06 giugno 2024

Chi fa la volontà di Dio mi è fratello, sorella e madre - 9/6/2024 - X Domenica Tempo Ordinario

Ecco mia madre e i miei fratelli!
(Foto di Tyler Nix su Unsplash)



Una cosa mi ha colpito in questo brano: come chiaramente detto all'inizio, Gesù e dentro una casa, tutti gli altri interlocutori invece sono all'esterno. È comico che chi è dentro venga accusato di essere 'fuori' da chi è all'esterno, e che proprio queste persone vogliano portarlo 'dentro' mentre se ne stanno all'aperto.
Anche questa volta, come tante altre volte, Gesù viene a scombinarci le idee, a sovvertire il senso delle nostre parole, a spostare il nostro punto di vista per donarci lo sguardo di Dio.

«Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?»
Gesù cerca di alzare il nostro sguardo, perché lui è su un altro piano. È venuto a dirci che non esistono diritti acquisiti. È venuto ad aprirci una vastità di possibilità. "Madre e fratelli e sorelle" in questa nuova famiglia non si trovano già bell'e fatti, ma tutti possono diventarlo. La parentela con Dio non è un dato anagrafico, ma una conquista. Più che un punto di partenza, è un punto di arrivo.
«Ecco mia madre!» Gesù, volgendo lo sguardo sulla folla intorno ha effettuato una specie di 'riconoscimento' ufficiale degli appartenenti alla sua nuova famiglia. Da questa nuova famiglia non sono esclusi, naturalmente, i parenti secondo la carne. Ma devono 'entrare' anche loro facendo la volontà di Dio.
Far parte della famiglia di Dio non è un diritto di nascita, ma una possibilità che dipende dal nostro agire sotto la guida dello Spirito Santo.

Il grosso rischio per quelli che si considerano parenti di Gesù per diritto di nascita è di avanzare dei diritti su di lui, una specie di monopolio-tutela. E considerano coloro che 'stanno con lui' come abusivi.
Quando Gesù esce fuori, verso gli altri, i cosiddetti 'suoi' si affrettano a riprenderselo, perché senza di lui non si sentono sicuri. Hanno bisogno di lui per dare una patente di onorabilità alla casa. Cristo non può non essere con loro, pensano. Anche se loro sono lontanissimi da lui.
Peggio dei nemici sono coloro che pretendono di 'annettersi' Cristo.

Eppure tutta la vita di Gesù si è svolta fuori. Nasce fuori dal paese, addirittura dalla casa. Si lascia trovare dai magi, gente venuta da fuori. Va in esilio fuori dalla sua patria. E anche a morire andrà fuori dalla città. E quando qualcuno è sicuro di trovarlo nel sepolcro, dove l'hanno «posto» (Gv 20, 15), lui è già fuori, altrove.
Senza voler forzare troppo le cose, possiamo dire che è più facile dire dove non lo troviamo, che dove possiamo trovarlo. Ecco, non lo troviamo sicuramente dove ci aspetteremmo che fosse. Non lo troviamo, soprattutto, dove pretendiamo di metterlo noi.

Così pure occorre stare attenti a non decidere troppo frettolosamente chi è dentro e chi è fuori. Dentro e fuori, sovente, sono categorie che vengono fissate in base a luoghi che abbiamo costruito noi. Ma le cose non sono così semplici e comode.
Con Gesù il dentro e il fuori non sono relativi ad un 'dove', ma ad una persona, a Lui.
Soltanto dopo aver accertato dove è Lui, è possibile stabilire chi è dentro e chi è fuori.





Se sapessimo guardare la vita con gli occhi di Dio,
vedremmo che nulla è profano nel mondo,
ma che, al contrario, tutto ha parte
nella costruzione del suo Regno.
Così, avere fede
non è solamente alzare gli occhi per contemplare Dio,
ma è guardare la terra con gli occhi di Cristo.

Se avessimo permesso allo Spirito
di penetrare il nostro essere,
se avessimo a sufficienza
purificato il nostro sguardo
il mondo non sarebbe più per noi un ostacolo,
ma un invito costante a lavorare per il Padre,
perché in Gesù venga il suo Regno sulla terra come nel cielo.

Aumenta la nostra fede
per guardare e "vedere" la vita.
Apri i nostri occhi Signore! Amen.

Michel Quoist



Letture:
Genesi 3,9-15
Salmo 129
Seconda Corinzi 4,13-5,1
Marco 3,20-35


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