime ci dicono che neanche Dio è d'accordo con la sofferenza. Neanche Lui accetta ad occhi asciutti il sepolcro. Neanche Lui si rassegna alla separazione.

Gesù va al sepolcro non come un essere superiore che non condivide o non capisce le nostre debolezze, ma ci va «commosso profondamente». Ed è solo dopo aver condiviso con noi e fino in fondo il nostro dolore e la nostra debolezza, che ritrova il tono del comando: «Togliete la pietra!». Ma Marta gli fa presente che il morto puzza. C'è un significato teologico dietro questo particolare.
Dopo aver creato l'uomo Dio era compiaciuto: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona/bella» (Gen 1, 31). E adesso il creatore si trova di fronte al proprio capolavoro sfregiato, che "manda cattivo odore". È il viaggio fatto dall'uomo nella sua fuga, nella sua disubbidienza, nel suo rompere il dialogo e il rapporto con Dio. Dagli spazi smisurati dell'Eden alla prigione di un sepolcro.

Ma Dio non si rassegna. A Lazzaro, come ad ognuno di noi, 'grida a gran voce' «vieni fuori!»
Vieni fuori dalle tue paure, vieni fuori da tutte le maschere che ti sei messo per nasconderti, vieni fuori da tutte le etichette che ti hanno appiccicato o che hai accettato.
Spezza le bende che impediscono al tuo cuore di volare alto, di sognare il cielo, di fremere per i fratelli e le sorelle.
La nostra resurrezione inizia già ora, quando ubbidiamo a quel comando e usciamo alla luce e alla vita.

"La lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la Terra" ha scritto Gianni Rodari. Le lacrime di Dio non possiamo neanche immaginare quanto pesino. Però queste lacrime di Gesù ci parlano più di tutta la Bibbia.


(Ez 37,12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45)


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