25 giugno 2020

28 giugno 2020 - XIII domenica del tempo ordinario

Certo che nel Vangelo di oggi Dio sembra, ad una prima lettura, non dico esigente, ma esoso: pretende di essere amato più del padre, più della madre, più dei figli! Lui, che dice che ciò che conta è il "cuore dell'uomo" sembra che adesso vada proprio contro le leggi del cuore.
Ma Dio non si contraddice mai. Qui ci dice che la fede autentica deve sempre andare al di là, deve essere sempre affamata di in di più. Deve sentire il "morso del più" dice don Luigi Ciotti.

Tre volte risuona "non è degno di me". Ma chi può dirsi degno del Signore? Nessuno! Nessuno è degno di un amore incondizionato, di un amore che anticipa, di un amore senza clausole. Un amore così non si merita, si accoglie. Non si può essere degni di un amore così. Ma un amore così ci rende degni.

"Chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà!" Perdere la vita non è solamente il martirio. Una vita la si perde nelle piccole azioni di ogni giorno: investendola in piccoli atti d'amore. La si perde rinunciando al proprio egoismo. La si perde mettendo l'altro, il marito, la moglie, il figlio, il genitore, l'amico, il vicino, il collega prima di sé stessi. L'inferno non è non avere niente per sé, ma non avere nessuno per cui valga la pena di spendere la propria vita.

"Chi avrà perduto, troverà". Noi possediamo realmente solo ciò che abbiamo donato. La donna di Sunem della Prima Lettura ha donato al profeta Eliseo piccole cose, piccole porzioni della propria vita. Ma in cambio ha ricevuto una vita intera, un figlio.

Non è vero che con la morte lasciamo tutto, che "di là" non si porta niente. "Di là" portiamo tutto ciò che abbiamo donato. Davanti al Signore ci andremo con le mani vuote, ma attorno a noi, insieme a noi, ci saranno tutti quelli a cui abbiamo donato, con le mani piene dei nostri doni. Nulla andrà perduto. Non solo i grandi gesti, ma anche i più piccoli, come "solo un bicchiere d'acqua fresca".

Dare tutta la vita o anche solo una piccola cosa, la croce o un sorso d'acqua fresca, sono la due facce di una stessa medaglia, sono lo stesso movimento: dare qualcosa! Nel Vangelo il verbo amare si traduce sempre col verbo dare: "Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio".

Gesù ci dice che dare anche solo un bicchiere d'acqua, un sorriso, una carezza, se dato con tutto il cuore ha dentro la Croce. Tutto il Vangelo è nella Croce, ma tutto il Vangelo è anche in un bicchiere d'acqua. Nulla è troppo piccolo per il Signore, perché ogni gesto compiuto con tutto il cuore ci avvicina all'assoluto di Dio.

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