05 novembre 2020

L'olio dell'amore - 8/11/2020 - XXXII domenica tempo ordinario

Ho lottato con questa parabola per decenni. Non la capivo, mi sembrava in aperto contrasto con quanto diceva Gesù di solito. Lui che diceva che "nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (Gv. 15, 13) adesso loda chi non ha dato un po' di olio! I casi sono due: o Gesù si contaddice o io non capisco cosa vuole dire. In tutta sincerità penso che la risposta corretta sia la seconda!

E allora ho iniziato a cercare di capire, a leggere, appena mi capitava, commenti e spiegazioni. Ma nessuna mi convinceva. Nonostante tutto, le cinque vergini, più che sagge, mi sembravano sempre delle egoiste un po' inacidite. E non mi interessava sapere se fosse normale che lo sposo facesse ritardo o che ci fosse un matrimonio ma la sposa fosse assente o almeno neanche nominata.
Questo fino a che non trovai una spiegazione di un monaco russo (Teofane il Recluso, per chi volesse sapere chi fosse).

Sono dieci vergini, cioè dieci persone che hanno vissuto secondo la legge. Hanno seguito tutte le regole: hanno santificato le feste, hanno fatto regolarmente la comunione, non hanno rubato, non sono state invidiose o meschine, non hanno mai né sparlato né pensato male di nessuno. Insomma, una vita da sante.
Allora cos'è che le rende differenti, cos'è quell'olio "in piccoli vasi" che fa la differenza tra loro? e perché non è possibile condividerlo con chi non ce l'ha?

Quell'olio è l'amore. Le sagge hanno condotto la loro vita in maniera santa per amore. Per amore del Signore e per amore del prossimo. Le stolte invece l'hanno fatto per altro, forse per abitudine, forse per dovere, forse per consuetudine, per tradizione. Cioè per tanti motivi, che non è detto siano riprovevoli, ma che non sono l'unico motivo valido, l'unico necessario: l'amore.
L'amore vero, e la fede si colloca a questo livello di relazione tra Dio e l'essere umano, produce una conoscenza della persona amata che l'intelletto, da solo, non potrà mai assicurare. Non è un caso che la Bibbia parli del rapporto intimo coniugale, utilizzando l'espressione 'conoscere uomo' e 'conoscere donna'. È l'amore, cioè la fede vissuta in modo non superficiale, distratto, formale, che rende sapienti e sagge quelle cinque ragazze.

E quindi chiaro perché non potevano condividere l'olio: posso amarti, posso mostrarti il mio amore per Dio e per gli esseri umani, posso anche cercare di insegnarti ad amare, ma non posso prendere il mio amore e mettertelo nel cuore. Posso coprire la tua vita di amore, sommergerla, ma non posso far entrare l'amore dentro te. Sei tu che devi lasciarlo entrare.

La differenza tra le ragazze è che le stolte professavano una religione, le sagge vivevano una fede.


(Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13)


7 commenti:

  1. Grazie per questa spiegazione. E' una lunga vita che vado in crisi quando mi imbatto in questo brano. Ora comincio ad intelligere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie a te.
      Solo una curiosità: come sei arrivata a questo blog?

      Elimina
    2. Lo conosco da molto tempo, avendolo incrociato nel blog di un'amica comune: Marina Pierani(Inezie essenziali). Dopo una lunga pausa di mia latitanza intermittente l'ho di recente ritrovato e letto.

      Elimina
    3. Ah, Marina!
      In effetti erano 5 anni che non prendevo in mano. Solo recentemente ho ricominciato.

      Elimina
    4. Sì sì, hovisto e ringrazio.

      Elimina
  2. Grazie, Julo!
    L'amore è veramente l'espressione più vera della libertà... Così ci ha fatto il Creatore... L'amore è la dimensione più intima del proprio cuore, dove nessuno entra se non lo lascio entrare. Lo Sposo stesso sta alla porta e bussa in attesa che io apra la porta.

    RispondiElimina

È buona cosa firmare sempre i propri messaggi. I commenti anonimi vengono accettati, ma preferirei sapere con chi parlo.