Nei racconti della apparizioni di Gesù risorto ai discepoli ci sono molti punti in comune, soprattutto quando sono nel Cenacolo.
Innanzi tutto Gesù si mette sempre nel mezzo, al centro. Non è un fatto casuale. Essere discepoli del Risorto significa proprio lasciare che Gesù si metta al centro della nostra vita.
Essere cristiani vuol dire mettere tutta la nostra vita nelle mani trafitte di Gesù e lasciare che tutta la nostra vita sia centrata non più su di noi, ma su di Lui.
Poi c'è l'insistente dono della pace. «Pace a voi!» non è un semplice augurio, ma un dono che il Risorto fa a noi. Un dono che non è un punto di partenza, ma di arrivo: se noi lasciamo i nostri egoismi, se lasciamo che Lui diventi il centro della nostra vita, allora riusciremo ad accettare anche la sua Pace!
Perché la sua Pace è una pace vittoriosa perché passata attraverso il combattimento della Croce. È la Pace che ha una forza superiore a quella dell'odio, della vendetta, della violenza, a quella di tutte le nostre piccinerie, di nostri egoismi, delle nostre vanaglorie.
Ultimo punto in comune è la paura dei discepoli.
Ma Gesù non accetta la paura. Il Risorto è il pienamente Vivente, il portatore della pienezza di vita, che cerca con in suoi esclusivamente un rapporto di amicizia, di amore. E dove c'è amore non c'è posto per il timore: «Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore» (1Gv 4, 18). Gesù scaccia da noi i fantasmi della paura.
Se crediamo veramente nella Risurrezione, non c'è più nulla che giustifichi i nostri timori, le nostre ansietà. Neppure il peso del nostro peccato. Se confidiamo in Lui, il peso del nostro peccato ci farà cadere nell'abbraccio della sua Misericordia. "Qualunque cosa il nostro cuore ci rimproveri, Dio è più grande del nostro cuore" (1Gv 3, 20).
No! Le nostre colpe non sono più grandi del suo perdono. Dio è più grande anche della nostra piccineria.
«Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2Cor 5,20) ci raccomanda san Paolo. Sa che non è facile lasciarsi riconciliare, lasciarsi perdonare. Qualche volta è più facile lasciarsi rimproverare.
Invece la salvezza consiste nel lasciarsi riconciliare, cioè nel lasciarsi amare.
Non bisogna aver paura di Dio, neppure dei suoi comportamenti a volte imprevedibili. "Ci sono benedizioni di Dio che entrano rompendo i vetri" (Louis Veuillot). Se Dio ci rompe qualche vetro è per far entrare più luce, più aria, più profumi di primavera, più vita. Con Dio tutto andrà bene, nonostante le apparenze contrarie, perché con Lui tutto è amore, tutto è bontà. Anche il più furioso dei temporali può diventare un sorriso, una carezza amorevole, un abbraccio benedicente.
(At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48)
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