06 luglio 2023

Uno stupore quotidiano - 9/7/2023 - XIV Domenica Tempo Ordinario

... e sboccia lo stupore
(foto J.C.)



Se leggiamo i versetti che precedono in questo capitolo il brano di oggi, scopriremmo che Gesù è in un momento molto sfavorevole: il Battista è stato appena incarcerato e cresce l'ostilità della gerarchia contro di lui, tanto che le parole subito precedenti sono una serie di "Guai a te" rivolto alle città dove aveva compiuto i suoi prodigi e che non si erano convertite. Proprio in questo momentaccio Gesù se ne esce con un'esclamazione di gioioso stupore: «Ti rendo lode, Padre, perché queste cose le hai rivelate ai piccoli».

L'incontro con il Dio che fa nuove tutte le cose dovrebbe aprirci allo stupore. "Stupore di un amore" diceva fr. Roger. Dovremmo aprirci a trovare il meraviglioso in ciò che ci circonda, al di là delle preoccupazioni e delle batoste che la vita ci infligge. "Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta" scriveva Albert Einstein. Oltre al pane quotidiano, nel Padre Nostro, dovremmo chiedere anche lo stupore quotidiano. Necessitiamo di almeno un boccone di meraviglia quotidiana.

Ma non una meraviglia qualunque, bensì la meraviglia dei piccoli, dei bambini. L'attrice Gracie Allen ha detto "quando sono nata ero così sorpresa che non ho parlato per un anno e mezzo". È questa la meraviglia di Gesù, la meraviglia di un bambino di fronte al mai visto, ad un dono inatteso, al volto di una persona cara.

Meraviglia che non viene dal nostro sapere o dalla nostra intelligenza, ma viene dal nostro cuore. Il nostro valore non è dato dalla misura della nostra sapienza o della nostra intelligenza, ma dalla grandezza del nostro cuore. Più il nostro cuore si aprirà a tutto ciò che ci circonda e avremo un atteggiamento di delicatezza, di rispetto verso ogni creatura che ci avvicina che sia mendicante, straniero, sconosciuto, più troveremo motivi perché lo stupore sia più forte del lamento.

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro» Ecco un altro motivo di stupore: Gesù non viene con obblighi e divieti, ma offrendo un bicchiere di acqua fresca, un boccone di pane, un abbraccio e un sorriso. Gesù non è venuto a portare nuove norme o nuovi dogmi. È venuto a portare una promessa: il Regno di Dio è vicino ed è un regno di pace e di gioia. È un regno pieno della vita di Dio donata a noi. È invito ad entrare nell'abbraccio della Trinità.
Perché Dio non è un concetto, non è una regola o un sapere intellettuale: è cuore dolce e straboccante di vita.
Nel linguaggio biblico 'giogo' indica la legge. Gesù quindi vuol dire: prendete su di voi la mia legge, cioè l'amore.
Abbraccia in te l'amore: è un re che non ferirà mai il tuo cuore, ma che è instancabile nel partorire, curare, confortare, vivificare, dare ristoro.
L'amore non è uno fra i maestri, è il maestro di una vita che abbia dentro il gusto e la fragranza di Dio.



Per favore, non rubatemi
la mia serenità.

E la gioia che nessun tempio
ti contiene,
o nessuna chiesa
t'incatena:

Cristo sparpagliato
per tutta la terra,
Dio vestito di umanità:

Cristo sei nell'ultimo di tutti
come nel più vero tabernacolo:

Cristo dei pubblicani,
delle osterie dei postriboli,
il tuo nome è «colui
che-fiorisce-sotto-il-sole»
(David Maria Turoldo)


(Zc 9,9-10; Sal 144; Rm 8,9.11-13; Mt 11,25-30)


Nessun commento:

Posta un commento

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.