01 luglio 2020

5 luglio 2020 - XIV domenica del tempo ordinario

Gesù, non dimentichiamolo, è vero Dio e vero uomo. E come essere umano ha dovuto spendere tanto tempo e tanta fatica per crescere, per imparare, per diventare Uomo! E quella di diventare uomo (E il verbo si fece carne - Gv 1,14) è stata esattamente la carriera di Dio, perché Uomini non si nasce, lo si diventa. Per diventare uomo, ha dovuto imparare le stesse cose degli uomini: camminare, mangiare, parlare, farsi barba e capelli, tagliarsi le unghie, sporcarsi le mani e lavarsele. Zappare, mangiare, studiare e dormire. Non gli è stato semplice nemmeno capire come ragionasse suo Padre. Cercare di sapere, di capire cosa s'aspettasse da Lui quel Padre che "governa il mondo". Un Padre-Dio che è la misura di tutte le cose.

Ha dovuto affrontare il momento in cui tutto e tutti sembrano dirgli "hai sbagliato strada,  sei illuso, ti stai mettendo contro Dio". I dottori lo deridono, scribi e farisei tentano di schiacciarlo con parole sorde e piene di astio, gli apostoli mostrano di non capire affatto cos'è quella strana faccenda che chiama Regno-di-Dio. Sta proprio toccando il fondo dell'incomprensione. 

Ma è proprio in questo momento che sboccia una delle rivelazioni più stupende e meravigliate dei Vangeli: "Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli". Dio si rivela ai piccoli e nelle piccole cose. E Gesù, così duro coi dottori, con gli scribi e i farisei, si addolcirà con i piccoli: andrà a lezione da loro. Perché la sua non è una lode dell'ignoranza, ma della giusta sapienza. Seguire Gesù vuol dire sapere che non si finirà mai di dover imparare.

Dobbiamo imparare a crescere fino a raggiungere la giusta piccolezza.

Dobbiamo imparare a meravigliarsi di Dio. Se un giorno non ci meraviglieremo di Dio, se sarà prevedibile, allora vorrà dire che ci siamo allontanati da Lui. 

Ma soprattutto dobbiamo imparare quant'è bello essere uomini-bambini che si fidano di chi ha deciso di governare il mondo con la gioia e l'amore: «Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero>».  Perché il giogo di Dio non è un collare che opprime, un peso che schiaccia, ma è Amore e Gioia che sollevano, che mettono le ali, che fanno danzare, che ci fanno spalancare le braccia per abbracciare tutti. 

A governare con la paura e la forza sono capaci tutti. Solo Dio riesce a governare con l'amore, la gioia e la mitezza.

1 commento:

  1. Grazie Julo, il Signore ci dà ristoro e consolazione proprio attraverso la storia che sta facendo con ognuno di noi. Non è facile seguire Gesù,il suo Amore è totalizzante e dunque chiede tanto, tutto, ma quando si riconosce di essere amati e si ricambia questo Amore, non abbiamo bisogno di null'altro. Anche la fatica diventa sacra e benedetta perché è il nostro modo umano di mettere Dio al centro della nostra vita. Buona domenica e grazie per queste meditazioni.

    RispondiElimina

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.