18 giugno 2020

21 giugno 2020 -XII domenica del tempo ordinario

"Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro."

Eppure i passeri continuano a cadere, gli innocenti a morire, i bambini ad essere venduti a poco più di un soldo o gettati via appena spiccato il loro breve volo.
Ma allora, è Dio che fa cadere a terra? È Dio che invia la morte ed essa arriva e miete le sue vittime? È Dio che ci manda le disgrazie, le sofferenze, le malattie? No. Il Vangelo non dice questo. Ci assicura invece che neppure un passero cadrà a terra senza che Dio ne sia coinvolto, che nessuno cadrà fuori dalle mani di Dio, lontano dalla sua presenza. Dio sarà lì.
"Nulla accade senza il Padre" è la traduzione letterale, cioè il Padre sarà sempre al tuo fianco. La sofferenza, la morte non sono volontà di Dio. Infatti molte, troppe cose accadono nel mondo contro il volere di Dio. Ogni odio, ogni guerra, ogni sfruttamento,  ogni violenza accade contro la volontà del Padre, e tuttavia nulla avviene senza che Dio ne sia coinvolto, nessuno muore senza che Lui non ne patisca l'agonia, nessuno è rifiutato senza che non lo sia anche Lui, nessuno è crocifisso senza che Cristo non sia ancora crocifisso.
Per Dio, io valgo. Valgo più di molti passeri, più di tutti i fiori del campo, più di quanto osavo sperare. E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita.

E quando prendo coscienza di questo allora devo portare questa gioiosa notizia, questo vangelo, a tutti. Tutta la mia vita deve essere una proclamazione di questo: Dio si prende cura di ognuno dei suoi figli, non vi è niente di autenticamente umano che non trovi eco nel cuore di Dio.
E siamo chiamati a farlo come lo ha fatto Gesù, consci dell'inutilità della parola. Dobbiamo continuare a seminare sulla crosta compatta dell'indifferenza, del rifiuto. Continuare a sperare anche se i fatti sembrano darci torto. Dobbiamo essere persone dell'impazienza, perché abbiamo dentro una Parola che ci scoppia, ma anche della pazienza infinita, perché sappiamo che la Parola deve germogliare nell'oscurità, nell'incomprensione, nella sofferenza.
Siamo chiamati a seminare in modo che altri ne raccolgano il frutto, come noi a volte raccogliamo il frutto seminato da altri.
È quando sembra inutile, che la parola diventa feconda
E anche se alla fine le nostre parole, la nostra vita, avessero toccato anche solo una persona tra tutte quelle incontrate nell'arco della nostra esistenza, avremmo già fatto tantissimo. Come ci ricordano i nostri fratelli ebrei: chi salva una sola vita, salva il mondo.

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