è grano o è zizzania? (*) |
"Se Dio esiste, da dove viene il male?" "Perché Dio permette il male?"
Domande vecchie come l'uomo, tentazioni che di fatto sono la riedizione di quelle del serpente ad Eva. E a cui, nel brano del Vangelo di oggi, Gesù cerca di dare una risposta.
Innanzi tutto dobbiamo ricordare che siamo noi il campo in cui Dio, soffiandoci il suo Spirito di vita (Gen 2, 7) ha sparso con abbondanza (ricordiamo il Vangelo di domenica scorsa) il suo buon seme. Ed è dentro di noi, dentro di me, che il nemico è riuscito a seminare la zizzania.
Il male non è un qualcosa che ci è estraneo. Il male è umano, dorme con noi, mangia alla nostra tavola, frequenta le nostre giornate, i nostri discorsi, i nostri problemi e le nostre gioie.
Dentro di noi il seme divino del bene cresce a stretto contatto con la zizzania del male. E quando queste piantine sono piccole è difficilissimo distinguerle. Il male, per prendere forza, spesso si traveste da bene, solo che è un bene minore, e a volte solo apparente.
Il mondo è un posto pericoloso non perché c'è chi fa il male, ma perché c'è chi, vedendo il male, non si decide a fare il bene. Non si può combattere il male non facendo nulla, ma neanche facendo il male, cioè rendendo 'pan per focaccia'. La nostra risposta di fronte al male è un po' come quella dei discepoli: "andiamo ad estirparla?", cioè 'partiamo alla guerra contro il male'.
Ma la risposta di Gesù ci spiazza, è un NO senza appello. Il fatto è che la nostra vista è difettosa, vediamo che c'è tanto male, ma quanto di ciò che noi reputiamo male lo è realmente?, quanto la nostra paura del male ci impedisce di vedere il bene?
"Se Dio esiste, da dove viene il male?" chiede l'uomo.
"Se Dio non esiste, da dove viene tutto questo bene?" chiede Gesù.
Il Dio seminatore azzarda molto, ma nel suo cuore la salvaguardia della più infinitesima parte di bene vale molto più dell'estirpazione totale del male. Sembra una forma pericolosa di pazzia, ma è l'Amore: nessuna forzatura alla libertà, ma solo un'infinita pazienza di attendere fino allo scadere del tempo. In quel tempo, poi, alla zizzania non verranno concesse proroghe: "Il male ha la sua ora, ma Dio ha il suo giorno" (Fulton John Sheen)
(Sap 12,13.16-19; Sal 85; Rm 8,26-27; Mt 13,1-23)
(*) quella nella foto è una spiga di zizzania
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