Gesù placa la tempesta (miniatura) (Evangeliario di Treviri - monaco Thomas, ca. 740 d.C.) |
Nella vita capitano anche le tempeste. E nella maggioranza dei casi sono senza un perché. Anche nel vangeli, Luca, Marco e Matteo raccontano di tempeste, tutte più o meno uguali, ma tutte senza un perché.
E anch'io non so perché sono capitate le tempeste di cui sono stato testimone, e neanche quelle che mi sono capitate.
Come tutti, anch'io vorrei che la navigazione della mia vita abbia sempre un cielo sereno, punti di riferimento chiari e visibili che mi indichino sempre la rotta giusta, un porto sicuro e vicino sempre a disposizione.
Ma la tempesta arriva. Però la barca, simbolo della comunità, ma anche della mia vita fragile, va avanti, resiste.
E questo non perché è cessato il vento o sono finiti i problemi, ma per il miracolo umile dei rematori che non abbandonano i remi, che sostengono ognuno la speranza e la forza dell'altro.
È questo che troppo spesso ci manca: la comunità.
Noi ci sentiamo abbandonati appena si alza il vento di una malattia, di una crisi familiare, di relazioni che scricchiolano. Ci sentiamo immersi in una storia dove Dio sembra dormire, dove Dio non interviene subito, ai primi segni della fatica, al primo morso della paura.
E allora anche noi mandiamo a Dio il grido della nostra paura e della nostra rabbia: "Non ti importa che muoio? Non ti importa che soffro?"
Gesù risponde prima di tutto con i fatti: "si destò, minacciò il vento e il mare". Dio dimostra subito che sì, a Lui importa di noi. Dio, con le sue azioni ci dice: 'mi importano i passeri del cielo e voi valete più di molti passeri; mi importano i gigli del campo e voi siete più belli di tutti i fiori del mondo'.
Ad ognuno di noi, accarezzandoci, sussurra: 'mi importi al punto che ho contato i capelli che hai in capo, al punto che ho misurato tutta la paura che porti nel cuore. E sono con te, a farmi argine al buio, ad essere luce nel riflesso più profondo delle tue lacrime'.
Nelle mie notti, Dio è con me; intreccia il suo respiro con il mio, e "non salva dalla tempesta ma nella tempesta. Non protegge dal dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce" (Dietrich Bonhoeffer).
Lui è con noi a salvarci da tutti i nostri naufragi. È qui anche prima del miracolo: è nelle braccia forti degli uomini sui remi; nella presa salda del timoniere; nelle mani che svuotano il fondo della barca.
Lui è in tutti coloro che, insieme, compiono i piccoli e semplici gesti che proteggono la vita.
È in tutte quelle persone che ti donano anche solo un istante della loro vita per esserti vicino, per cercare di portare un po' di luce nel buio della tua notte.
È in te quando doni anche un solo istante della tua vita sperando di donare un po' di luce nella notte di qualcuno.
Letture:
Giobbe 38,1.8-11
Salmo 106
Seconda Corinzi 5,14-17
Marco 4,35-41
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