Gesù e la samaritana al pozzo Giorgia Eloisa Andreatta (2017 - acrilico su tavola) |
Questo brano del Vangelo mi ha fatto venire in mente quel verso del salmo che dice: «L'anima mia ha sete di Dio» (Sal 42, 3). È vero che nel passo evangelico è tutto un parlare di acqua, ma il cuore del discorso riguarda la sete.
E alla base di tutto, il punto di partenza è la sete di Gesù, che è la sete di Dio. Perché Dio ha sete. Ha sete dell'uomo.
Dio, che ha creato l'uomo per amore, non si rassegna alla lontananza dell'amato. Lo ha sempre cercato, e alla fine si è fatto uomo tra gli uomini per raggiungerlo, per dimostrargli tutto il suo amore, per fare breccia nel suo cuore.
E in questa ricerca non si impone, ma sommessamente chiede, si fa mendicante: «Dammi da bere».
E questa umiltà, questo mettersi nelle mani di un altro, in questo caso una donna, e una donna 'chiacchierata', ci fa scoprire che in fondo anche noi siamo assetati.
La sete di Dio genera la nostra sete.
Smaschera tutte le nostre false 'seti': sete di automobili sempre più nuove, sete di telefonini che fanno di tutto e forse ci si può pure telefonare, sete di vacanze all'ultimo grido, sete di tutto e di più. Ma seti che non si placano mai, anzi, più cerchi di placarle e più aumentano. Seti che ti divorano, ti prosciugano dal di dentro.
La sete che Dio genera in noi è sete di giustizia, sete di verità, sete di onestà, sete di serenità, sete di vita eterna, sete di senso della vita. Sete di Dio. E quando Dio ti asseta, nello stesso momento fa sgorgare in te una sorgente inesauribile che inizia a lenire la tua sete.
Riempie la tua vita della sua «acqua viva», e la fa anche traboccare in modo che tu possa donarla agli altri, che anche tu possa diventare 'generatore di sete di Dio'.
(Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42)
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